POLINESIA FRANCESE

Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)

POLINESIA FRANCESE (fr. Polynésie française)

Giuseppe GENTILLI
Francesco CATALUCCIO

Nome, a partire dal luglio 1957, degli Stabilimenti francesi d'Oceania (fr. Établissements français de l'Océanie) comprendenti: le isole della Società (formate dalle isole Sopravento, fra le quali vi è Tahiti, e le isole Sottovento); le isole Marchesi, a nordest delle prime; le isole Tuamotu (scogliere e atolli situati fra l'arcipelago della Società e le isole Marchesi); le isole Australi o Tubuai (quattro isole vulcaniche a sud dell'arcipelago della Società); le isole Gambier, a sud-est delle isole Basse. Complessivamente, la Polinesia francese ha una superficie di 4.000 km2, nel 1956 la popolazione era di 67.972 unità, comprendenti 55.292 indigeni e Francesi, 6655 Cinesi, ecc. Una stima del 1960 contava 75.000 ab. Papeete nel 1956 aveva 17.288 abitanti. Per gruppi di isole la popolazione nel 1956 era: isole della Società 51.092, isole Australi 3770, isole Tuamotu e Gambier 8940, isole Marchesi 4170. La bilancia commerciale è lievemente sfavorevole; le esportazioni consistono di copra, roccia fosfatica, vaniglia, e madreperla, mentre le importazioni (quasi totalmente dalla Francia e dagli S.U.A.) comprendono alimentari, macchine utensili, tessuti, ecc.

Gli Stabilimenti francesi d'Oceania furono occupati e trasformati in colonie francesi tra il 1842 e il 1880; nel 1931 vi si aggiunse, in seguito ad arbitrato del re d'Italia, l'isola di Clipperton posta a circa 1300 km dalla costa del Messico. Divisi amministrativamente in due comuni - Papeete (la capitale) e Uturoa - gli Stabilimenti furono sottoposti a un governatore, assistito da un Consiglio privato e da una Assemblea delle delegazioni economiche e finanziarie, che alla fine della seconda guerra mondiale si trasformò in Assemblea rappresentativa composta di 25 membri, dopo che la costituzione francese del 1946 fissò per gli Stabilimenti lo statuto di "territorio d'oltremare". Nel referendum che si svolse nel 1958, sulla base della nuova costituzione proposta dal governo De Gaulle, per la scelta tra continuazione del legame con la Francia e indipendenza, la Polinesia fu l'unico territorio coloniale francese a optare per la conservazione dello statuto d'oltremare come parte integrante della Repubblica francese. La decisione unanime dell'Assemblea territoriale, il 16 dicembre, avvenne dopo un tentativo di opposizione violenta di un gruppo capeggiato dall'ex-presidente del Consiglio di governo Pouvanaa Oopa (condannato nell'ottobre 1959 a otto anni di reclusione).

Bibl.: A t'Serstevens, Tahiti et sa couronne, Parigi 1950; N. Robson, French Oceania, Sydney 1951; J. Bourgeau, La France du Pacifique, Parigi 1954.

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