PORTANTINA

Enciclopedia Italiana (1935)

PORTANTINA

Luigia Mlaria Tosi

. Il suo uso è molto antico: secondo Cicerone e Giovenale risalirebbe ai re di Bitinia. Nelìa forma più antica, usata dai Greci e dai Romani, detta lectica (da lectus), era costituita da una specie di barella coperta di materassi e cuscini per potervisi adagiare, portata, per mezzo di cinghie, dagli schiavi (come appare da una terracotta del Museo di Napoli).

In questa, che fu poi coperta da un baldacchino, velata di cortine e chiusa da vetri, i nobili, le dame e i senatorì si facevano portare al bagno o al circo, quando l'uso, limitato durante la repubblica alle donne e ai malati, si estese, sotto l'impero, a tutti i patrizî. Le ricordano Cornelio Nepote, Cicerone (quella ricchissima di Verre, pretore di Sicilia), ecc. Servì anche come mezzo di trasporto per i viaggi. Un esemplare, ricchissimo nei fregi bronzei, è custodito nel Palazzo dei Conservatori a Roma (v. lettiga, XX, p. 984). La lectica servì anche per uso funebre, ed ebbe, secondo le condizioni delle persone, forme e decorazioni svariate. Svetonio ricorda quella splendida di Augusto, tutta di avorio e oro, coperta di drappi d'oro.

Durante il Medioevo servì di trasporto alle dame in viaggio, a cagione delle strade mal tenute. Usavano anche portantine, adorne riccamente, portate su doppie stanghe da cavalli. Beatrice, moglie di Carlo d'Angiò, fece il suo ingresso trionfale in Napoli, nel 1266, su una ricchissima portantina, come, nel 1389, Isabella di Baviera in Parigi. Nei secoli XVII e XVIII le più ricche erano dipinte con armi, stemmi, leggende bibliche e mitologiche. Nel '600 e nel '700, in Francia, fu in uso un modello, detto "trianon" (varî esempî sono nel palazzo di Versailles) costituito da un triangolo su cui era posata una sedia. Divennero svariatissime le forme e le decorazioni: la portantina della regina Maria Antonietta, dipinta dal Watteau, aveva un'elegante forma di conchiglia; quella di madame di Pompadour, di ondeggiante conca marina, ecc. L'uso si protrasse fino all'inizio dell'800, tanto che le dame di Parigi ne donarono una splendida, tutta foderata di velluto azzurro, con le aquile imperiali d'oro, a Maria Luisa, per le sue nozze con Napoleone I. Un'altra specie di portantina, il cui uso venne diffuso dall'Inghilterra, nella seconda metà del '600, e in Italia e in Francia ebbe un'enorme diffusione nel '700, ricorda la sedia gestatoria dei Romani: era una specie di sedia portatile, abbastanza grande per starvi comodamente seduti, sorretta da servitori. Era ricoperta da una specie di cupoletta, chiusa da finestrelle con vetri, e munita di uno sportello per entrarvi. Su questa si recavano le dame del '700 alle cerimonie, a messa, al passeggio, al caffè: e talvolta vi viaggiavano, per i tragitti più brevi. Nel Museo Correr di Venezia si conserva quella ricchissima, dipinta, del Morosini. A Venezia non solo le dame vi passeggiavano, ma i dogi scendevano su quella la scala d'oro del Palazzo Ducale per salire sulla gondola.

Un gran numero di portantine si trova nel palazzo del Trianon di Versailles; fra queste, quella di Maria Antonietta, dipinta dal Vernet, di Luigi XV, di Luigi XVI, della Maintenon, ecc., tutte decorate con deliziosi cespi di fiori su sfondi azzurri, verdi, dorati, ecc. Una splendida, tutta foderata di lamina d'argento, è al museo di Vienna; un'altra, gentilissima nelle decorazioni, nel palazzo Mazzarosa di Lucca; alcune dorate nel Museo civico di Torino. Fra queste, la più bella, ingentilita da una delicatissima decorazione pittorica, proviene da Napoli (del duca di Maddaloni). Nella reggia di Capodimonte sono custodite le portantine di Carlo III e della regina Amalia: preziosa la seconda nell'eleganza delle forme e nella decorazione pittorica del Solimena, più sobria di colore ma ugualmente ricca nel movimento di volute e cartigli quella del re. Al tempo di Carlo III e di Ferdinando IV, a Napoli, le portantine si usavano anche nelle processioni: di queste ne rimane una, raffinatissima nella decorazione pittorica, nella chiesa della Madonna dei sette dolori.

Accanto a queste ve n'erano però anche di più semplici, che servivano ai giudici, ai medici, ai sacerdoti, ecc., per l'esercizio delle loro professioni (nel museo di Messina, nel palazzo Sperlinga di Palermo, foderate di cuoio con fregi di bronzo). L'uso delle portantine fu tale, nel sec. XVIII, che anche nei conventi abati e badesse vi venivano portati e sulla portantina i condannati a morte erano condotti al luogo dell'esecuzione. Anche nella prima metà del sec. XIX si ritrovano le portantine. Le duchesse del primo impero vi fecero dipingere le battaglie napoleoniche di Marengo, di Austerlitz, di Jena, ecc., Vincenzo. Bellini le scene della Sonnambula e della Norma. A Napoli l'uso della portantina durò fino a circa il 1830, limitato però alle cerimonie del battesimo (v. quella più semplice di forme e sobria di decorazione del museo di S. Martino). Nel Regno delle due Sicilie, fino al 1860, i reali e il seguito solevano recarsi solennemente in portantina a visitare le chiese, nella solennità del giovedì santo.

Di questo uso, ora del tutto scomparso, sopravvivono la portantina che segue il canonico con le sacre Reliquie nella processione di S. Gennaro a Napoli (della fine del Seicento, ornata di fregi bronzei e rilievi con i miracoli del Santo) e quelle del Vaticano. Queste ultime, tutte foderate di velluto o di damasco rosso, adorne di trine e di frange d'oro, decorate nel cielo con la colomba dello Spirito Santo, servono per trasportare il pontefice dal Vaticano alla Basilica.

Bibl.: E. E. Viollet-Le-Duc, Dict. du Mobilier Français, Parigi 1858, I, p. 187 e seg.; L. Hourticq, Encyclopédie des beaux-arts, Parigi s. a., I, p. 128 segg.; H. Havard, Dict. de l'ameublement, Parigi s. a., III, p. 461 segg.; L. Maiorca Mortillaro, Lettighe e portantine, Palermo 1901; G. Morazzoni, Carrozze e portantine a Napoli nel '700, in Dedalo, VIII (1927-28), pp. 752-81; C. Giovene, La mobilia napoletana e i lavori affini nel '700, in Architettura e arti decorative, IX (1929-30), p. 309 segg.