RADIODIFFUSIONE

Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)

RADIODIFFUSIONE (App. II, 11, p. 656)

Gino CASTELNUOVO

L'avvenire della r., intesa come trasmissione circolare di programmi radiofonici destinati a vaste zone di ricezione, si presenta, dopo quasi 40 anni dal suo nascere, ancor ricco di promesse e possibilità per ciò che concerne l'interesse degli ascoltatori (che rimane sempre valido e intenso nonostante il sorgere e lo sviluppo impetuoso della televisione), ma preoccupante invece dal punto di vista puramente tecnico per l'affollarsi sempre maggiore di stazioni trasmittenti a onde lunghe, medie e corte nelle bande di frequenze concesse a questo servizio, con conseguenti interferenze, limitazioni delle aree di buon ascolto, ecc.

A dimostrare la vitalità e anzi la ripresa della r., anche là dove non si concepisce più vita civile senza televisione, valga il confronto tra i rapporti di produzione di apparecchi radio e apparecchi TV a distanza di alcuni anni.

Così, negli Stati Uniti d'America, tale rapporto, che nel 1959 è stato pari a circa 2,5 volte (15.190.000 radioricevitori contro 6.140.000 televisori), nove anni avanti, quando sembrava che la televisione avrebbe ben presto seppellito definitivamente la radiofonia, era stato pari a solo 1,5 volte (produzione americana nel 1950: 10.950.000 radioricevitori e 7.210.000 televisori).

In Italia, in cui il lancio della televisione è ancora in pieno sviluppo, la situazione si presenta evidentemente in fase di evoluzione; ma alcuni indici espressivi, quali le sempre più pressanti richieste di pubblicità alla radio, e i risultati di inchieste presso gli utenti dimostrano un più che soddisfacente andamento dell'ascolto radiofonico. Un notevole contributo all'ascolto radiofonico è stato dato dal recente, rapido diffondersi nel nostro paese di radioricevitori portatili a transistori, di piccolissimo ingombro e di costo limitato.

Accordi internazionali. - Alla Conferenza internazionale delle telecomunicazioni, tenutasi ad Atlantic City nel 1947, ha fatto seguito un'analoga Conferenza, riunitasi a Ginevra nel secondo semestre del 1959. Essa ha confermato nel complesso, per le trasmissioni radiofoniche, le stesse bande di frequenze fissate in precedenza, cosicché, per quanto riguarda le onde lunghe e medie è stato possibile accordarsi per mantenere in vigore anche per i prossimi anni (almeno cinque) il piano di Copenaghen, stabilito nel 1948, per la distribuzione dei canali disponibili tra i varî paesi della zona europea (comprendente anche le nazioni afro-asiatiche rivierasche del Mediterraneo).

Nel campo delle onde corte, che interessa non più singole zone ma l'intero globo, la situazione è più grave, né si vede come si possa sanarla efficacemente nel prossimo avvenire.

La Conferenza internazionale per la radiodiffusione ad alta frequenza (onde corte) di Città di Messico del 1948-49 studiò un piano preliminare per la ripartizione tra i varî paesi del mondo delle frequenze comprese nelle bande assegnate al servizio radiofonico a onde corte dalla già citata Conferenza di Atlantic City; questo piano avrebbe dovuto essere perfezionato e completato in una successiva Conferenza internazionale che di fatto si è tenuta a Firenze e a Rapallo nel 1950. Ma l'accentuarsi della guerra fredda e lo scoppio delle ostilità in Corea fece andare a monte tutti gli accordi in corso, stabilendosi all'atto pratico una situazione di forza da parte delle varie nazioni, che hanno cercato di accaparrarsi, con il funzionamento indiscriminato dei proprî impianti, il maggior numero tra i canali disponibili. La Conferenza di Ginevra del 1959 ha affrontato anche il problema dello stabilimento di un piano per le onde corte: ma ha poi ripiegato su una formula assai più pratica ed elastica, consistente nella denuncia periodica all'U. I. T. (Union Internationale des Télécommunications, con sede a Ginevra) delle effettive utilizzazioni previste dai varî paesi nelle varie stagioni e nel promuovere intese bilaterali o multilaterali tra i diversi richiedenti di una stessa frequenza negli stessi periodi di tempo.

