Puttana

Enciclopedia Dantesca (1970)

puttana

Lucia Onder

. " Prostituta ", " meretrice ": detto di Taide (If XVIII 133) e dell'immagine femminile che nel Paradiso terrestre appare seduta sul mostro (la bestia dell'Apocalisse 17, 1-5 " Et vidi mulierem sedentem super bestiam ") nel quale si è trasformato il carro allegorico: la puttana sciolta... con le ciglia intorno pronte (Pg XXXII 149, e ancora al v. 160), raffigurata nell'atto di trescare con il suo feroce drudo (il gigante), e che rappresenta la Curia romana degenerata e corrotta durante i pontificati di Bonifacio VIII e Clemente V, pronta a tessere relazioni con i re di Francia (per l'appunto il gigante), in particolare con Filippo il Bello.

La simbologia della p. appare particolarmente significativa per l'atto che compie rivolgendo l'occhio cupido e vagante verso D. (che qui rappresenterebbe la generalità del popolo cristiano), il che spinge il gigante a flagellarla dal capo infin le piante. Infatti " ogni fiata che li papi hanno guardato verso lo popolo cristiano, cioè hanno voluto rimuoversi e astenersi da tale avolterio, li detti giganti, cioè quelli della Casa di Francia, hanno flagellatoli e infine mortoli, e ridottoli a suo volere " (Lana). Infine il gigante, di sospetto pieno e d'ira crudo, scioglie il mostro (la nova belva) dalla pianta cui era legato quando era ancora carro, e lo trae dentro la selva, che è ora divenuta " quasi scudo che involava allo sguardo di Dante tanta vergogna " (Tommaseo).

Per qualche commentatore il simbolo della p. è da intendersi in senso più ristretto: non tanto la Curia quanto propriamente la persona di Bonifacio VIII, p. perché non papa legittimo ma " adulterato " in quanto era stato creato " non per virtù e santità ma per forza d'oro " (Daniello); e la flagellazione del gigante sarebbe causata dalla sanzione che Bonifacio diede della pace del 1303 tra Carlo d'Angiò e Federico di Sicilia.

In Fiore CXCII 7 il termine p. è nelle parole della Vecchia, accompagnato dall'aggettivo comune, " volgare ", che ne accresce il senso dispregiativo.

Bibl. - Per il personaggio simbolico di Pg XXXII, v. PROCESSIONE MISTICA, e inoltre il commento lipsiense dello Scartazzini, ad l.; F. Tocco, in Lett. dant. 1303-1322; G. Fallani, in Lett. Scaligera II 1189-1206.