Pupilla

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In anatomia, l’orifizio circolare situato al centro dell’iride, attraverso cui penetra nell’occhio la luce. In uguali condizioni di illuminazione le p. hanno uguale ampiezza nei due occhi (isocoria); si dilatano (midriasi) e si restringono (miosi) grazie all’attività dell’apparato muscolare dell’iride, per effetto degli stimoli luminosi, negli atti di accomodazione, per l’intervento di particolari fattori (farmacodinamici, ormonici, psichici) che agiscono sul sistema nervoso vegetativo. La stimolazione del parasimpatico o la paralisi dell’ortosimpatico causano la miosi, mentre le condizioni inverse provocano la midriasi. La mancanza congenita delle p. è l’acoria, la molteplicità può essere vera (policoria) o apparente (pseudopolicoria).

La misurazione del diametro dell’apertura pupillare (pupillometria) si effettua con il pupillometro; tale diametro può essere riprodotto su apposito grafico utilizzando un apparecchio detto pupillografo; la distanza fra i centri delle p. si misura con il pupillostatometro.

Le principali alterazioni della motilità pupillare consistono nell’assenza del riflesso dell’accomodazione e di quello fotomotore. Caratteristica della paralisi pupillare amaurotica è di manifestarsi solo per la stimolazione diretta dell’occhio colpito, mentre la stimolazione nel lato sano fa contrarre anche la p. dell’occhio amaurotico per la conservazione del riflesso fotomotore consensuale. La pupillotonia rappresenta una condizione patologica, prevalentemente unilaterale, della p., caratterizzata da presenza di una media midriasi con perdita quasi completa del riflesso fotomotore, diretto e consensuale, e con lenta costrizione dalla luce, seguita da una successiva torpida ridilatazione.

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