PRERAFFAELLISMO

Enciclopedia Italiana (1935)

PRERAFFAELLISMO

Mario Praz

Dottrina propugnata da un gruppo di giovani artisti inglesi che, intorno al 1850, si unirono per opporsi alle convenzioni allora esistenti in arte e in letteratura, con un ritorno a tradizioni che essi supponevano proprie dell'arte europea prima dell'avvento di Raffaello.

Simili movimenti erano sorti già nella prima parte del secolo in Germania, con F. Overbeck e i Nazareni; in Francia, col gruppo lionese in parte ispirato da J.-A. D. Ingres (specialmente H. Flandrin); in Belgio con F. Navez. In. Inghilterra la corrente attinse particolare vigore alle tendenze idealistiche e mistiche della razza, che erano ignorate dalla pittura accademica in voga, aneddotica, elegante e superficiale (Maclise, Cattermole, Mulready, Leslie). Il preraffaellismo, più che una corrente esotica, quale una parziale osservazione delle opere (specialmente di quelle del Rossetti) potrebbe far credere, è una reazione tipicamente conforme agl'istinti anglosassoni contro il materialismo e lo sfruttamento delle classi lavoratrici, conseguenze del troppo rapido sviluppo della civiltà industriale. Questo stato di cose, che doveva culminare nelle rivoluzioni del 1848, provocò nel resto d'Europa l'avvento d'un ispirato realismo; in Inghilterra, un "ritorno alla natura" impregnato di misticismo evangelico. In William Blake, il mistico rivoluzionario della fine del Settecento, i preraffaelliti dovevano scoprire un precursore, per il quale, come per loro, l'Inghilterra si rianima del soffio religioso della Bibbia. Contro il tetro quadro della società industriale essi esaltano l'Inghilterra delle leggende cavalleresche e delle fiabe celtiche, l'Inghilterra cristiana che ha nella versione della Bibbia il più popolare dei suoi classici. L'influsso di Dante, specialmente il Dante della Vita Nuova, e dei maestri del primo Rinascimento italiano, aggiunse una nota di languore sensuale e di simbolismo erudito che finì per divenire l'aspetto più vistoso e criticato del preraffaellismo.

Le manifestazioni pittoriche precedettero le letterarie, ma i fondatori della Pre-Raphaelite Brotherhood, benché pittori, erano tutti in maggiore o minor misura imbevuti di lettere. Nel 1848 Dante Gabriele Rossetti, Holman Hunt, John Everett Millais, pittori, e lo scultore Thomas Woolner (il più anziano aveva ventitré anni, il più giovane diciannove) si trovarono insieme nelle Royal Academy Schools, a condividere la stessa avversione per l'arte ufficiale. Il comune sentimento e l'entusiasmo giovanile nascosero ai loro occhi le fondamentali differenze delle loro nature, e i quattro artisti, a cui dovevano associarsi due critici, Frederick George Stephens e il fratello del Rossetti, William Michael, e il pittore James Collinson, fondarono nel 1848 la famosa confraternita, le cui iniziali, P.R.B., che accompagnavano le loro firme, furono poi oggetto d'ironia da parte dell'ambiente ostile. Venne a contatto col movimento anche Ford Madox Brown, il robusto e drammatico pittore di Chaucer e di altri soggetti storici e letterarî.

I primi quadri esposti furono Rienzi del Hunt e Lorenzo e Isabella del Millais, nel 1849; la Bottega del Falegname e Ferdinando e Ariele del Millais, e Britanni convertiti che proteggono dai druidi un missionario cristiano del Hunt nel 1850. Alcuni di questi quadri ebbero successo di vendita, e le critiche del 1849 furono assai miti, mentre il primo numero di The Gerri (gennaio 1850), la rivista d'arte e lettere pubblicata dai preraffaelliti (The Germ: Thoughts towards Nature in Poetry, Literature, and Art), fu salutata da un critico come una grande promessa. Seguì poi un periodo di persecuzioni da parte della critica ufficiale e del pubblico, ma nel 1851 i preraffaelliti trovarono un paladino in John Ruskin, e nel 1853, l'anno del trionfo di Millais, la battaglia poteva considerarsi quasi vinta. Solo contro Rossetti si accanì la persecuzione; gli attacchi contro il quadro Ecce Ancilla Domini, lo distolsero dal dipingere altri soggetti direttamente sacri e dall'esporre in pubblico. Il Germ poco contribuì alla polemica, che si svolse soprattutto nel campo delle arti plastiche; il giornale cessò le sue pubblicazioni alla fine dell'anno. È tuttavia importante per aver rivelato il Rossetti e la sorella Christina come poeti. Assai meno importanti i disegni del Germ, benché il primo numero contenesse la dichiarazione che il gruppo avrebbe "incoraggiato e inculcato una completa aderenza alla semplicità della natura". Su questo punto i preraffaelliti s'incontravano con il Ruskin, che predicava il ritorno dell'arte a umile e fervida ancella della verità, cioè della natura. La funzione umana ed elevatrice dell'arte era esaltata dal Ruskin, che approvava nei preraffaelliti quel loro rompere con la tradizione del maturo Rinascimento "fatta di pigrizia, d'infedeltà, di sensualità, di frivolo orgoglio". I Modern Painters del Ruskin son tutto un inno alla poesia dei pur minimi particolari della scena naturale. Codesta concezione fu soprattutto tradotta con una meticolosità che stanca da Holman Hunt, che nell'attenzione per gli accessorî finisce per perdere di vista l'insieme. Ben diversa tempra d'artista era il Rossetti, le cui tele, conformemente a un altro assioma del Ruskin, sono architettate e cadenzate come le sue strofe. Sicché l'etichetta preraffaellita copriva tendenze diversissime e in parte opposte e non meraviglia che la Brotherhood, come gruppo omogeneo, cessasse di esistere dopo il 1852: Millais fu eletto alla Royal Academy e cessò di essere intimo del Rossetti; Hunt si orientò verso lo studio della natura e degli effetti di luce della Palestina; il Woolner si recò in Australia; il Collinson presto si dimise per motivi religiosi.

