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Enciclopedia Dantesca (1970)

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Ugo Vignuzzi

. Nominativo del pronome relativo latino, che ricorre alcune volte nell'opera volgare di Dante. È riferito ad Amore, nella frase attribuita allo spirito de la vita (Ecce deus fortior me, qui... dominabitur michi, Vn II 4), o a Dio, nelle parole solenni che chiudono il libello (Beatrice… mira ne la faccia di colui qui est per omnia saecula benedictus, XLII 3). Anche nel ‛ descort ' trilingue: miserum eius cor qui praestolatur (Rime dubbie V 8).

qui. - L'avverbio dimostrativo locativo è ben rappresentato in tutti i suoi diversi usi nelle opere di D.: Vita Nuova 14 volte, Rime 8, Convivio 86, Commedia 190, Fiore 9 (non vi sono attestazioni nel Detto), per un totale di 307 volte.

Per qui di Cv IV II 4 (nei codici), integrato dagli editori in qui [vi], si confronti l'ediz. Simonelli, ad locum.

1. Con impiego più generale, indica un luogo vicino a chi parla, in condizione sia di stato che di moto (e può indicare anche, rispettivamente, una posizione fissa ovvero una direzione).

1.1. Con riferimento di stato in luogo, in cui può avere valore deittico più o meno forte (accompagnato o vicario di un'ostensione gestuale), l'avverbio è caratteristico nel sintagma ‛ essere q. ': Vn XII 12 21 Amore è qui, che... / lo face... cangiare (si può confrontare la lunga annotazione ad l. del Barbi), XXII 6; Cv IV XXII 14 (che traduce il " non est hic " di Marc. 16, 6); If VIII 81 " Usciteci ", gridò: " qui è l'intrata " (la collocazione dell'avverbio al principio di frase pone in evidenza l'indicazione gestuale; cfr. anche Pg XVII 47 e XIX 43, e anche XXIV 140); IX 127, XII 17 Forse / tu credi che qui sia 'l duca d'Atene; XV 30 Siete voi qui, ser Brunetto? (si noti come in questo luogo la fortissima posizione accentuativa di q. all'interno del verso lo ponga nel massimo risalto); XVIII 66 Via, / ruffian! qui non son femmine da conio (in forma negativa); XXX 116; Pg IV 18 Qui è vostro dimando; XI 89 ancor non sarei qui, se non fosse / che..., e 122, XIII 92 (con rafforzamento che ne precisa la collocazione locale); vedi anche diversi tra i casi seguenti, XXVI 56 non son rimase acerbe né mature / le membra mie di là, ma son qui meco; XXVII 21, XXXII 100 Qui sarai tu poco tempo silvano; Pd XII 133 e 139 Ugo da San Vittore è qui con elli / ... Rabano è qui; XXII 49-50 Qui è Maccario, qui è Romoaldo, / qui son li frati miei.

Si può inoltre considerare il caso di Pg XII 92 Venite: qui son presso i gradi, e ancora XXVIII 142-143 Qui fu innocente l'umana radice; / qui primavera sempre e ogne frutto, in cui il secondo verso, con ardita ellissi del predicato, va ascritto senz'altro al modulo qui trattato; analogamente, si può ragionevolmente supporre che il primo verso vada interpretato alla stessa stregua, cioè scindendo il verbo dall'aggettivo che lo segue, e collegandolo all'avverbio immediatamente precedente (com'è indicato anche dalla scansione del verso).

Pure If XXVIII 86 Quel traditor che... / tien la terra che tale qui meco / vorrebbe di vedere esser digiuno, sia che si legga così con il Petrocchi, sia che si preferisca con la '21 tal è qui meco, e sia ancora s'interpunga, come vuole il Camilli (in " Lingua Nostra " XIII [1952] 112), tal (è qui meco!).

