Radiologia

Dizionario di Medicina (2010)

radiologia


Disciplina che si occupa dello studio e delle applicazioni delle radiazioni elettromagnetiche di piccolissima lunghezza d’onda, in particolare raggi X e γ, e delle radiazioni corpuscolari originate da disintegrazioni radioattive, a scopi diagnostici e terapeutici.

Radiologia medica

Spetta a W. C. Röntgen la scoperta, nel 1895, dei raggi X, chiamati anche in suo onore raggi di Röntgen, e la dimostrazione delle loro principali proprietà utilizzabili ai fini della visualizzazione dello scheletro e del torace. Il successivo perfezionamento delle apparecchiature atte alla produzione e all’utilizzazione di queste radiazioni e l’adozione di mezzi di contrasto (➔ radiodiagnostica) capaci, una volta introdotti nel corpo umano, di differenziare ai raggi X organi e apparati, hanno permesso di visualizzare e studiare nel vivente praticamente tutti i sistemi anatomici in condizioni normali e patologiche. Oltre agli esami diagnostici che utilizzano radiazioni (come ad es., la radiografia o la tomografia computerizzata, TC), sono di fatto competenza della radiologia anche le metodiche di imaging che utilizzano ultrasuoni (➔ ecografia) e la risonanza magnetica nucleare (➔). Fertile di risultati si è rivelato l’altro campo della r., quello della radioterapia (➔).

Radiologia interventistica

Branca della radiologia che realizza procedure terapeutiche attraverso l’impiego di tecniche e metodiche radiologiche. Eterogenei sono i campi di applicazione e le tecniche della r. interventistica, le quali sono tutte accomunate dall’utilizzo, nel corso della procedura, di sistemi diversi di imaging come mezzo per la visualizzazione degli organi o apparati da trattare e della strumentazione necessaria (cateteri, guide, protesi, ecc.) per i quali è necessario l’uso di traccianti radioattivi. In ambito vascolare si applica con lo scopo sia di ridurre (cosiddetta embolizzazione terapeutica) sia di aumentare (angioplastica percutanea, trombolisi intrarteriosa) il flusso ematico in un determinato distretto. Per entrambi questi scopi si attua un cateterismo selettivo del vaso interessato e, per produrre embolie localizzate o indurre la lisi di trombi, vengono introdotte opportune sostanze radioattive. Nel caso dell’angioplastica, invece, viene introdotto un catetere alla cui estremità è situato un palloncino che, posizionato sulla sede della lesione, viene gonfiato al fine di dilatare il vaso stenotico. Inoltre, è possibile effettuare, per via percutanea, drenaggi biliari di ascessi, delle vie urinarie, rimozione di calcoli biliari, resezione della prostata per via endoscopica. Sono inoltre state sviluppate tecniche che consentono di effettuare biopsie mirate grazie a controllo radiologico (tomografia assiale computerizzata) o ecografico.