Assai diversa si presenta la situazione per le trasmissioni a onda metrica, modulate in frequenza (MF).

Le caratteristiche di propagazione di queste onde, che vanno poco oltre l'orizzonte ottico, l'alta qualità acustica e la notevole immunità da disturbi consentita dal sistema di modulazione indicano le trasmissioni MF come l'unico mezzo pratico ed efficace atto a superare le difficoltà esistenti per garantire ovunque un buon servizio di radiodiffusione circolare con più programmi contemporanei.

La Conferenza internazionale di Stoccolma del 1952 concretò un piano per la ripartizione tra i varî paesi della zona europea delle bande destinate alla televisione e alla radiofonia, comprese nella gamma delle onde metriche e decimetriche (gamma VHF, da 41 a 216 MHz): tra queste si trova la cosiddetta banda II (che va, per la zona europea, da 87,5 a 100 MHz) destinata alle trasmissioni radiofoniche a modulazione di frequenza.

Risultando peraltro questa banda già quasi satura in alcuni paesi, la Conferenza internazionale di Ginevra del 1959 ha stabilito di consentire l'estensione della stessa banda II in varie nazioni (tra cui anche l'Italia) sino a 104 MHz.

La Conferenza internazionale che ha avuto luogo a Stoccolma nel maggio-giugno 1961, ha proceduto, in particolare, alle nuove assegnazioni nella gamma 100-104 MHz per i paesi che ne hanno chiesta la destinazione al servizio radiofonico.

Ricordiamo che il sistema di modulazione di frequenza adottato per le trasmissioni radiofoniche prevede una deviazione massima di ± 75 kHz dalla frequenza portante per i picchi di modulazione. Per migliorare il rapporto segnale-disturbo è introdotta inoltre in trasmissione una "preenfasi" delle frequenze acustiche più elevate a cui corrisponde negli apparecchi una "deenfasi" di valore complementare. La preenfasi è ottenuta mediante un circuito induttanza-resistenza che ha una costante di tempo pari a 50 μs (75 μs negli S. U. A.).

La rete radiofonica italiana. - In Italia il servizio delle radioaudizioni circolari, assieme a quello della televisione e a quello della filodiffusione, è concesso in esclusività alla RAI-Radiotelevisione Italiana, società per azioni che fa parte del gruppo IRI.

La costituzione orografica dell'Italia e l'elevata densità di popolazione rendono indispensabile, per assicurare ovunque un buon ascolto, l'installazione di numerosi impianti trasmittenti distribuiti in tutto il paese. A questa necessità si è potuto far fronte solo in parte per mezzo delle 121 stazioni a onda media (per totali 1340 kW) funzionanti al 31 lvglio 1960 sulle poche frequenze assegnate all'Italia dal Piano di Copenaghen.

Le frequenze utilizzate dall'Italia nel campo delle onde medie sono le seguenti (situazione al 31 maggio 1960; sono indicati i nominativi dei principali trasmettitori e le rispettive potenze):

566 kHz (Caltanissetta 1,25 kW); 656 kHz (Bolzano 1,20 kW; Firenze 1,100 kW; Napoli 1,100 kW; Torino 1,40 kW; Venezia 1,25 kW); 818 kHz (Trieste 1,25 kW); 845 kHz (Roma 2.150 kW); 899 kHz (Milano 1,150 kW); 980 kHz (Trieste A in lingua slovena, 10 kW); 1034 kHz (6 trasmettitori del 2° programma, tra i quali Genova 2,10 kW; Milano 2,50 kW; Napoli 2, 25 kW; Venezia 2,25 kW); 1061 kHz (2 trasmettitori del programma nazionale, tra cui Cagliari 1,20 kW); 1115 kHz (6 trasmettitori del 2° programma, tra cui Bari 2,50 kW; Bologna 2,50 kW; Pisa 2,25 kW); 1331 kHz (10 trasmettitori del programma nazionale, tra i quali Bari 1.25 kW; Bologna 1.25 kW; Genova 1,50 kW; Palermo 1,12 kW; Pescara 1,25 kW; Roma 1,100 kW); 1367 kHz (15 trasmettitori del 3° programma, tra cui Genova 3,10 kW; Milano 3,50 kW; Venezia 3,25 kW); 1448 kHz (36 trasmettitori del 2° programma, tra cui Palermo 2,12 kW; Torino 2.20 kW); 1484 kHz (onda comune internazionale - 11 trasmettitori del 20 programma); 1578 kHz (18 trasmettitori del programma nazionale); 1594 kHz (onda comune internazionale - 7 trasmettitori del 3° programma).