Il costrutto ‛ q. ha ' per ‛ q. c'è ' compare in Fiore LXXXI 3 Qui ha gente d'alt'affare! (uso ben attestato nell'italiano antico: cfr. la voce avere 3.5. e 3.6.; il Dizionario del Battaglia, sub v. ‛ avere ' 25, e inoltre, in particolare, Giamboni Il libro de' vizi e delle virtudi, ediz. Segre, Torino 1968, 15 n. 2).

Analogamente con valore deittico, con altri verbi stativi, come ‛ stare ', ‛ rimanere ', ecc., in Vn XII 14 39 reman tu qui con lei, e XXII 10 10; If VIII 92, e 106 qui m'attendi; XVII 69 'l mio vicin Vitalïano / sederà qui dal mio sinistro fianco, e XXXII 82; Fiore CCXXV 12 Lo Schifo disse: " Qui non sto più io ", e ancora CLV 6 son messa qui per te nodrire, e CXXXVIII 9 Vedete qui fermagli ch'e' le manda.

1.1.1. L'avverbio, in impiego deittico, compare anche nella frase nominale (ellittica) ‛ ecco q. ': Pg XXV 29 Ma perché dentro a tuo voler t'adage, / ecco qui Stazio, e Fiore CXXV 2; a tale uso si può raccostare il modulo ‛ questo q. ', presente in Vn XL 2 li loro penseri sono d'altre cose che di queste qui.

1.2. Il valore locativo è più generico altrove, con riferimento a qualche luogo o a qualcosa che si è indicato in precedenza, o s'indicherà immediatamente nel seguito, o comunque è ben conosciuto dal parlante e/o dagli ascoltatori (uso ‛ anaforico ': cfr. Brodin, pp. 185-187, e anche 31-33), come in Rime CXVI 67 lasso! non donne qui, non genti accorte / veggio (da contrastare, per l'opposizione q. deittico / anaforico, con Fiore CXXXVIII 9 sopra riportato) e in Cv III V 11 E qui imaginiamo un'altra cittade. Nella Commedia (ma si veda anche 1.3.), è impiegato con forte frequenza a indicare uno dei tre regni oltremondani o una delle loro rispettive parti: l'Inferno o i suoi gironi, in If VII 24 e 25 così convien che qui la gente riddi. / Qui vid'i' gente più ch'altrove troppa; VIII 48 e 50, IX 130, X 80, XVIII 58 (cui corrisponde questo loco del v. 59), XIX 72 sù l'avere e qui me misi in borsa; XX 28, XXI 48, 49 (in questi ultimi tre casi è da rilevare l'occorrenza dell'avverbio al principio di frase, cioè in posizione forte, come in XXX 94), e 53, XXVIII 34 (in rima, come pure in Pg XXIII 78), e 78 (analogamente, ma con riferimento al Purgatorio, in Pg XXIII 109), XXIX 92, XXX 76 (contrapposto al sù del v. 75), XXXI 125, XXXII 115, XXXIII 120, XXXIV 118 Qui è da man, quando di là è sera (cfr. Pg XV 6), e 125; si può aggiungere, per il suo valore più particolare, con riferimento all'‛ avello ', X 118 Qui con più di mille giaccio; il Purgatorio e i suoi cerchi: Pg III 145 qui per quei di là molto s'avanza; VIII 120 a' miei portai l'amor che qui raffina; IX 26, XI 70, 72 (rafforzato: qui tra ' morti), e 88, XII 5, XIII 10, 107 e 133, XV 6 vespero là, e qui mezza notte era, XVII 83 (qui nel giro) e 87, XIX 114, 115, 120 e 123, XXI 43 e 81, XXII 51, XXIII 66, XXIV 16 (al principio di frase); più particolarmente riferito al Paradiso terrestre: XXVII 135, XXVIII 94, XXX 75 non sapei tu che qui è l'uom felice?, e XXXI 106 Noi siam qui ninfe e nel ciel siamo stelle, XXXIII 116; con valore più particolarmente puntualizzante, in IV 27 Vassi in Sanleo e discendesi in Noli, / montasi su in Bismantova e 'n Cacume / con esso i piè; ma qui convien ch'om voli (si veda anche X 10); il Paradiso e i suoi cieli: Pd III 30, 50, 64, 75 e 77, IV 37 e 50, IX 32 Cunizza fui chiamata, e qui refulgo, e 103 Non però qui si pente, ma si ride; e ancora al v. 106, XIX 14, XXI 62, 72 e 100 (La mente, che qui luce, in terra fumma), XXIV 71, XXV 123, XXIX 58; più particolarmente riferito all'Empireo: XXX 43, XXXII 60, XXXIII 10.

