CEPIONE, Quinto Servilio

Enciclopedia Italiana (1931)

CEPIONE, Quinto Servilio (Q. Servilius A. f. Caepio)

Plinio Fraccaro

Governatore della Spagna Ulteriore nel 109-8 a. C., riportò il trionfo sui Lusitani. Console nel 106, propose una lex iudiciaria. Ebbe poi per provincia la Gallia Transalpina, ove s'impadronì del tesoro dell'Apollo celtico di Tolosa, che doveva essere imbarcato per Roma. Ma per via il tesoro fu depredato, e si sospettò che C. fosse d'accordo coi rapinatori. Proconsole accanto al console Cn. Manlio, suo personale nemico, fu per la sua indisciplina causa della tremenda sconfitta che il 6 ottobre 105 i Cimbri, Teutoni ed Ambroni inflissero ai Romani ad Arausio (Orange). Gli fu perciò abrogato l'impertium e venne escluso dal senato. Sappiamo che fu istituita anche una quaestio extraordinaria auri Tolosani, e che per sfuggire alla condanna capitale in un processo comiziale C. dovette recarsi esule a Smirne, ove morì. Ma le notizie su questi processi sono molto discusse; l'ultimo è da alcuni collocato nel 103, da altri nel 95, la quaestio nel 100. Cicerone, Brutus 135, giudicandolo dal punto di vista ottimate, lo dice vir acer et fortis, cui fortuna belli crimini, invidia populi calamitati fuit.

Bibl.: F. Münzer, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., s. 2ª, II, col. 4; id., Römische Adelsparteien und Adelsfamilien, Stoccarda 1920, p. 285; C. Jullian, Histoire de la Gaule, III, Parigi 1909, p. 64 seg.; Greenidge, A History of Rome, I, Londra 1904, p. 476; per la cronologia dei processi v. anche G. Niccolini, I tribuni della plebe e il processo capitole, in Atti società ligustica, III, 924, p. 8 dell'estr. e M. Segre, in Historia, III (1929), p. 620.

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