Per la maggior parte di queste stazioni si è dovuto ricorrere al sistema della sincronizzazione a gruppi, usando per i varî trasmettitori degli oscillatori ad altissima precisione e stabilità che vengono giornalmente controllati per mezzo di una nota pilota inviata sui collegamenti musicali interstazionali. La nota pilota viene ricavata, per demoltiplicazione, da un oscillatore principale installato a Roma.

Le stazioni italiane a onda media assicurano un buon ascolto nelle ore diurne a circa il 95% della popolazione per il programma nazionale, il 90% per il secondo e il 60% per il terzo. Nelle ore serali le suddette percentuali scendono rispettivamente ai valori di circa 70, 60 e 40 (non tenendo conto delle possibilità di ricezione a grande distanza di stazioni singole o di gruppi sincronizzati), date le inevitabili frequenti evanescenze (fading), anche a carattere distorcente, che si devono lamentare in tal caso.

La situazione sopra accennata non può essere migliorata con l'aumento del numero delle stazioni trasmittenti: non sarebbe difatti ammissibile occupare altre frequenze, oltre quelle già assegnate all'Italia; né d'altra parte risulterebbe conveniente aumentare numero e potenza dei trasmettitori inseriti sulle reti sincronizzate, poiché essi verrebbero a interferire a vicenda, ancor maggiormente di quel che non avvenga inevitabilmente già oggi, senza ottenere nessun pratico vantaggio per gli ascoltatori.

L'utilizzazione estensiva delle onde metriche, modulate di frequenza, ha consentito di superare l'ostacolo, e di arrivare a dare, praticamente a tutto il paese, un ascolto perfetto di tutti i nostri programmi radiofonici. Per ottenere questo risultato è stato necessario installare un numero assai elevato di trasmettitori principali e di ripetitori di piccola potenza, distribuiti in modo opportuno. Al 31 luglio 1960 si avevano, in totale, 777 impianti trasmittenti MF.

Di norma i trasmettitori MF sono montati nelle stesse località in cui si trovano impianti trasmittenti televisivi; tuttavia la minore larghezza della gamma di frequenze trasmessa, il diverso tipo di modulazione e, nella maggior parte dei casi, l'uso di frequenze più basse, fanno sì che il numero dei centri dotati di trasmettitori MF può essere alquanto minore di quello dei centri TV, pur assicurando nel complesso un servizio radiofonico non inferiore, e anzi spesso più ampio, del corrispondente servizio televisivo.

In ogni centro, i trasmettitori MF sono in numero di tre, distribuiti sui varî programmi, e alimentano una stessa antenna attraverso un apposito filtro di combinazione.

La potenza dei trasmettitori varia, a seconda dell'ampiezza della zona da servire, tra 10 kW e 10 W; a causa del guadagno delle antenne trasmittenti la potenza apparente risulta peraltro compresa tra sei volte e una volta i valori ora indicati.

La grande estensione data alla rete MF è da considerarsi insieme conseguenza e causa del sistema d'invio della modulazione "a rimbalzo" da un centro all'altro, intendendosi con questa espressione la ricezione, da parte di un centro, a mezzo di appositi ricevitori professionali dei programmi irradiati dai trasmettitori di un centro precedente, e la ritrasmissione degli stessi attraverso i proprî impianti di radiodiffusione circolare, così che la stessa operazione possa essere effettuata a catena da più centri successivi.