Sempre nella Commedia, riferito alla terra, o al mondo e alla vita terrena: If XXIX 57 la ministra / de l'alto Sire infallibil giustizia / punisce i falsador che qui registra (" in terra, nel mondo, cioè quando sono in vita, si deve intendere coi più ", Mattalia); XXXII 15 Oh sovra tutte mal creata plebe / ... mei foste state qui pecore o zebe; Pg X 96, XXXI 84 Beatrice... vincer pariemi più sé stessa antica, / vincer che l'altre qui, quand'ella c'era; XXXII 61, Pd I 55 Molto è lecito là, che qui non lece; II 12 e 37, IX 71 Per letiziar là sù fulgor s'acquista, / sì come riso qui; ma giù s'abbuia ...; XII 16, XIV 25 Qual si lamenta perché qui si moia / per viver colà sù, non vide..., e 112; XVIII 22 Come si vede qui alcuna volta / l'affetto ne la vista (" in terra ", Scartazzini-Vandelli), XXI 141; in altre opere, nel Convivio: II IV 10, III Amor che ne la mente 24 Ogni Intelletto di là su la mira, / e quella gente che qui s'innamora / ne' lor pensieri la truovano ancora, ripreso in VI 7, XIII 3 (dov'è spiegato dallo stesso D.: ‛ qui ', cioè in questa vita), 4 e 6; III XV 9 l'umano desiderio è misurato in questa vita a quella scienza che qui avere si può; IV XXII 17 la nostra contemplazione Dio sempre precede, né mai lui giugnere potemo qui, e 18 la somma beatitudine, la quale qui non si puote avere.

1.3. L'avverbio è usato anche in condizioni di moto a luogo, in Rime LXV 7 Qui non voglio mai tornare; LXVII 80, CIV 33 nostra natura qui a te ci manda (con determinazione localistica rafforzativa), e CXVI 84; If III 92, e 123 quelli che muoion ne l'ira di Dio / tutti convegnon qui d'ogne paese (con riferimento all'Inferno, come in X 11, XIII 106, XXVIII 57, XXIX 111), e IX 9 Oh quanto tarda a me ch'altri qui giunga!; Pg II 111 l'anima mia, che, con la sua persona. / venendo qui, è affannata tanto (analogo modulo in XVI 39); VI 39 cima di giudicio non s'avvalla / perché foco d'amor compia in un punto / ciò che de' sodisfar chi qui si stalla (con chiaro riferimento al Purgatorio); IX 61 e XXVII 130; Fiore CXXXII 10 Or pare che sia piaciuto al Salvatore / d'averci qui condotti.

2. Il valore localistico (sempre in anafora) può essere alquanto metaforizzato, come in Pd I 106 Le cose tutte quante / hanno ordine tra loro, e questo è forma / che l'universo a Dio fa simigliante. / Qui veggion l'alte creature l'orma / de l'etterno valore (cfr. Pg XVII 22; si possono anche vedere i casi di Rime CVI 99 e CXVI 64).

Più spesso, l'avverbio può venire riferito a un momento particolare di una narrazione, di un discorso, un ragionamento, o soltanto a un passo contestuale precedente (anche solo logicamente, come avviene per le citazioni delle ‛ auctoritates '), e ha allora il valore di " a questo punto ", " a questo proposito ", " in tal passo ", e simili.

