PREDISPOSIZIONE

Enciclopedia Italiana (1935)

PREDISPOSIZIONE (dal lat. praedispositus "preparato innanzi")

Guido Vernoni

Molte malattie, e nel modo più evidente le malattie infettive, sono grandemente agevolate nella loro insorgenza, o modificate o aggravate nel loro decorso, da determinate e variabili condizioni intrinseche all'organismo. Queste condizioni si dicono fattori predisponenti o predisposizioni.

Così, per le condizioni organiche inerenti all'età, è di volgare conoscenza che ogni età dell'uomo è prediletta da certe forme morbose. Il neonato della specie umana, che è uno dei più tipici esempî di "prole inetta", cioè incapace di sostentarsi da sé subito dopo la nascita, non può difendersi contro le variazioni della temperatura ambiente, essendo ancora imperfetta la funzione termoregolatrice; nel lattante l'esagerata attività della funzione alimentare rende facili i disturbi dell'apparato digerente, e la limitazione delle sorgenti alimentari predispone alle avitaminosi (scorbuto, rachitismo). Nella puerizia e fanciullezza sono particolarmente temibili i primi contatti col germe della tubercolosi, e sono frequentissimi gli esantemi (morbillo, rosolia, scarlattina), la difterite, la pertosse. Nella giovinezza prevalgono le gravi tubercolosi polmonari, si sviluppano varie forme di malattie mentali, sono facili le infezioni veneree (in questo caso però abbiamo un esempio di maggiore frequenza di malattia dovuta in realtà a una maggiore esposizione al pericolo dell'infezione, anziché a una maggiore sensibilità o predisposizione intrinseca dell'organismo stesso). Nell'età adulta si rendono manifeste malattie del ricambio (diabete, gotta) e aumenta sempre più la frequenza del cancro. I tumori e le varie affezioni dipendenti da alterazioni del cuore e dei vasi, cosiddette "malattie da consumo" (arteriosclerosi) dominano nel quadro della patologia della vecchiaia.

Anche il sesso ha notevole influenza sulla patologia. La costituzione della donna (temperamento, labilità nervosa, cedevolezza dei tessuti) la predispone all'isteria e alle nevrosi in genere, alle ptosi viscerali, alle varici; le funzioni inerenti alla riproduzione (mestruazione, gravidanza, parto, puerperio, allattamento, allevamento della prole) la predispongono a numerose e gravi malattie; la struttura degli organi sessuali (brevità dell'uretra, comunicazione del peritoneo, attraverso le tube, col cavo uterino) agevola il propagarsi d'infezioni (salpingite, peritonite circoscritta).

La razza e il gruppo etnico influiscono pure sulla patologia umana e animale, sia in rapporto al diverso ambiente, alle diverse abitudini di vita e ai diversi pericoli cui sono esposte le varie razze, sia, ma in modo meno chiaro, in rapporto a diverse proprietà dell'organismo stesso.

A parte tutte queste differenze, che distinguono varie categorie d'individui di una specie, ci sono anche differenze strettamente individuali tra i componenti di una stessa categoria. Un soggetto di data razza, sesso, età, è diversamente predisposto ad ammalare di altro soggetto di uguale razza, sesso, età. Ciò si esprime dicendo che ogni individuo di una specie possiede una determinata costituzione, quale nessun altro individuo della stessa specie possiede, e che ogni costituzione rende l'individuo variamente predisposto (più sensibile o più resistente) ad ammalare di determinate malattie (v. costituzione).

In questa categoria entrano anche molte predisposizioni locali, per cui ciascun individuo presenta particolare suscettibilità in determinati organi o sistemi (sensibilità dei bronchi, dei polmoni, della gola, dell'intestino, ecc.).

Oltre a tutti i fattori predisponenti di natura ereditaria sinora considerati, dobbiamo ricordare le innumerevoli influenze ambientali, che intervengono nella vita extrauterina e a lungo andare modificano il terreno organico rendendolo più o meno predisposto a certe malattie: così il mestiere, il tipo di alimentazione, il clima, le abitudini di vita, ecc. creano, secondo i casi, una maggiore o minore suscettibilità verso determinati agenti morbosi. Infine si deve ricordare che lo stato di funzione degli organi è talora un fattore predisponente di notevole importanza. L'utero mestruante, lo stomaco in attività digestiva, il cervello in pieno lavoro sono altrimenti sensibili a varî stimoli (freddo, traumi, veleno) che non quando sono in riposo.

Tutto quanto è stato detto finora concerne differenze di suscettibilità che stanno, o possono stare, nei limiti della normalità. L'essere, per esempio, un uomo, o un bambino, o un negro, o un abitante di climi caldi, altrimenti sensibile verso certi stimoli morbigeni, che non una donna, o un vecchio, o un bianco, o un abitante delle regioni polari, sono tutte condizioni normali: si parla perciò di condizioni o fattori predisponenti fisiologici.

Ma non meno importante è lo studio dei fattori predisponenti patologici. Essi consistono nell'influenza esplicata da una data condizione abnorme o da una malattia nel facilitare l'insorgenza di altre condizioni abnormi o malattie.

Lo strapazzo (ben diverso dalla semplice fatica, che è salutare) sia fisico sia mentale, le malattie pregresse, le intossicazioni, il denutrimento cronico o la mancanza di certe vitamine, il freddo o il caldo eccessivi o mal tollerati per insufficiente difesa o assuefazione, i mestieri insalubri, ecc. sono la causa prima di svariatissime malattie, specialmente infettive. Basterà citare la predisposizione creata dal morbillo per la broncopolmonite, dal diabete e dall'alcoolismo cronico verso la tubercolosi, dai patemi d'animo, associati agli strapazzi e alla cattiva nutrizione (guerre, terremoti), verso le più diverse infezioni, favorendo così lo svluppo di epidemie. La conoscenza degl'innumerevoli fattori predisponenti, che influiscono sullo sviluppo dei morbi, dimostra come il più delle volte le cause delle malattie non siano semplici, ma complesse, e come in realtà fattori apparentemente secondari possano avere grande importanza causale.

In senso più largo e meno appropriato si possono considerare come cause predisponenti anche fattori puramente estrinseci all'organismo. Così, p. es., si può dire che la stagione estiva predispone alla malaria, ciò che dipende evidentemente da un fattore ambientale, quello della presenza delle zanzare malarigene. Ma, come abbiamo già accennato, in simili casi si tratta piuttosto di una maggiore esposizione che di una vera predisposizione.