Questo sistema di trasmissione, estremamente pratico e che non porta alcun deterioramento alla qualità della modulazione, costituisce oggi, assieme ai circuiti su ponte radio a microonde Torino-Milano e Milano-Roma-Palermo, la struttura fondamentale (integrata solo parzialmente o come riserva da circuiti in cavo) dei collegamenti musicali della rete radiofonica italiana.

Per garantire al massimo il funzionamento dei collegamenti a rimbalzo, sono previsti speciali dispositivi automatici nei centri principali, che assicurano la continuità di fornitura dell'energia elettrica per l'alimentazione degli apparati, anche in caso d'interruzione della fornitura esterna.

In molti impianti di minor potenza, ricevitori e trasmettitori MF sono accoppiati in un unico apparato di conversione di frequenza, senza demodulazione intermedia, così da passare direttamente da un canale di trasmissione all'altro.

Il gran numero di trasmettitori MF, installati in Italia, ha reso ormai già quasi satura la banda di frequenze 87,5-100 MHz attribuita sinora a questo servizio. La prossima estensione sino a 104 MHz renderà senza dubbio meno critica la situazione e potrà consentire in particolare l'installazione di nuovi impianti per applicazioni speciali, tra le quali è da considerare in primo piano la stereofonia.

Sono in discussione, al momento attuale (luglio 1960), varî sistemi di radiotrasmissione per il contemporaneo invio della doppia informazione necessaria per le ricezioni stereofoniche (e cioè la normale "compatibile", che permetta un regolare ascolto monofonico con gli apparecchi di tipo tradizionale, e la speciale supplementare che, opportunamente combinata, alla ricezione, con la precedente, consenta di ottenere negli appositi apparecchi stereofonici la divisione dell'audiofrequenza nei due canali di diffusione sonora di sinistra e di destra). Una volta prescelto, in base ad esperimenti pratici e possibilmente su base internazionale, il sistema più adatto a tale applicazione, si provvederà ad installare un certo numero di trasmettitori di questo tipo per servire le principali città, a completamento e integrazione del servizio stereofonico già in atto fin dall'aprile 1960 sulle reti di filodiffusione (v., in questa App.).

Nessuna assegnazione ha avuto l'Italia nel campo delle onde lunghe, la cui utilizzazione richiede impianti trasmittenti di grandissima potenza e può essere conveniente soltanto in regioni ad altissima densità di popolazione su vaste aree. Alcune frequenze comprese in tale campo sono comunque utilizzate in Italia sulle reti di filodiffusione.

Per le onde corte, sulla cui situazione mondiale si è detto poc'anzi, la RAI possiede un centro trasmittente principale a Roma (Prato Smeraldo). Qui sono installati (al 31 luglio 1960) 2 trasmettitori da 100 kW, 2 da 60 kW e 1 da 50 kW, che possono funzionare nelle varie gamme d'onda destinate a questo servizio e sono commutabili su un totale di 37 antenne trasmittenti variamente orientate: questi impianti sono utilizzati in generale per la trasmissione di speciali programmi (notiziarî e artistici) diretti ai diversi paesi del mondo.

Un altro trasmettitore da 100-150 kW verrà installato entro il 1961. Altri 4 trasmettitori sussidiarî a onda corta sono installati rispettivamente a Roma S. Palomba (uno da 50 kW) e a Caltanissetta (uno da 25 kW e due da 5 kW) per la diffusione circolare nel bacino del Mediterraneo dei normali programmi radiofonici italiani.

Per ciò che concerne gli studî di ripresa, sono da ricordare in particolare il grande Auditorium di Torino, ricavato dal vecchio Teatro Lirico di quella città, dove si svolge un'apprezzata stagione sinfonica pubblica con l'orchestra della RAI, e i "palazzi della Radio" di Milano (che comprende anche gli studî TV) e di Roma. Un nuovo grande palazzo è stato costruito a Napoli (e ultimato alla fine del 1961) e contiene, oltre a varî auditorî radiofonici e studî TV, una grande sala per concerti sinfonici pubblici.