Così in Vn XXV 1 Potrebbe qui dubitare...; Cv I II 11 villania fa chi loda o chi biasima dinanzi al viso alcuno... salva qui la via de la debita correzione; XII 12 Di questa vertù innanzi dicerò più pienamente nel quartodecimo trattato; e qui lasciando, torno al proposito; II VIII 4 Veramente qui nasce un dubbio (ancora in IV XII 11, e cfr. inoltre I II 4, e anche III XV 7), XII 10; III V 3 per lo mondo [cioè per la parola ‛ mondo ' che compare nel v. 19 di Amor che ne la mente, di cui questo passo è il commento] io non intendo qui tutto 'l corpo de l'universo; X 4 basti qui tanto avere detto (contrapposto ad altrove immediatamente seguente; si veda anche IV XXVII 11, dove peraltro l'avverbio è in rafforzamento determinativo con al presente); XIII 10 E qui si vede s'umil è sua loda (analoga occorrenza allo stesso paragrafo), e XIV 1; IV Le dolci rime 100 ciò ch'io dett'ho qui sia per supposto; II 5 E qui non è da trapassare con piede secco ciò che si dice in ‛ tempo aspettare ' (casi simili ai §§ 11 e 16, e si veda inoltre XXVI 5); XXII 10 se volesse chiamare animo l'appetito sensitivo, qui non ha luogo, e XXVII 19; If XIV 120 qual sia quello stagno / tu lo vedrai, però qui non si conta; XVI 127, XIX 88, XXV 143 e qui mi scusi / la novità se fior la penna aborra; Pg I 7 e 9 Ma qui la morta poesì resurga / ... e qui Calïopè alquanto surga; VIII 19, XV 92 E come qui si tacque, / ciò che pareva prima, dispario; XXX 63 [il] suon del nome mio, / che di necessità qui si registra, e XXXIII 119; Pd XI 27, XIV 103 Qui vince la memoria mia lo 'ngegno; XVIII 9 qual io allor vidi / ne li occhi santi amor, qui l'abbandono, e infine XXXIII 142 A l'alta fantasia qui mancò possa.

Analogamente ai casi immediatamente sopra esaminati, si potranno considerare qui anche questi altri tipi: If X 96 quel nodo / che qui ha 'nviluppata mia sentenza; Pg VI 22 Pier da la Broccia dico; e qui proveggia, / mentr'è di qua, la donna di Brabante (vale: " e in ciò ", " a questo riguardo, proposito "); XVIII 46 Quanto ragion qui [" in questa questione "; Scartazzini-Vandelli: " intorno questa materia "] vede, / dir ti poss'io; Pd IV 99 Piccarda... par qui meco contradire (" in questa questione ", come sopra); VIII 117 qui ragion non cheggio; XXII 96 Veramente Iordan vòlto retrorso / più fu... quando Dio volse, / mirabile a veder che qui 'l soccorso (" in ciò ", cioè, con il Mattalia, " alla dilagante corruzione degli ordini monastici "); XXXII 66 e qui [" a questo riguardo "] basti l'effetto. Si vedano pure i casi di Cv I VII 13 lo latino l'averebbe esposte a gente d'altra lingua... e qui averebbe passato lo... comandamento; IV IX 12 sì com'è dare lo seme a la terra (qui si vuole attendere la volontà de la natura), sì com'è uscire di porto (qui si vuole attendere la naturale disposizione del tempo).

