RADIODIFFUSIONE

Enciclopedia Italiana - V Appendice (1994)

RADIODIFFUSIONE

Gian Mario Polacco

(App. II, II, p. 656; III, II, p. 564; IV, III, p. 136)

Con il termine r. s'intende il sistema atto a portare fino agli utenti, ovunque dislocati sul territorio, segnali-informazioni di qualsiasi tipo, utilizzando allo scopo le radiofrequenze, cioè porzioni dedicate dello spettro delle onde elettromagnetiche. Per la diffusione dei segnali si sfrutta la proprietà delle onde elettromagnetiche di propagarsi nello spazio anche vuoto, assieme alla possibilità, offerta dalle loro caratteristiche ampiezza, frequenza e fase, di essere modulate dai segnali, cioè di ''contenere'' informazioni. In questa sede si considerano soltanto i segnali sonori (voce, musica, ecc.), cioè il sistema radiofonia; per i segnali visivi con il suono associato, v. televisione, in questa Appendice.

Regolamentazione e pianificazione tecnica internazionale e nazionale. - In tutto il campo delle telecomunicazioni utilizzano le radiofrequenze non solo i servizi radiofonici e televisivi ma molti altri, quali i collegamenti tra punti fissi nello spazio (per es. i cosiddetti ponti radio), i collegamenti tra punti mobili (per es. i radiotelefoni portatili), le radiolocalizzazioni (per es. i radar), che nel loro insieme costituiscono il settore delle radiocomunicazioni (v. in questa Appendice). Per quanto riguarda il supporto tecnologico della diffusione dei segnali agli utenti, le radiocomunicazioni utilizzano assieme ai tradizionali sistemi terrestri (impianti trasmittenti di diffusione situati sul territorio) i nuovi sistemi satellitari costituiti dall'impianto di collegamento terra-spazio (uplink) e dal ripetitore (transponder) allocato nel satellite per la diffusione all'utente (downlink).

Per ordinare internazionalmente l'uso delle radiofrequenze, in quanto risorsa comune dell'umanità, pregiata ma limitata, è operante il Regolamento delle Radiocomunicazioni (RR) dell'Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (UIT). Strumento fondamentale dell'RR è il Piano di attribuzione delle radiofrequenze ai servizi di radiocomunicazioni, che viene periodicamente aggiornato in Conferenze Amministrative Mondiali delle Radiocomunicazioni (CAMR), al quale si devono attenere i piani di attribuzione di ciascuna nazione.

L'ultimo aggiornamento è avvenuto nella CAMR tenuta a Torre Molinos (Spagna) nel 1992. Esso ha tenuto conto delle sempre crescenti necessità dei vecchi e nuovi servizi e delle applicazioni delle nuove tecnologie di trasmissione e di diffusione e del loro prevedibile sviluppo nei prossimi anni, fatti che richiedono un sempre più stretto coordinamento e che portano a estendere l'utilizzo dello spettro fino alle frequenze più elevate. Le attribuzioni delle bande delle radiofrequenze ai servizi radiofonici a seguito della CAMR di Torre Molinos 1992 sono riportate nella tab. 1; il grafico di fig. 1 dà invece una visione d'insieme dell'utilizzazione dello spettro da parte dei servizi di r. di ogni tipo. Da tener presente che ai fini della regolamentazione internazionale il globo terracqueo è stato suddiviso in tre regioni: la Regione 1 comprende tutta l'Europa, l'Africa, le repubbliche asiatiche dell'ex URSS, la Mongolia, la Turchia e buona parte del Medio Oriente; la Regione 2 comprende le Americhe e la Regione 3 la parte rimanente dell'Asia e tutta l'Oceania.

L'Italia si sta adeguando alla nuova situazione con l'elaborazione, in corso presso il ministero delle Poste e Telecomunicazioni (Consiglio superiore tecnico delle poste, delle telecomunicazioni e dell'automazione), del nuovo Piano nazionale di ripartizione delle radiofrequenze, che sostituirà quello tuttora vigente che risale al 1983.