Altri studî radiofonici, provvisti delle necessarie attrezzature tecniche, sono installati nei capoluoghi o nelle principali città delle varie regioni italiane.

Particolare sviluppo è stato dato, dal 1948 ad oggi, agli impianti di registrazione. I magnetofoni hanno sostituito quasi ovunque le macchine per incisione diretta su disco; la bontà tecnica di questi apparati è tale da rendere assai difficile riconoscere all'ascolto una trasmissione diretta da una registrata. Ciò ha portato a una naturale trasformazione nella realizzazione dei programmi, che non essendo, per la massima parte, più legati all'ora di trasmissione, vengono oggi per quasi l'80% registrati in precedenza. Le apparecchiature di studio (amplificatori, correttori, tavoli di regia, ecc.) hanno subìto, negli ultimi anni, notevoli miglioramenti, tra i quali è da segnalare un'estesa miniaturizzazione di gran parte degli elementi primarî (tubi, trasformatori, ecc.). Nuovi problemi sono sorti per la stereofonia (v. suono, in questa App.), che ha richiesto un affinamento della tecnica delle riprese sonore e notevoli modifiche nei tavoli di regìa.

Per sopperire alle possibili interruzioni o deficienze delle reti esterne di alimentazione, si è dovunque provveduto ad installare, presso gli studî, dei gruppi generatori, di emergenza, a frequenza stabilizzata, i più importanti dei quali, a funzionamento continuo, sono del tipo a doppia conversione (corrente alternata incorrente continua e viceversa) così che, con l'ausilio di apposite batterie di accumulatori, viene eliminata la possibilità di ogni pur minima anomalia di funzionamento negli impianti amplificatori e nelle macchine di registrazione.

Fanno parte dell'attrezzatura tecnica della RAI il Centro di controllo di Monza (in passato installato a Sesto Calende), che provvede a misure regolari e controlli sui varî trasmettitori italiani e stranieri, e il Laboratorio ricerche di Torino, incaricato di effettuare misure e studî nei campi radio e TV, di progettare prototipi di speciali apparecchi richiesti dall'esercizio e di fare collaudi e controlli varî di apparati e componenti.

Programmi radiofonici italiani. - Dalle vecchie reti "rossa" e "azzurra", che diffondevano programmi analoghi, ma complementari nel tempo, si è passati, con l'estensione degli impianti trasmittenti, alla divisione "per genere", concretata nelle tre reti del "programma nazionale", del "secondo programma" e del "terzo programma", a prevalente carattere, rispettivamente, informativo, ricreativo e culturale: Recentemente è stata creata la "Rete Tre", che funziona nelle ore meridiane e pomeridiane con i trasmettitori MF del terzo programma, ed è destinata a trasmettere in prevalenza musiche classiche largamente adatte a un pubblico medio.

Sul piano della diffusione si è cercato naturalmente che il "nazionale" ed il "secondo" fossero alla portata del maggior numero di ascoltatori anche dotati di soli apparecchi a onda media, mentre l'ascolto a onde medie del "terzo" si è dovuto, per mancanza di frequenze, limitare ai soli grandi centri.

La notevole estensione data ultimamente alle reti MF ha consentito ora di assicurare dappertutto una parità assoluta di ricevibilítà dei tre programmi per mezzo di questo moderno sistema di trasmissione. La "Rete Tre" è anzi diffusa esclusivamente in MF.

Completa il quadro dei programmi radiofonici italiani il "Notturno dall'Italia", trasmesso durante tutta la notte dalla stazione a onde medie di Roma 2 da 150 kW e da quella di Caltanissetta a onde corte da 25 kW, che risulta ascoltabile in gran parte d'Europa e del bacino del Mediterraneo. Esso comprende produzioni musicali varie e brevi notiziarî in più lingue ripetuti ogni mezz'ora.