Con altri, e più frequenti moduli locutivi, nel Convivio: ‛ e q. è da sapere ' (cfr. ove 2.2.), I XII 8, III VI 4, VIII 17, XII 6, IV XXVIII 3 (e cfr. IV VI 2, seconda occorrenza); ‛ e q. si vuole sapere ', II IX 4, IV XII 2 e XXX 2; e ancora ‛ e q. si conviene sapere ', III XV 2; ‛ e q. è da vedere ', IV VI 2; ‛ e q. è da notare ', II X 3; ‛ non è q. da tacere ', II V 12. L'impiego dell'avverbio, sempre nel Convivio, è assai frequente con verbi come ‛ dire ' (III XI 1 e 12, IV XXVII 8), ‛ narrare ' (III V 7), ‛ toccare ' (nel senso di " trattare brevemente ": I III 6, II VIII 7; nella Vita Nuova, ‛ trattare ', XXVIII 2, e anche ‛ scrivere ', XXX 2), ‛ ragionare ' (Cv I VIII 18), ‛ considerare ' (III XII 2), ‛ far menzione ' (III XIV 5); e si vedano ancora i tipi di II XI 6 (questo modo si tiene qui), XV 5 (qui si vuole intendere: cfr. IV II 12, X 10, XXII 10, e anche qui si vuole... attendere, II XV 6), IV XIII 7 (qui si risponde), XVI 1 (‛ proporre '), XVIII 4 (qui... si procede), e, da ultimo, ‛ qui si termina ' (II XV 12, III XV 19, e anche II X 11; cfr. qui farem punto, Pd XXXII 140). Per un uso simile del q. si veda anche If VI 76 Qui puose fine al lagrimabil suono, e Pd IX 64 Qui si tacette; ancora If XVII 74, Pg III 44 e Pd XIV 138 (" nelle parole che ho dette ", Barbi).

Con esplicito riferimento a passi delle canzoni (in contesti che non siano stati già esaminati qui da altri punti di vista), in Cv II VI 5 e X 9, III XII 3, e ancora, con riferimento a singole parole delle canzoni, in II VII 8, III VI 10, IV II 4. Andranno infine annoverati qui Cv I III 2, II I 4 e IV IX 15.

In If X 129 E ora attendi qui (sottolineato dall'indicazione gestuale, che del pari non è deittica, ma solo di accompagnamento), e in Fiore CXLVIII 4 la pratica la qual ti fie qui detta, il riferimento è a qualcosa che deve seguire nel discorso; si veda anche Pd V 109 Pensa, lettor, se quel che qui s'inizia / non procedesse...

2.1. In taluni casi il valore di q. è più lato, ad abbracciare nella considerazione tutta l'opera in questione: Vn V 4 certe cosette per rima, le quali non è mio intendimento di scrivere qui, e anche If II 9 o mente che scrivesti ciò ch'io vidi, / qui si parrà la tua nobilitate (in quanto, con ogni probabilità, si riferisce a tutto quel che segue, e non a un momento specifico e puntuale della narrazione).

3. Qualche volta vi può essere uno spostamento dal riferimento spaziale a quello temporale, come si può già osservare, ma con notevole incertezza, in diversi degli esempi su riportati: del pari, tale spostamento di riferimento è precipuo in If III 14 e 15 Qui si convien lasciare ogne sospetto; / ogne viltà convien che qui sia morta, in quanto calco puntuale di Aen. VI 261 " nunc animis opus, Aenea, nunc pectore firmo ". Si veda anche Pd XXIV 128 (e cfr. 4.3.).

4. Per quanto riguarda l'impiego dell'avverbio unitamente ad altri avverbi di luogo o preposizioni, si hanno diversi valori a seconda appunto degli altri avverbi e preposizioni impiegate.

4.1. Il sintagma ‛ di q. ' indica movimento da un preciso luogo (da collegarsi al tipo deittico): If I 114 io sarò tua guida, / e trarrotti di qui per loco etterno; XXX 36 non ti sia fatica / a dir chi è, pria che di qui si spicchi.

Valore totalmente diverso, in direzione genetivale attributiva, ha la preposizione in Pd XXVI 45 l'alto preconio che grida l'arcano / di qui là giù sovra ogne altro bando, sintagma in cui l'avverbio funziona da sostantivo.

