Policleto

Enciclopedia dei ragazzi (2006)

Policleto

Manuela Gianandrea

Lo scultore che inventò un canone di bellezza ideale

Policleto fu, insieme a Fidia, l’artista più importante del 5° secolo a.C., il momento d’oro dell’arte greca. Teorizzò in un suo celebre trattato un tema centrale della civiltà classica: la bellezza ideale consiste nel perfetto equilibrio delle parti di una forma. La sua influenza fu enorme sia presso i suoi contemporanei, sia presso gli artisti della Roma imperiale

La statua che divenne un canone

Nato probabilmente ad Argo, nel Peloponneso, Policleto fu attivo tra il 460 e il 420 a.C. La sua opera più famosa è sicuramente il Doriforo, che in greco significa «portatore di lancia» e che forse era una rappresentazione ideale dell’eroe Achille. Come avviene in molte sculture greche, la statua raffigura un giovane atleta dritto in piedi, a cui l’artista riesce però a infondere un nuovo e straordinario equilibrio. La figura, non più rigidamente sostenuta in ugual misura da entrambe le gambe, si appoggia solo sulla destra – detta portante –, mentre la sinistra è lasciata libera, senza sforzo, e leggermente arretrata. Da questa posizione deriva anche una precisa articolazione della parte superiore del corpo: il braccio portante, ossia addetto a tenere la lancia, è quello opposto alla gamba portante, quindi il sinistro; il braccio destro, invece, è libero come la gamba sinistra; il bacino è inoltre inclinato verso la gamba libera, mentre le spalle vanno dalla parte opposta.

Policleto stabilisce dunque una serie di importanti relazioni tra le varie parti del corpo. Tutte queste invenzioni artistiche sono riunite e teorizzate in un trattato detto Canone, di cui si conservano solo due frammenti, che divenne uno dei riferimenti fondamentali ed emblematici del mondo classico, in cui, d’accordo con la contemporanea filosofia greca, si formalizza anche la figura umana come misura ideale dell’universo. Perduti nel Medioevo, solo nel Rinascimento questi principi torneranno alla ribalta.

Oggi non possediamo più nessuno dei bronzi originali di Policleto, ma il Doriforo, a dimostrazione del suo incredibile successo, è noto attraverso oltre trenta copie in marmo; una delle più famose è stata rinvenuta negli scavi della palestra di Pompei, dove era posta, naturalmente, come modello di perfezione fisica.

L’armonica proporzione delle parti

La stessa ricerca di equilibrio e ritmo si ritrova in un altro capolavoro di Policleto, il Diadumeno, ossia l’atleta che si cinge la fronte con la benda della vittoria. La ricerca di armonia di Policleto nasceva dalla convinzione che la bellezza consista nell’armonica proporzione delle parti del corpo, da quelle più importanti ai dettagli minimi. Così la testa doveva essere un settimo dell’intera altezza del corpo, mentre il busto tre ottavi, fino al singolo dito che doveva essere in relazione con le restanti dita, queste poi con l’intera mano, quest’ultima con il braccio e così via.

Da questa maniera di rappresentare l’uomo ideale si può comprendere cosa si intendeva per idealizzazione nell’arte greca: dal momento che ogni individuo presenta misure diverse rispetto a quelle di un altro e che non si può decidere quali siano quelle giuste, l’artista greco stabilisce una media fra le diverse misure che gli individui presentano, creando così un’umanità ideale e perfetta. La stessa che ancora oggi ricerchiamo con l’ausilio di diete, attività sportiva e chirurgia estetica!

La versione femminile del canone: l’Amazzone ferita

Secondo la tradizione Policleto scolpì l’Amazzone ferita per un concorso bandito a Efeso, a cui partecipavano i più importanti scultori dell’epoca, tra cui Fidia; Policleto risultò vincitore perché tutti gli artisti lo indicarono come il più bravo dopo loro stessi. L’Amazzone ferita rispetta perfettamente le regole esposte nel Doriforo e nel Diadumeno, con l’unica concessione del braccio sinistro poggiato a un pilastrino laterale e della testa leggermente inclinata. Non si tratta tuttavia di un cedimento alla malinconia e al sentimentalismo, che saranno cari agli scultori del secolo successivo: Policleto era e resterà sempre lo scultore del glorioso e sicuro momento aureo dell’età classica (classicismo).

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