RECANATI

Enciclopedia Italiana (1935)

RECANATI (A. T., 24-25-26)

Ettore RICCI
Bruno MOLAJOLI
Giuseppe CASTELLANI

Città delle Marche, in provincia di Macerata a 18 km. a NE. del capoluogo e 10 km. in linea retta dall'Adriatico. Sotto l'aspetto topografico, si può ritenere esempio tipico della "città-balcone" picena, per essere tutta adagiata sul crinale d'una serie collinosa subappenninica, al disopra dei 250 m. s. m., tra due fiumi, Musone e Potenza. Ha prevalente sviluppo longitudinale; così, la massima e più elevata arteria segue pianeggiando quello sviluppo da porta a porta, mentre piccole vie e "piagge" inclinate sui due versanti salgono a raggiungerla. La città conserva larga traccia delle antiche mura e porte, ed è nel lungo lato esterno di Sud tutta percorsa dalla via di circonvallazione, cui s'innesta la grande strada nazionale Lauretana. A levante presso l'antica porta Montemorello, demolita, è il Colle dell'Infinito (M. Tabor).

Il territorio comunale è di kmq. 102,98, in cui ha. 9621 rappresentano la superficie agraria. Esso è costituito di colline plioceniche (arenarie e argille), di terrazze e piane quaternarie granifere per eccellenza: le quote estreme sono di m. 293 (quota della città) e m. 10.

Il meraviglioso panorama che si ha dall'alto della Torre (325 m. s. m.) va dal Conero e dall'Adriatico all'Appennino, dal Catria al S. Vicino, ai Sibillini, al Gran Sasso e alla Maiella.

La popolazione, diminuita di quasi seimila ab. con la separazione di Porto Recanati (1893), era di 16.389 ab. nel 1911, di 15.787 nel 1921, di 16.333 nel 1931 (densità 160 per kmq.); di essa solo un terzo (ab. 5300) è agglomerato nel centro urbano.

La produzione agraria molto intensa è costituita da grani, uve e vini, frutti (fichi); è assai sviluppato l'allevamento di bovini e suini e bachi da seta. Le industrie, pure bene sviluppate, sono quelle del mobilio, dei pettini, della filatura della seta, delle forme da scarpe, delle pipe di radica, delle armoniche, degli oggetti di cemento, delle calzature, ecc.

Nel campo educativo, culturale, delle opere pie, ecc., si ricordano, oltre al museo civico, il liceo comunale, il ginnasio Leopardi, il corso d'avviamento industriale, la scuola comunale di disegno A. Calcagni; la storica biblioteca dei conti Leopardi dove sono conservati manoscritti del poeta; la biblioteca privata Benedettucci, la più ricca raccolta italiana di libri storici, documenti, manoscritti, ecc., relativi alla regione; l'orfanotrofio-educandato e asilo infantile (Carradori), l'ospedale e l'ospizio dei vecchi; il teatro Persiani.

Regolari autolinee congiungono il centro con Macerata, con Loreto (6 km.), con Castelfidardo, con le sorgenti minerali dell'Aspio e Ancona, con Porto Recanati (stazione ferroviaria della linea litoranea).

Monumenti. - La più antica chiesa è S. Maria di Castelnuovo, del sec. XIII, con un rilievo in pietra di Nicola d'Ancona, datato 1253. Altre chiese, più o meno rimaneggiate, conservano strutture trecentesche: S. Domenico, il duomo, S. Agostino, ecc. Anche trecentesco è il vasto recinto murario di cui rimangono interessanti vestigia. L'arte di Giuliano da Maiano ha lasciato nobili impronte nei portali di S. Agostino e di S. Domenico (da lui disegnati, ma eseguiti da Giacomo Giovanni di Fiandra) e in alcuni palazzi (Venier, Antici dell'Aquila, ecc.). Nella medievale torre civica è un rilievo bronzeo di P. P. Jacometti (sec. XVI). Notevoli opere pittoriche sono nel museo civico e in varie chiese (Guglielmo Veneziano, Giacomo da Recanati, Pietro da Montepulciano, Lodovico Urbani, Lotto, Caravaggio, Guercino, ecc.).