4.1.2. Il sintagma ‛ di q. a ' può esprimere tanto una distanza spaziale (come in Fiore CCXI 7 e' non ha di qui a Bologna nessun), quanto (e secondo la Brodin [p. 183] " particolarmente frequente ") una distanza temporale, come in Pg XIV 65 Sanguinoso esce de la trista selva; / lasciala tal, che di qui a mille anni / ne lo stato primaio non si rinselva.

4.2. Il sintagma composto di ‛ per ' e q. indica moto attraverso luogo: If X 62 colui ch'attende là, per qui mi mena.

4.3. L'avverbio può anche accompagnarsi ad altre determinazioni locative, avverbiali o prepositive, che ne specificano il riferimento spaziale con ‛ sù ', If XXXII 99 (El converrà che tu ti nomi, / o che capel qui sù non ti rimagna; da notare l'impiego nominale attributivo del sintagma; ancora, va rilevato che l'avverbio è in deissi); ‛ presso ', Pg XII 92 (qui son presso i gradi, deittico); ‛ presso di ', Rime CVI 148 (Canzone, presso di qui è una donna / ch'è del nostro paese) e If XXXI 101 (Tu vedrai Anteo / presso di qui); ‛ da presso ', Pg XX 122 (al ben che 'l dì ci si ragiona, / dianzi non era io sol; ma qui da presso / non alzava la voce altra persona); ‛ appresso ', Pd IX 113 (questa lumera / che qui appresso me così scintilla), e riferito a un luogo testuale, in Vn XXII 12 (Qui appresso è l'altro sonetto); analogo riferimento a passo testuale con ‛ di sopra ', in Cv III IX 1 (una ballatetta... che pare esser contra quello che qui si ragiona di sopra, cioè nella canzone Amor che ne la mente); con ‛ davanti ', in Fiore LIII 2 se non hai che donar, fa gran promessa / sì com'i' t'ho contato qui davanti, e con il particolare sintagma ‛ da q. innanzi ', in Vn XXXI 2 (cotale modo terrò da qui innanzi), tipo quest'ultimo che può anche avere valore temporale, come in If XXIX 23 (Non si franga / lo tuo pensier da qui innanzi sovr'ello); sempre con riferimento temporale, con ‛ infino (a) ': Pg XXIII 78 Forese, da quel dì / nel qual mutasti mondo a miglior vita, / cinqu'anni non son vòlti infino a qui; Pd I I 6 Infino a qui l'un giogo di Parnaso / assai mi fu; ma or... (in casi come quest'ultimo è presso che impossibile distinguere con precisione tra riferimento temporale ‛ oggettivo ', e riferimento ‛ soggettivo ' della conduzione narrativa, che rinvia a un preciso punto testuale; si vedano anche alcuni tra i casi seguenti); XXIV 120 La Grazia... la bocca t'aperse / infimo a qui come aprir si dovea; XXX 16 Se quanto infino a qui di lei si dice / fosse conchiuso tutto in una loda, / poco sarebbe (tra i casi esaminati questo sembra l'unico ad avere un riferimento testuale senz'altro prevalente); l'aspetto spaziale sembra invece assai forte in Pd XXXIII 23 Or questi, che da l'infima lacuna / de l'universo infin qui ha vedute / le vite spirituali ad una ad una, / supplica a te.

5. In particolari nessi con altri avverbi determinativi di luogo: Pg XVI 57 la sentenza tua... mi fa certo / qui, e altrove, quello ov'io l'accoppio (si confronti il lungo commento ad l. del Petrocchi); Pd XVIII 128 togliendo or qui or quivi / lo pan, e ancora Cv II XV 9 E però è da sapere che qui parla l'una de le parti, e là parla l'altra... Onde non è maraviglia se là dice ‛ sì ', e qui dice ‛ no '; in nesso con ‛ or ' (cfr. Pd XVIII 128, appena citato in 4.3.), in Pd VI 28 Or qui a la question prima s'appunta / la mia risposta, e 91.

Bibl. - G. Brodin, Termini dimostrativi toscani, Lund 1970, 181-186 e passim.