PRATOMAGNO

Enciclopedia Italiana (1935)

PRATOMAGNO (A. T., 24-25-26 bis)

Attilio Mori

Breve catena del Subappennino Toscano che, collegata al nodo della Falterona, per la sbarra attraversata dal valico della Consuma (1056 m.), si spiega con direzione parallela a quella dell'Appennino Casentinese, del quale conserva la struttura di macigno eocenico, per uno sviluppo di circa 30 km., a una distanza di poco inferiore. Nel suo tratto medio di circa 15 km., dal Poggio Secchieta (1450 m.) sino al M. di Loro (1363 m.), il Pratomagno si erge come un bastione uniforme, mantenendosi con la sua linea di cresta a un'altezza superiore ai 1400 m., raggiungendo la sua massima altitudine di 1592 m. al segnale geodetico, e offrendo pochi passi di quote poco inferiori alla media (Varco di Reggello, 1350 m., Varco di Castra, 1396 m.) superati da malagevoli sentieri. Solo oltre il M. di Loro la catena degrada, scendendo 5 km. più a sud al valico di S. Giustino, percorso da una rotabile, la sola che mette in comunicazione le due contigue valli del Casentino e del Valdarno di Sopra, che la catena divide. Come suona il nome, il Pratomagno ha la sua zona di cresta dalle forme tondeggianti coperta di prati pascolativi; ma al disotto dei 1000 m., specie nel versante casentinese, ai prati succedono magnifiche selve di castagni, mentre nelle pendici inferiori del versante occidentale densamente abitate si spiegano uliveti, vigneti e campi arativi. Un km. a O. di M. Secchieta si trova la celebre abbazia di Vallombrosa.