Se con i piani di attribuzione vengono regolati i rapporti tra i vari servizi che utilizzano le radiofrequenze, con i piani di assegnazione viene invece pianificato per ogni singolo servizio l'uso delle radiofrequenze, nel senso che a ogni impianto trasmittente dislocato in un dato punto del territorio (in una data posizione orbitale nel caso dei sistemi satellitari) vengono assegnate le caratteristiche atte a definire la sua potenzialità di servizio e a limitare la sua potenzialità interferente (principalmente: frequenza, potenza e diagrammi d'irradiazione dell'antenna). Obiettivo generale della pianificazione è quello di sfruttare al massimo la risorsa frequenze, cioè, fissato l'obiettivo della qualità tecnica del servizio, di fornire a ciascun utente il massimo numero di programmi. Ciò risulta necessario nel campo delle reti terrestri soprattutto per la radiofonia e la televisione, e nel campo dei sistemi via satellite anche per tutti gli altri servizi di radiocomunicazione, in quanto in tutti questi casi un impianto può interferire con altri impianti che utilizzano la sua stessa frequenza o frequenze vicine anche se dislocati lontani e in altre nazioni.

A livello internazionale i piani di assegnazione delle radiofrequenze vengono elaborati, per ogni banda attribuita a un servizio, in conferenze mondiali o regionali sempre sotto l'egida dell'UIT. Si riportano in tab. 2 i piani internazionali di assegnazione attualmente in vigore.

Ogni nazione deve quindi elaborare i piani di assegnazione secondo le sue specifiche esigenze, ma sempre in accordo con la regolamentazione internazionale. In Italia per il servizio televisivo terrestre il ministero delle Poste e Telecomunicazioni ha elaborato un piano di assegnazione entrato in vigore nel 1992; l'Amministrazione ha già deciso però d'intraprenderne la rielaborazione per tener conto degli ultimi sviluppi della legislazione in materia e del profilarsi delle nuove tecnologie. Per il servizio radiofonico terrestre il piano di assegnazione è invece ancora in corso di elaborazione. Da tener presente che tutt'altra cosa dal fatto essenzialmente tecnico dei piani di assegnazione è l'atto politico-amministrativo della concessione dell'uso delle frequenze pianificate agli enti emittenti, pubblici e privati.

Situazione della radiofonia nel mondo e in Italia. - Come la stampa e il cinema non sono stati soppiantati dalla radiofonia e dalla televisione, così la radiofonia, sorta e sviluppatasi nella prima metà del 20° secolo, ha fatto fronte egregiamente in questi ultimi decenni all'offensiva per certi aspetti totalizzante della televisione. La resistenza della radiofonia, che anzi attualmente fa intravedere in tutto il mondo e anche in Italia notevoli possibilità di rilancio, è dovuta principalmente a fattori tecno-economici: basso costo di produzione dei programmi, bassissimo costo dei terminali riceventi e possibilità di fruizione in ogni situazione ambientale e comportamentale. Ma, forse ancora di più, vale la caratteristica della radiofonia d'interessare soltanto l'udito, lasciando l'utente libero di dedicarsi ad altre attività manuali o anche di pensiero, e portando d'altronde a un coinvolgimento emozionale e fantastico molto più forte di quanto non avvenga con la televisione.

In ogni caso la radiofonia rappresenta ormai un servizio ''maturo'': da ciò è derivata sia la ricerca condotta nell'ultimo decennio per una sempre migliore qualità (intesa come fedeltà della riproduzione del suono rispetto alla fonte e come possibilità di ricezione priva di disturbi), sia la necessità di raggiungere, con programmi specializzati, segmenti sempre più differenziati di utenti (uomini-donne, bambini-ragazzi-adulti-anziani, persone interessate a diverse attività o professioni o hobby, utenza domestica-automobilistica, ecc.). Un altro aspetto importante è stato il verificarsi della segmentazione territoriale della radiofonia con la proliferazione, accanto alle emittenti nazionali, delle emittenti locali, a livello regionale, cittadino, di quartiere. In fig. 2 è riportato un grafico che rappresenta il numero delle persone che ascolta la radio nel giorno medio dalle 6 alle 24 e in tab. 3 sono riportati dati indicativi dello sviluppo attuale della radiofonia nei principali paesi. Tutto ciò ha portato a un grande sviluppo tecnologico nel campo dei sistemi di trasmissione e alla necessità di moltiplicare il numero di canali verso gli utenti, anche con una sempre più sofisticata pianificazione delle radiofrequenze. Le più importanti novità tecnologiche riguardano la digitalizzazione dei segnali, le modalità di modulazione con detti segnali delle frequenze portanti e i sistemi di diffusione; bisogna tener presente anche la ricerca e i traguardi che sono stati raggiunti, soprattutto in Italia e da parte della RAI, nel campo delle metodologie di pianificazione delle radiofrequenze in situazioni di sovraffollamento dello spettro.

