Ravenna

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Comune dell’Emilia-Romagna (653 km2 con 158.247 ab. nel 2020), capoluogo di provincia. È situata nella bassa pianura, nell’area meridionale del delta padano, a poca distanza dal Mare Adriatico, cui è congiunta dal Canale Corsini (11 km; aperto tra il 1737 e il 1780). I quartieri più occidentali formano il nucleo della città antica, cinta da mura in epoca bizantina. La prima espansione esterna alle mura si manifestò nei primi decenni dell’Ottocento lungo la via per Bologna e Ferrara, a O, e lungo quella per Forlì, a S. Nel Novecento l’espansione è stata fortemente condizionata dalla scoperta (dopo il 1952) di giacimenti di metano a N della città, che ha radicalmente trasformato le funzioni economico-produttive dell’area urbana e del relativo complesso portuale. A partire dagli anni 1960 lo sviluppo urbano è avvenuto, a O, N e S, mediante aree residenziali e commerciali; a E, lungo il Canale Corsini, attraverso ampi insediamenti industriali e residenziali.

L’incremento demografico verificatosi negli anni 1960, in corrispondenza della crescita economica, si è in seguito arrestato, cedendo poi il passo a un’inversione di tendenza. La popolazione comunale è tornata ad aumentare dalla fine del 20° sec., dinamica che va interpretata nel contesto di una ripresa della capacità attrattiva da parte delle funzioni terziarie del capoluogo.

L’economia della città, pur sempre tradizionalmente legata all’agricoltura, è prevalentemente industriale. L’industria petrolchimica (gomma sintetica, fertilizzanti), fiorente fino agli anni 1980, ha subito successivamente un processo di ridimensionamento dovuto sia alla crisi del settore petrolifero sia al declino del gruppo Ferruzzi. Importanti impianti industriali operano nei settori dei materiali da costruzione, meccanico, alimentare, del vestiario, calzaturiero, tessile. Sviluppato il turismo, legato alle attrattive artistico-culturali e alle attività delle stazioni balneari del litorale.

Storia

Fondata secondo la tradizione antica dai mitici Pelasgi e dai Tessali, in età preromana R. fu abitata dagli Umbri e probabilmente dagli Etruschi. Per la sua ubicazione in un’area naturalmente protetta (una larga distesa di paludi e lagune la separavano dalla terraferma) tra il 5° e il 4° sec. a.C., sotto la spinta dell’invasione celtica, vi si rifugiarono le popolazioni della bassa pianura. Decadute Adria e Spina, R. ne prese il posto come emporio di tutta la costa, priva di porti, da Rimini a Grado. Municipio romano nell’89 a.C., trasse forte impulso nell’attività commerciale dalla conquista e pacificazione completa della Padania a opera di Roma, crescendo ancora d’importanza quando Augusto fondò presso la città il porto di Classe.

Nella decadenza generale dell’Impero i traffici di R. risentirono dello spopolamento delle città e della campagna e del deperimento del sistema delle comunicazioni, tuttavia proprio gli anni che vanno dall’invasione dei Visigoti (5° sec.) all’8° sec. furono quelli di maggiore fortuna della città per la sua posizione strategica e la funzione di controllo all’ingresso dell’Italia peninsulare. Scelta come capitale da Onorio (402), R. divenne il centro della vasta rete d’interessi dell’Impero d’Occidente. La sua diocesi (seconda metà del 4° sec.) acquisì sempre più importanza e sotto Valentiniano III il vescovo di R. assunse i diritti metropolitani sopra i vescovati dell’Emilia. Al crollo dell’Impero d’Occidente (476) si impadronì della città Odoacre, poi Teodorico (493), che ne fece la capitale del regno goto. Nel corso della guerra greco-gotica fu assediata per mare e per terra dai Greci di Belisario che piegarono la resistenza dei Goti (540): da allora R. divenne capitale del governo bizantino in Italia e, alla fine del 6° sec., dell’Esarcato. A R., sede dell’esarca, governatore civile e militare dell’Italia, affluivano le rendite fiscali, erano di stanza la flotta e l’esercito da campo, e si costituì una corte esarcale modellata su quella imperiale di Costantinopoli.

