Tibetana, questione

Dizionario di Storia (2011)

tibetana, questione


Controversia relativa all’indipendenza del Tibet, nella quale le posizioni dei tibetani si contrappongono a quelle della Repubblica popolare cinese. La questione t. nasce, in termini di problema internazionale, molto prima della fuga in India del XIV (1959). In seguito all’invasione del 7 ott. 1950 dell’Esercito popolare di liberazione ai comandi del generale Zhang Guoha, l’Assemblea nazionale tibetana (Tshongdu) decise di far assumere i pieni poteri al dalai lama, allora quindicenne. Per misura cautelativa il giovane Tenzin Gyatso si recò nella valle di Chumbi (confine indiano) dove, insieme al suo governo, svolse un’intensa attività diplomatica con tutte le parti in causa: India, Cina, Gran Bretagna e USA. Con l’invio di un appello alle Nazioni Unite per la prima volta si poneva sul tappeto internazionale il problema del Tibet (7 nov. 1950). Nei seguenti cinquant’anni il dibattito sulla questione t. si è svolto sulla base di due opposti punti di vista: per il primo, il Tibet era uno Stato di fatto indipendente (proclama del XIII dalai lama) conquistato militarmente dai comunisti cinesi, mentre per il secondo, il Tibet è un Paese che appartiene tradizionalmente alla Cina, addirittura fin dai tempi della dinastia Yuan (1270- 1368). Quando nell’ott. 1949 i comunisti cinesi presero il potere, dichiararono subito di considerare il Tibet parte inalienabile della Cina, così come avevano fatto Yuan Shikai (1859-1916), Sun Zhonshan (1866-1925 ), e Jiang Jieshi (1887-1975). Il 1 nov. 1950 la Repubblica del Salvador chiese che si discutesse la questione t. davanti all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, ma il 4 nov. la questione fu aggiornata sine die. Una seconda richiesta presentata il 1 dic. dal governo tibetano perché gli USA sostenessero l’appello dei tibetani alle Nazioni Unite non fu presa in considerazione per l’opposizione del governo indiano e il mancato sostegno dell’Inghilterra. Il 23 maggio 1951 si arrivò all’Accordo detto in 17 punti secondo il quale la Cina, pur riconoscendo la speciale posizione autonoma del Tibet, stabiliva che il Paese era parte integrante della Repubblica popolare cinese. Soltanto il 20 dic. 1961 l’Assemblea generale delle Nazioni unite mise in agenda la discussione sulla questione tibetana. Fu approvata una risoluzione favorevole al principio dell’autodeterminazione per il popolo tibetano con 56 voti a favore, 11 contrari e 29 astenuti. La risoluzione non ebbe alcun effetto. Il 6 sett. 1965 la Regione autonoma del Tibet (RAT) fu ufficialmente inaugurata: territorialmente comprendeva solo il Tibet centrale e occidentale, mentre Kham e Amdo furono incorporati nelle province cinesi Qinghai, Gansu, Sichuan e Yunnan. Una seconda risoluzione a favore del popolo t. fu votata nella XX Assemblea delle Nazioni Unite il 18 dic. 1965, con 43 voti favorevoli, 26 contrari e 22 astenuti. La Rivoluzione culturale cinese (1966 -76) determinò numerose rivolte del popolo t., che continuarono anche negli anni Ottanta, nonostante una politica meno dura venisse adottata dal PCC, in particolare a opera di Hu Yaobang (1915-89). Le sollevazioni degli anni 1987-89 terminarono con l’imposizione della legge marziale e la questione t. fu di nuovo all’attenzione del dibattito internazionale. Tra il 1987 e il 1992 ci furono da parte del Congresso statunitense otto risoluzioni e sei disegni di legge che condussero alla formulazione del Foreign relations authorization act (1991), in cui si proclamava che il Tibet era un Paese occupato illegalmente e si invitavano i dirigenti cinesi al rispetto del principio di autodeterminazione dei popoli. Nel corso del tempo i termini della questione t. si sono spostati dal problema dell’indipendenza a quello dei diritti umani (rapporti della Commissione internazionale dei giuristi di Ginevra: 1959, 1997); il governo cinese, dal canto suo, afferma che l’appartenenza del Tibet alla Cina ha consentito passi avanti significativi nella condizione delle donne e nel superamento di un regime patriarcale egemonizzato dalle autorità religiose. Negli ultimi trent’anni la politica cinese in Tibet si è focalizzata sullo sviluppo economico del Paese (xibu da kaifa) e in questa prospettiva si sono svolti quattro work forum (1980, 1984, 1994, 2001). Le dimostrazioni anticinesi che hanno avuto luogo in tutto il mondo durante lo svolgersi delle olimpiadi di Pechino (2008) hanno evidenziato come la questione t. sia ancora irrisolta.

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