Per quanto riguarda la radiofonia in modulazione d'ampiezza (MA) nelle onde lunghe (OL) e medie (OM), negli ultimi 10÷15 anni si nota un sostanziale mantenimento del volume dei servizi e degli impianti, malgrado il contemporaneo estendersi dei sistemi in modulazione di frequenza (MF): ciò a ulteriore dimostrazione di come l'OL-OM continui a essere considerata struttura di base di una nazione per veicolare informazione, cultura, intrattenimento. Spesso lo stesso programma viene diffuso da reti costituite sia da impianti in OM sia da impianti a MF per coprire così in modo completo il territorio e soddisfare tutte le modalità di ricezione, grazie alle caratteristiche di complementarità dei due sistemi. Dal punto di vista tecnologico non ci sono state novità importanti a parte la continua ricerca volta a realizzare impianti trasmettitori sempre più efficaci sia nel miglioramento della qualità del suono, sia nell'abbattimento dei consumi energetici e dei costi di esercizio.

I servizi in onda corta (OC) per l'estero non hanno subito conseguenze rimarchevoli dall'attenuarsi dei contrasti tra il mondo occidentale e quello orientale con la caduta del muro di Berlino: la necessità per una nazione di far sentire la propria voce all'estero rimane sempre forte per il continuo aumento dei rapporti commerciali e turistici con i paesi più lontani e per il mantenimento dei rapporti culturali e linguistici con i connazionali all'estero. Riprova dell'immutato interesse per questo servizio è l'iniziativa dell'UIT di ampliare la banda delle frequenze attribuite alle OC. Dal punto di vista delle tecnologie utilizzate dalle OC è da notare: il diffondersi del nuovo tipo di modulazione d'ampiezza a banda laterale unica e portante ridotta per un più efficace sfruttamento dello spettro delle radiofrequenze; l'uso delle antenne rotanti che possono fare le veci di più antenne fisse con notevoli risparmi economici; il ricorso a sistemi relé, cioè ripetitori posti in località al di fuori del territorio nazionale e relativamente vicine alle zone da servire, alimentati via satellite con il programma da irradiare. Questo sistema di potenziamento del servizio radiofonico per l'estero è molto utilizzato, per la sua efficacia e costi relativamente bassi, anche quando la nazione ha già a disposizione un centro trasmittente importante e moderno dislocato nel suo territorio: per es., l'Inghilterra si avvale di circa 20 stazioni relé dislocate in tutto il mondo. Anche la RAI, che svolge il servizio a onde corte per l'estero per conto dello stato, ha dovuto ricorrere a stazioni relé per sopperire all'obsolescenza del centro trasmittente nazionale, ricostruito negli anni Cinquanta nello stesso sito di Roma-Prato Smeraldo dove sorgeva l'impianto originario risalente agli anni Trenta.

Per quanto riguarda la radiofonia in modulazione di frequenza (MF) nella banda 2 delle onde metriche, è continuato negli ultimi anni in tutti i paesi, come già accennato, l'incremento del numero delle reti e della loro estensione sul territorio. In Italia lo sviluppo delle reti e impianti MF è avvenuto in maniera molto più accentuata che altrove, a causa del rapido incremento dell'emittenza privata nazionale e locale: all'inizio degli anni Settanta su tutto il territorio nazionale esistevano solo i circa 1800 impianti trasmittenti delle tre reti RAI, agli inizi degli anni Ottanta si erano già aggiunti circa 5000 trasmettitori privati, che attualmente hanno raggiunto la cifra record di circa 20.000.

