Prometeo

Enciclopedia Dantesca (1970)

Prometeo (Prometeus)

Matilde Luberti

Personaggio del mito e del culto della Grecia antica, noto anche ai Romani; è uno dei Titani, figlio di Giapeto e dell'oceanide Climene; dona il fuoco agli uomini sottraendolo a Zeus, che lo punisce incatenandolo a una colonna e facendogli divorare da un'aquila il fegato, che sempre ricresce. Secondo un'altra versione del mito, accolta da Platone nel Protagora, P. sarebbe stato il creatore degli uomini.

Il mito di P. è ricordato da D. in Cv IV XV 8, dove, a proposito della mondiale constituzione e della credenza che la generazione umana provenisse da una duplice causa, il seme divino e la terra, e nascesse da un solo primo uomo, D. traduce liberamente Ovidio Met. I 78-83: La quale [terra], mista con l'acqua del fiume, lo figlio di Iapeto, cioè Prometeus, compuose in imagine de li Dei, che tutto governano (per il passo v. GIAPETO).

Nonostante questo passo, e anzi proprio per il valore di esso come semplice citazione e volgarizzamento, si può affermare che il mito di P., in quanto simbolo della forza creatrice dell'uomo e della sua audacia nello sfidare la divinità, è sostanzialmente estraneo al pensiero dantesco.

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