Programmi radiofonici esteri. - La ripartizione in tre programmi di tipo diverso è adottata anche nei principali paesi europei. Ciò vale in particolare per la Francia (Radiodiffusion-Télévision Française: RTF), per la Gran Bretagna (British Broadcasting Corporation: BBC), e per gran parte della Germania Occidentale (varie società per le diverse zone).

Negli Stati Uniti d'America il carattere commerciale della maggior parte delle stazioni radiofoniche ne ha facilitato la prevalente concentrazione presso i grandi centri urbani. Queste stazioni, che al 1° giugno 1959 erano ben 3406 a onde medie (di cui circa un centinaio trasmettono continuamente o saltuariamente in italiano), e 636 a MF, sono in parte collegate, per periodi di tempo più o meno lunghi, a una delle tre seguenti reti, che attraversano tutto il paese: American Broadcasting Co.; Columbia Broadcasting System; National Broadcasting Company.

Molte stazioni a MF (173 al 1° giugno 1959) sono a carattere culturale, e fanno capo a "Colleges" Istituti superiori varî o alla NAEB (National Association of Educational Broadcasting). Tale associazione collabora attivamente con varî organismi internazionali (UNESCO, UER, ecc.) o organizzazioni radiofoniche nazionali, e distribuisce alle stazioni trasmittenti associate materiale registrato, prodotto direttamente o ricevuto dagli Enti suddetti. Finalità affini svolge la BFA (Broadcasting Foundation of America), con la quale è in relazione anche la RAI, attraverso un ufficio di rappresentanza istituito a New York (la RAI Corporation). La BFA difatti si propone di mettere a disposizione degli ascoltatori americani il meglio delle produzioni originate in altri paesi.

Organizzazioni radiofoniche internazionali. - Due organismi internazionali raggruppano attualmente gli enti di radiodiffusione europei: la UER (Union Européenne de Radiodiffusion), che comprende i paesi dell'Europa Occidentale ed ha sede tecnica a Bruxelles (con apposito centro di controllo) e amministrativa a Ginevra, e la OIRT (Organisation Internationale de Radiodiffusion et Télévision), che riunisce i paesi dell'Europa Orientale ed ha sede a Praga. Questa divisione non contribuisce certamente a facilitare le relazioni tra i singoli membri dei due gruppi; tra le due organizzazioni sono mantenuti tuttavia alcuni rapporti, specie di carattere tecnico o per saltuarî scambî di programmi.

L'Italia partecipa attivamente all'attività dell'UER, sia nel campo tecnico sia in quello giuridico, oltre che per lo scambio dei programmi.

Il Premio Italiai istituito per iniziativa della RAI nel 1948, che viene attribuito ogni anno da apposite giurie internazionali alle migliori produzioni scritte appositamente per la radio, è stato recentemente esteso anche alle produzioni televisive. Aderiscono alla fondazione del Premio Italia numerose organizzazioni di r., appartenenti a varî paesi.

Andamento dell'utenza radiofonica in Italia. - Il numero degli utenti dei servizî di r. è andato crescendo rapidamente negli ultimi anni, come dimostra la prima tabella alla colonna seguente.

È da ritenere che questo rapido incremento, facilitato anche dal continuo estendersi degli impianti-trasmittenti MF, continuerà nei prossimi anni, così da far diminuire ulteriormente il distacco, ancora sensibile, tra la densità radiofonica in Italia e quella nelle altre nazioni più progredite. Nella tabella seguente è riportata la densità radiofonica in alcuni paesi europei nel 1959.

Bibl.: Annuario della RAI, Torino 1960 e anni precedenti; Quaderni del Servizio Opinioni RAI, Torino; British Broadcasting Corporation, BBC Handbook 1960, Londra; O. Lund Johansen, World Radio Handbook for listeners, Copenaghen 1960; Union Européenne de Radiodiffusion, Revue de l'UER (quaderni a: tecnica; quaderni b: programmi e amministrazione), Bruxelles e Ginevra; Organisation Internationale de Radiodiffusion et Télévision, Revue de l'OIRT, Praga.

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