Per un utile raffronto si riporta il numero di impianti trasmittenti MF attualmente funzionanti in alcuni paesi europei, dove si è verificato parimenti lo sviluppo dell'emittenza privata, ma in maniera ben ordinata: Francia, 4000 circa (1400 per reti nazionali o regionali pubbliche e private, 2600 per emittenti private più o meno locali); Germania, 1300 circa (700 per reti pubbliche, 600 per reti commerciali a livello di Lander); Spagna, 700 circa (200 per reti pubbliche nazionali, 500 per reti private nazionali e pubbliche regionali); Regno Unito 1000 circa (300 della BBC, 700 indipendenti e commerciali). Il grande divario tra il numero degli impianti in Italia e quello degli altri paesi è dovuto solo in parte alla particolare orografia del nostro territorio e alla dispersione dei centri abitati. Molto di più ha contato la mancanza di regole e controlli da parte degli organi dello stato, che ha permesso a chiunque, anche se privo di pur minimi requisiti tecno-economici, di entrare in questa complessa attività, e ciò senza una preventiva pianificazione tecnica delle risorse. Questa carenza dello stato ha avuto come conseguenza uno spreco notevole di risorse, insieme a un sensibile abbassamento della qualità del servizio delle reti della RAI, ma anche delle emittenti private stesse.

Dal punto di vista dell'innovazione tecnologica e dell'offerta di nuovi servizi complementari si segnalano per la radiofonia a MF i seguenti sviluppi:

a) inserzione, insieme ai programmi sonori, di segnali codificati numerici con la funzione di facilitare la fruizione del servizio all'utente, soprattutto automobilista; il dispositivo, sviluppato e normalizzato nella prima metà degli anni Ottanta dall'Unione Europea di Radiodiffusione (UER) in collaborazione con l'industria, è il Radio Data System (RDS) già ampiamente utilizzato da molti paesi, tra i primi dall'Italia nelle reti RAI e anche in reti private;

b) inserzione, assieme ai programmi sonori, di altri segnali codificati numerici allo scopo di far pervenire all'utente, collegato con un computer, dati e software;

c) realizzazione di reti in isofrequenza per un migliore sfruttamento della risorsa frequenze e per facilitare la fruizione del servizio soprattutto da parte degli utenti automobilisti. Notevole esempio in Italia di questa nuova tecnologia è il sistema isofrequenza a 103,3 MHz lungo le autostrade realizzato dalla RAI per diffondere un programma dedicato agli automobilisti (Isoradio), iniziativa avviata nel 1990, in collaborazione con la società Autostrade, e che ha già coperto 2000 km di autostrada.

Negli ultimi anni si sono anche avute iniziative, in alcuni paesi europei, di diffusione di programmi radiofonici direttamente dal satellite all'utente. La Germania ha in corso un servizio sperimentale utilizzando un canale del suo satellite nazionale TV-SAT per trasmettere con tecnica numerica un insieme di 16 programmi stereofonici di alta qualità. Altre iniziative riguardano la trasmissione di programmi sonori aggiunti, con varie tecniche numeriche o analogiche, ai programmi televisivi sui canali dei satelliti internazionali INTELSAT, EUTELSAT e ASTRA. Si tratta tuttavia di sistemi che non possono essere considerati una vera r. diretta in quanto necessitano delle stesse antenne e apparecchiature riceventi di tipo fisso domestico e di un certo ingombro che servono per ricevere i programmi televisivi, escludendo pertanto i ricevitori di tipo portatile o mobile.

Sviluppo tecnologico della radiofonia. - Un discorso a parte merita un'innovazione tecnologica che potrà condizionare tutto lo sviluppo del servizio radiofonico nei prossimi venti anni, nei riguardi sia delle reti di terra che dei sistemi via satellite. Si tratta del Digital Audio Broadcasting (DAB), la cui importanza e conseguenza possono essere paragonate all'avvento negli anni Cinquanta della modulazione di frequenza e della stereofonia. Questo nuovo sistema di codifica numerica e compressione del suono e di modulazione e trasmissione dei segnali è stato sviluppato da un consorzio costituito da radiodiffusori e industria nell'ambito del più generale progetto Eureka della Comunità Europea (Eureka EU-147), con l'obiettivo di migliorare in modo significativo la qualità della riproduzione sonora, di facilitare la fruizione del servizio e di superare la congestione delle bande delle radiofrequenze dedicate alla radiofonia a MF.

