Recessione

Lessico del XXI Secolo (2013)

recessione


recessióne s. f. – Fase del ciclo economico, identificata da una riduzione del livello dell’attività economica aggregata, misurata tipicamente dal PIL (Prodotto interno lordo), per almeno due trimestri consecutivi. Nella tassonomia a due fasi del ciclo economico, dovuta a W.C. Mitchell, la r., (o contrazione, o slump), coincide con l’intera fase discendente, compresa tra il punto di svolta superiore e quello inferiore, e segue alla fase dell'espansione (o boom), compresa tra il punto di svolta inferiore e quello superiore. In genere la r. segue a precedenti squilibri macroeconomici (inflazione e/o deficit della bilancia dei pagamenti), cui si è risposto con politiche economiche restrittive. La più frequente causa di r. è dunque una precedente condizione di eccesso di domanda, che provoca un aumento del livello generale dei prezzi (inflazione) e un aumento delle importazioni superiore a quello delle esportazioni (deficit della bilancia dei pagamenti). Per correggere ciò, si attua una politica economica restrittiva con aumenti dei tassi di interesse, riduzioni di spesa pubblica e/o aumenti delle tasse. Da ciò deriva una riduzione del reddito disponibile delle famiglie e quindi una contrazione dei loro consumi, che a sua volta provoca, direttamente e indirettamente la flessione degli investimenti delle imprese. Si può dire che in questi casi la r., come in seguito a una medicina, è parte della cura: una volta corretto l’eccesso di spesa, ridotta l’inflazione e riequilibrata la bilancia dei pagamenti, la politica economica torna espansiva e l’economia è pronta alla ripresa. Se la r. rappresenta una più o meno normale fase del ciclo economico, diversa è la situazione quando essa si aggrava e diventa permanente. Si parla allora di stagnazione e nei casi più gravi di depressione, per intendere una situazione in cui la ripresa non arriva mai e quindi il reddito non torna a crescere ma resta ai livelli minori cui è sceso e quindi anche l’occupazione non aumenta più e la disoccupazione resta elevata o continua ad aumentare. Più in dettaglio, a seconda delle condizioni della ripresa economica, la r. può assumere un andamento a W se dopo un iniziale picco negativo l’economia torna a crescere per un periodo, per poi crollare nuovamente (si parla in questo caso anche di double-dip); a V quando dopo un brusco calo gli indicatori macroeconomici risalgono ai loro livelli naturali in un tempo relativamente breve; a U quando si verifica un rallentamento dell’economia meno repentino e più duraturo; a L, infine, quando a una ripresa debole fa seguito una nuova situazione di stagnazione. La crisi economica iniziata nel settembre del 2008 con il crack della Lehman Brothers è stata chiamata grande r., per le dimensioni insolitamente ampie dell’associata riduzione del PIL, per il suo prolungamento nel tempo e la sua estensione a numerosi paesi, in specie quelli più avanzati. La crisi è esplosa dopo l’euforia che aveva caratterizzato l’economia mondiale per buona parte del periodo 1985-2005 e in conseguenza di una serie di persistenti squilibri macroeconomici e di una crescente fragilità di nuovi strumenti finanziari ampiamente diffusi (v. ). In rapida successione si sono verificate una crisi finanziaria e una r., ambedue globali, che hanno colpito soprattutto le banche di maggior dimensione e le imprese industriali. Tale r. è indirettamente attribuibile agli squilibri e agli eccessi (bolle finanziarie, speculazione) che hanno colpito prima i redditi reali dei consumatori, poi la loro ricchezza (con discesa dei valori degli immobili e delle borse). Il calo dei consumi e degli investimenti, con il permanere di una tendenza negativa dei prezzi delle attività, si è accompagnato a crescente disoccupazione e a calo del reddito nazionale. Tutto ciò ha rappresentato qualcosa di ben più grave delle precedenti r., per tre motivi: perché questa volta la crisi ha assunto una dimensione globale, cioè ha riguardato tutti i paesi avanzati, (anche se ne sono rimasti parzialmente immuni i Paesi BRIC; perché è risultata una combinazione di r. e di crisi finanziaria, e cioè di due gravi problemi che interagiscono negativamente tra di loro; perché, infine, per il suo superamento occorreranno nuove regole e diverse politiche e cioè un vero e proprio cambiamento strutturale sia per le grandi banche sia per le industrie, che richiederà anni di lavoro comune tra i principali governi del mondo.