Ribellioni la opposero più volte all’imperatore bizantino, come in occasione della disputa iconoclastica (726) in cui R. si schierò con il papa di Roma contro la politica religiosa imperiale. Segni di declino si manifestarono per il restringersi dell’autorità e dei confini territoriali dell’Esarcato a seguito delle spinte centrifughe e della separazione dei vari ducati e per l’allontanarsi dal mare della città: l’interramento della laguna per la sedimentazione dei detriti fluviali, l’avanzamento delle coste, l’abbandono dei lavori necessari per mantenere in efficienza il porto e la sua comunicazione con il Po, esautorarono a poco a poco R. come emporio marittimo favorendo l’affermarsi di Venezia. Con l’indebolimento del potere bizantino, R. cadde sotto il controllo dei Longobardi (751), dei Franchi (754) e fu poi ceduta (donazione di Pipino) con il suo territorio alla Chiesa (756). Retta a lungo da potenti arcivescovi, spesso in contrasto con la giurisdizione temporale di Roma, R. conobbe una complessa mescolanza di poteri pontifici, arcivescovili, imperial-regi e locali.

Ceduta (1276) la Romagna da Rodolfo d’Asburgo ai pontefici, anche R. passò a far parte di quei domini. La città era nelle mani dei da Polenta, che si mantennero per più di un secolo e mezzo ma si piegarono a quella che da tempo era la vera padrona di R., Venezia, che progressivamente impose a R. il controllo della produzione e dello smercio di tutto il commercio fino a ridurla (1449-1509) sotto il suo dominio diretto.

Nel 1509 passò a far parte degli Stati della Chiesa. Saccheggiata (1512) dalle truppe francesi durante la guerra della Lega Santa, in seguito fu teatro delle lotte civili provocate dalla faziosità dei Rasponi. Nel 1797 R. fu ceduta da Pio VI alla Francia e fece parte, per tutto il dominio napoleonico, del dipartimento del Rubicone. Tornata a far parte dello Stato pontificio nel giugno 1815, fu teatro dei moti del 1831 e del 1848. Nuovamente insorta nel giugno 1859, proclamò l’annessione al regno di Sardegna, sancita il 18 marzo 1860.

Archeologia

L’origine di R. non è stata determinata con esattezza, anche se è documentata la presenza di un abitato su palafitte (5°-4° sec. a.C.).

L’oppidum romano si incuneava fra il corso del Padenna e di un suo affluente, cinto di mura che in parte sussistono; a E si estendeva la regione cesarea attraversata dalla via omonima che giungeva fino al porto di Classe, a NO la regione della domus Augusta. La via principale aveva inizio dall’arco di Claudio (eretto nel 43), inglobato nelle mura di S-E, che prese il nome di porta aurea dopo il 425. Nell’area della R. quadrata – dove alcuni toponimi medievali consentono l’ubicazione del Foro e del Miliario Aureo insieme con la basilica Herculis, restaurata da Teodorico – le indagini hanno messo in luce una domus di grande prestigio.

Arte e architettura

L’importanza artistica di R. è data dal complesso dei monumenti dei secoli 5°-6°. La costruzione più antica della città, il duomo, detto basilica Ursiana dal nome del fondatore vescovo Orso, risale alla fine del 4° - inizio del 5° sec.; a cinque navate senza transetto, come divenne di norma nell’architettura medievale, fu rifatto nel 18° secolo. S. Giovanni Evangelista, eretta da Galla Placidia, fu gravemente colpita nel 1944, e poi restaurata; nella sua pianta è notevole l’inclusione, rara in Occidente, dell’abside entro un vano rettangolare. Primo documento conservato nell’integrità dello sviluppo architettonico ravennate è il cosiddetto mausoleo di Galla Placidia: piccola costruzione a pianta cruciforme e cupola, con esterno a laterizi, ornato di lesene e archetti pensili e mosaici all’interno. I mosaici, ben conservati, e di diversi maestri, sono un eccezionale documento della pittura tardo-antica, del secondo venticinquennio del 5° secolo. Di poco posteriore è il battistero detto degli Ortodossi, costruito dal vescovo Neone (451-460 ca.), ottagonale a cupola, con ricchissima decorazione di marmi, stucchi e mosaici. Di questo periodo è anche la cappella dell’arcivescovado, con splendidi mosaici della fine del 5° secolo.