La ricerca è iniziata nel 1987, ma la definizione di tutte le caratteristiche del sistema e la sua normalizzazione sono del 1993. La CAMR 1992 di Torre Molinos, tra l'altro, ha attribuito alla r. sonora terrestre e satellitare utilizzante questa tecnologia una nuova banda di frequenze, la 1452-1492 MHz. Non potendo però tale banda essere completamente liberata dagli attuali servizi prima dell'anno 2007, l'obiettivo a breve e medio termine di molti paesi europei e del Nord America è d'introdurre il DAB per ora su reti terrestri utilizzando canali resi disponibili nelle bande delle onde metriche (VHF) e decimetriche (UHF), anche in previsione di disporre sul mercato in tempi ravvicinati di ricevitori a costi ragionevoli. L'interesse degli enti di r. per il DAB è legato non soltanto alla possibilità di ottenere, grazie alla numerizzazione, una pressoché perfetta qualità del suono (quella già offerta, in un altro settore, dai compact disc), ma anche a quella di eliminare, con la nuova tecnica di modulazione e di trasmissione basata sul principio della distribuzione dell'informazione su un gran numero di frequenze portanti (OFDM, Orthogonal Frequency Division Multiplexing), il degrado nella ricezione mobile e fissa causato dalla presenza di interferenze e riflessioni, che si verifica specialmente nelle aree densamente urbanizzate od orograficamente complesse. Il nuovo sistema offre anche vantaggi significativi nello sfruttamento dello spettro delle radiofrequenze in quanto il nuovo tipo di modulazione permette di operare su reti isofrequenza (SFN, Single Frequency Network) e con ridotta occupazione della banda (un blocco di 6 programmi stereofonici occupa infatti una banda di soli 1,5 MHz).

Situazione e sviluppi nel campo della produzione sonora. - Anche nel campo della produzione dei programmi ha cominciato ad affermarsi la tecnologia numerica, rispetto a quella analogica, nei sistemi e apparecchiature di manipolazione e trasporto dei suoni negli studi e di conservazione del prodotto (audioteche), e ciò in concomitanza con l'uso di tecniche sempre più sofisticate di ripresa microfonica.

Il diffondersi negli ''studi'' e nelle audioteche di apparecchiature utilizzanti in parte o completamente la tecnologia numerica, oltre a permettere il mantenimento della qualità del suono così come esce dai microfoni, aumenta enormemente le possibilità della manipolazione successiva (la cosiddetta ''postproduzione'') che porta alla confezione del programma definitivo. Le varie fasi del processo vengono assistite da elaboratori di adeguata potenza e il controllo e le elaborazioni da parte degli operatori tecnici e artistici avvengono attraverso vere e proprie workstations informatiche. Tutto ciò porta anche a un evolversi delle tecniche di ripresa microfonica verso sistemi di captazione di tutti i suoni elementari, lasciando ai sempre più sofisticati processi di postproduzione il compito di ''fabbricare'' il suono complesso che si vuol far ascoltare all'utente.

La necessità di far conoscere in tempo reale gli avvenimenti, ovunque si svolgano e tanto più quanto più sono difficili ed eccezionali le condizioni ambientali, per cui spesso non esiste disponibilità di normali mezzi di telecomunicazione, ha spinto il giornalismo radiotelevisivo a fare un uso sempre maggiore dei collegamenti via satellite per mezzo di stazioni ricetrasmittenti mobili, da portare tempestivamente e montare direttamente sul posto (SNG, Satellite News Gathering). La ricerca tecnologica ha portato a realizzare negli ultimi anni stazioni satellitarie di dimensioni e pesi sempre più ridotti, passando da quelle montate in automezzi appositi, a quelle trasportabili con normali autovetture e arrivando, nel caso della radiofonia, ad apparati e antenna contenuti in una valigia e montabili in pochi minuti.

Bibl.: Unione Internazionale delle Telecomunicazioni, Regolamento delle radiocomunicazioni, Ginevra 1982 (Revisione 1985, 1986, 1988); Id., Reports, Questions, Recommendations off CCIR, ivi 1990; Unione Europea di Radiodiffusione, Official technical texts-EBU technical standards, recommendations, statements and information, ivi 1993; World radio TV handbook, a cura di A.G. Sennit, Amsterdam 1994.

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