Storia. - Da un antico abitato romano e forse preromano, acquistato e distrutto dai Goti, ebbe origine il castello che nel 553 fu occupato da Narsete e nel 563 passò ai Longobardi. Nel 774 venne compreso nella donazione di Pipino alla Chiesa. Con l'aggregazione dei castelli vicini si formò il nucleo della futura città reggentesi a comune. Contese con Osimo, ma venne a una prima pace nel 1199 e si trovano ambedue alla pace di Polverigi (1202). Federico II nel 1229 le fece molte concessioni tra cui quella di costruire il porto; concessione confermata poi dal papa, che la eresse anche in sede vescovile. Nel 1263 si diede a Manfredi. Dopo varie lotte interne tra guelfi e ghibellini, si ribellò al papa durante il periodo avignonese e perse il vescovato ma lo riebbe con la ripristinazione della sede episcopale unita a quella di Macerata per opera del cardinale Albornoz nel 1357.

Nel 1417 vi morì Gregorio XII che, dopo la rinunzia al papato, ne aveva fatto la sua residenza come vicario perpetuo della Marca e amministratore delle diocesi riunite. Giulio II istituendo il governatore della S. Casa, staccò Loreto dalla giurisdizione di Recanati e Leone X volle anche sottoporla a quel governatore provocando una vera ribellione. Paolo III restituì Loreto a Recanati, ma Paolo IV gliela tolse di nuovo, finché Sisto V, confermando questa disposizione, vi aggiunse il trasferimento della sede vescovile. Le cose ebbero una sistemazione sotto Clemente VIII che riunì le due cattedre con obbligo al titolare della residenza alternata. Nel 1797 subì l'invasione francese per pochi mesi, rinnovatasi nel 1798, per finire, dopo molti danni arrecati alla città, nel 1799. Poi seguì le sorti delle altre città marchigiane fino all'annessione plebiscitaria al Regno d'Italia.

Bibl.: Jura municipalia, seu statuta admodum ill. civitatis Recineti, in quatuor libros distincta, Recanati 1608; G. F. Angelita, Origine della città di Ricanati e la sua historia e descritione, Venezia 1601; M. Benvenuti, Historica relazione d'alcuni Santi protettori, e dei Beati nativi della città di Recanati, Perugia 1634; D. Calcagni, Memorie istoriche della città di Recanati nella Marca d'Ancona, Messina 1711; G. De Torres, Breve decalogo sopra la storia di Recanati, Cesena 1795; Bolle e brevi di sommi pontefici sui privilegii... della città di Recanati, Osimo 1776; M. Leopardi, Notizie della Secca e delle monete recanatesi raccolte, Recanati 1822: id., Alcune leggi e costumi degli antichi recanatesi, ivi 1831; S. Melchiorri, Memorie istorico-critiche di S. Flaviano, Fermo 1836; J. Vogel, De ecclesiis Recanatensi et Lauretana earumque Episcopis, Recanati 1859; P. Podaliri, Sulla prepositura e sui preposti della chiesa cattedrale di Recanati, ivi 1858; M. Leopardi, Serie di vescovi di Recanati con alcune brevi notizie della città e della chiesa di Recanati, ivi 1828; P. Benedettucci, Biblioteca Recanatese, ivi 1884; F. Ferri Mancini, Recanati e la Santa casa, ivi 1895; G. Radiciotti, Teatro, musica e musicisti in Recanati, ivi 1904; C. v. Fabricy, Giuliano da Maiano in Macerata, in Jahrbuch. d. preuss. Kunstsamml., XXVI (1905), pp. 40-46; G. Pauri, I Lombardi-Solari e la Scuola recanatese di scoltura, Milano 1915; J. Patrizi, Le grandi orme dell'arte del Quattrocento in Recanati, Recanati 1928; L. Serra, L'arte nelle Marche, I, Pesaro 1929; II, Roma 1934; Min. Educaz. Nation. (Dir. gen. ant. e belle arti), Elenchi degli edifizii monumentali, VI, Prov. di Macerata; G. Moroni, Dizionario, LVI, pp. 265-298; V. Spezioli, Guida di Recanati, Recanati 1898; O. Calamanti, Guida di Recanati, ivi 1934.

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