Fin dopo il 1860 i preraffaelliti furono considerati solo come novatori in pittura, nonostante che il loro movimento poetico fosse stato chiaramente annunciato nel Germ. Il primo volume di William Morris (The Defence of Guenevere, 1858), le versioni rossettiane dei poeti italiani anteriori e contemporanei a Dante (The Early Italian Poets fronz Ciullo d'Alcamo to Dante Alighieri, 1861), i due notevoli drammi dello Swinburne, una nuova recluta preraffaellita (The Queen Mother, Rosamond, 1860) non riuscirono dapprima ad attirare l'attenzione del pubblico. Solo Goblin Market and other Poems di Christina Rossetti, 1862, ottenne successo: onde lo Swinburne ebbe a chiamare la poetessa "la nostra Giaele". Ma l'attenzione del pubblico si concentrò anche sulla letteratura preraffaellita dopo lo scandalo suscitato dai Poems and Ballads dello Swinburne nel 1866; e probabilmente il Rossetti non sarebbe stato violentemente assalito per i suoi Poems (1870) da Robert Buchanan col famoso articolo: The Fleshly School of Poetry, nella Contemporary Review dell'ottobre 1871, se poesie come Laus Veneris, Anactoria, Dolores, dello Swinburne non avessero provocato una specie di lega del buon costume fra i critici ufficiali. Simili attacchi accelerarono presso il Rossetti e lo Swinburne la formulazione della teoria dell'arte per l'arte, con l'insistenza sugli elementi tecnici e sensuali d'un'opera d'arte come primarî e perfino sufficienti, giungendosi così al punto opposto a quello di partenza, che coincideva con la concezione ruskiniana della funzione umana e sociale dell'arte. Così il preraffaellismo si evolveva in estetismo, richiamandosi da un lato al Keats arcaicizzante e più superficiale, indicando, dall'altro, la via al Pater e al Wilde. Molto, su questa fase, agirono gl'influssi stranieri, di Théophile Gautier e dei romantici francesi, e della famosa versione di Omar Khayyām dovuta al Fitzgerald, nonché, naturalmente, dei poeti italiani tradotti dal Rossetti.

In poesia, se il Rossetti fu il maestro, fu il Morris a fornire i modelli più imitabili, esercitando per questo rispetto più influsso sullo Swinburne del Rossetti medesimo; in ogni modo, l'impronta rossettiana è discernibile nei poeti successivi che ebbero qualche importanza. In pittura, i migliori tra gli artisti secondarî subirono più l'influsso delle opere preraffaellite iniziali, quelle più strettamente aderenti al programma del movimento, che non delle opere mature del Rossetti e del Burne-Jones. Più che pittori, il Morris e il Burne-Jones, furono decoratori: ma l'aspetto illustrativo è preminente in tutti i preraffaelliti, nelle meticolose miniature di Holman Hunt e del Millais, nelle ardenti e languide tele dello stesso Rossetti. Invero furono gl'illustratori di periodici e di libri dal '60 al- '70 che divulgarono il gusto per l'arte preraffaellita, soprattutto il Millais, Madox Brown, Boyd Houghton, Frederick Sandys. Ed è curioso notare come i pittori della Royal Academy, così ligi a un'arte che era pura illustrazione (Wilkie, Leslie, Landseer, ecc.), avversassero proprio il più grande gruppo d'illustratori che l'Inghilterra abbia mai avuto: i preraffaelliti. (V. tavv. LV-LVIII).

Bibl.: J. Ruskin, Letters to The Times on the principal Pre-Raphaelite Pictures in the Exhibition of 1854, Londra 1876; W. Holman Hunt, Pre-Raphaelitism and the Pre-Raphaelite Brotherhood, Londra 1905; R. de la Sizeranne, La peinture anglaise contemporaine (1844-1894), Parigi 1895; T. Earle Welby, The Victorian Romantics, 1850-70, Londra 1929; F. Bickley, The Pre-Raphaelite Comedy, Londra 1932; C. Housman, Pre-Raphaelitism in Art and Poetry, in Royal Society of Literature Essays, XII (1933); M. Vinciguerra, Il preraffaelismo inglese, Bologna 1923; A. Agresti, I preraffaellisti, Torino 1908; A. Braschi, I Preraffaelliti, Milano 1910; L. Luxardo, Preraffaelliti e preraffaellismo in Inghilterra, Bologna 1929. Vedi anche le bibl. sotto i singoli artisti.