RAPPRESENTAZIONE

Enciclopedia Italiana (1935)

RAPPRESENTAZIONE

Guido Calogero

. Termine filosofico, la cui fortuna è stata principalmente determinata dal largo uso che il Leibniz fece del termine représentation. Per il Leibniz, l'attività "rappresentativa" è quella della monade, in quanto riflette soggettivamente l'intero universo, con una consapevolezza che man mano si evolve dallo stadio virtuale allo stadio attuale. Il mondo della rappresentazione è perciò costituito dal complesso della conoscenza soggettivamente considerato, cioè in quanto si presenta come puro spettacolo del soggetto; e si distingue così da quello della sensazione o percezione, appunto in quanto questo implica invece direttamente l'esistenza di un oggetto esterno, da cui venga condizionata l'attività senziente o percipiente. Considerata, d'altronde, come sfera universale dell'esperienza conoscitiva del soggetto, la rappresentazione risolve in sé ogni altra forma specifica di conoscenza: così Kant vede in essa (Vorstellung) la classe suprema sotto cui vengono a riassumersi i tipi gnoseologici dell'intuizione, del concetto e dell'idea, e Schopenhauer, considerando tutta la realtà empirica del mondo come trasfigurazione teoretica dell'unico volere cosmico, può comprenderla sotto il nome generale di rappresentazione, secondo quanto risulta già dal titolo della sua opera principale (Die Welt als Wille und Vorstellung). Ma anche nello Schopenhauer questa vastissima accezione del termine inclina in concreto a quella limitazione, a cui esso è portato dalla sua stessa antitesi ai termini di "sensazione" e "percezione": ché il mondo "rappresentato" del pensatore tedesco non è poi che il mondo "percepito", sia pure con la negazione idealistica della sua rispondenza a un mondo oggettivo formalmente identico ad esso. S'intende quindi come, in un significato più ristretto, la rappresentazione si affianchi alla percezione come il mondo della fantasia, che può essere liberamente posto dal pensiero, al mondo del senso, che dipende nella sua posizione dalla realtà esterna. E giacché ci si rappresenta quel che si è sentito, variamente richiamando alla memoria e combinando i dati dell'esperienza, così, specialmente nel campo della psicologia, si è dato al termine di rappresentazione il più specifico significato di "ripresentazione", cioè di attività capace di ripresentare al pensiero le immagini acquisite dai sensi alla memoria.

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