Del principio del 6° sec. sono il battistero degli Ariani, con mosaici stilisticamente diversi dai precedenti (benché ispirati a quelli del battistero neoniano), e la chiesa dello Spirito Santo (già cattedrale ariana, in parte rifatta nel 16° sec.). Del palazzo di Teodorico restano tracce (mosaici pavimentali); della sua reggia faceva parte la chiesa palatina, S. Apollinare Nuovo, vasta basilica a tre navate, con importanti mosaici in parte del tempo di Teodorico, in parte della metà del 6° secolo. Il mausoleo di Teodorico, fatto erigere dallo stesso re nel 520, è una massiccia costruzione a pianta centrale, con copertura monolitica, che ricorda, con accenti barbarici, i mausolei principeschi romani.

Iniziata al principio del 6° sec., compiuta nel 547, la basilica di S. Vitale rappresenta il momento di massimo sviluppo dell’arte ravennate; ha pianta ottagonale, con vano centrale e ambulacro da otto piloni con grandi arcate, che abbracciano esedre a due piani di trifore e sorreggono la cupola; tra i mosaici del presbiterio, notevoli i due riquadri con Giustiniano e Teodora e il loro seguito, che si distaccano dal complesso musivo di S. Vitale (abside, volta e lunette del presbiterio), di carattere nettamente ravennate, tradendo forse l’esecuzione di modelli costantinopolitani. Con S. Vitale e S. Apollinare in Classe (solenne interno a tre navate, nell’abside e nel presbiterio, mosaici del 6° e 7° sec.). si conclude la fioritura maggiore, anche se a R. continua l’attività costruttiva (l’edificio detto palazzo di Teodorico; cripte e campanili dei secoli 9°-10°).

Eccezionale importanza per l’antica arte ravennate hanno i sarcofagi scolpiti, sparsi in diverse chiese o raccolti nel Museo Nazionale, che si datano dalla prima metà del 5° sec. (sarcofagi istoriati) al principio del 6° sec. (sarcofagi a decorazione simbolica). Da ricordare inoltre il Museo Arcivescovile (cattedra di Massimiano) e la Biblioteca Classense, fondata da P. Canneti (1660-1730), generale e abate dei Camaldolesi di Classe, con codici preziosi ed edizioni rare.

A R. è il sepolcro di Dante, di C. Morigia (1780, con avanzi del 15° sec., fra cui un bassorilievo di Pietro Lombardo).

Nel 2014 la città è stata designata Capitale italiana della cultura per il 2015, insieme a Cagliari, Lecce, Perugia e Siena.

Battaglia di R. Fu combattuta l’11 aprile 1512 fra le forze della Lega Santa, guidate da Fabrizio Colonna e l’esercito di Luigi XII re di Francia, comandato da Gastone di Foix, che ebbe la meglio. Morirono complessivamente 20.000 uomini; Foix fu ucciso, F. Colonna fu preso prigioniero dal duca di Ferrara.

Nella battaglia fu per la prima volta impiegata con successo l’artiglieria campale; importante fu anche l’affermarsi definitivo della fanteria dei lanzichenecchi.

Concili di R. Tra gli almeno 28 sinodi di cui fu sede R., si ricordano quello dell’898 tenuto da papa Giovanni IX, che procedette alla riabilitazione del pontefice Formoso, e quello del 967 alla presenza dell’imperatore Ottone I e di papa Giovanni XIII che, oltre all’elezione dell’arcivescovo di Salisburgo e all’elevazione di Magdeburgo a metropoli, decise il ritorno di R. sotto l’autorità romana.

Provincia di R. (1859 km2 con 387.970 ab. nel 2020), suddivisa in 18 Comuni. Il territorio è per due terzi costituito dalla regione pianeggiante che si estende dai piedi dell’Appennino al Mar Adriatico, mentre per il resto comprende la zona collinare formata dalle ultime propaggini dei contrafforti appenninici. Come quella comunale, anche la popolazione provinciale ha ripreso a crescere dopo la tendenza negativa in atto nel decennio 1980. Si sono andate parallelamente assestando e consolidando dinamiche di ridistribuzione demografica dalle aree interne a economia agricola verso il capoluogo, le aree industrializzate più produttive e i centri turistici costieri. L’agricoltura, pur nella dominante vocazione industriale, è una voce importante dell’economia locale (in particolare, le zone ad agricoltura intensiva e collegata industria alimentare di Lugo e Massa Lombarda). Tra le attività industriali, la petrolchimica mantiene, nonostante la crisi, un ruolo molto incisivo, con estese ricadute economiche e territoriali (R. è uno dei pochi poli mondiali delle costruzioni di piattaforme offshore). Nell’ambito del terziario, di rilievo le attività connesse con il porto di R. e quelle turistiche.

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