Nordiche, religioni

Dizionario di Storia (2010)

nordiche, religioni


Insieme di miti, religioni e credenze di tipo pagano, praticati a partire dal 2° millennio a.C. dai popoli germanici e nelle civiltà sviluppatesi intorno al Mar Baltico, nei territori oggi corrispondenti a Danimarca, Islanda, Scandinavia e Germania settentrionale, prima della conversione al cristianesimo di queste regioni, iniziata nell’11° secolo. In tali concezioni, di tipo politeistico e tendenzialmente panteistico, legate alla forza della natura e ai suoi cicli, la potenza della divinità è simboleggiata dalla Grande madre e dall’Albero cosmico (Yggdrasill), che comprende tutte le forze vitali dell’universo. Quest’ultimo vede al suo interno un conflitto e una dialettica costanti tra divinità positive (Aesir, Vanir) e forze del caos (Jötnar). La divinità principale è Odino, che guida le anime dei morti e conduce i guerrieri caduti in battaglia e scelti dalle Valchirie nel mondo dei morti (Vahlalla). Tuttavia il dio più venerato era Thor, dio del tuono e del fulmine e protettore degli uomini contro i giganti. Altre figure rilevanti erano gli Asi e i Vani, queste ultime divinità della Natura e della fertilità. Uno dei principali testi di riferimento delle religioni n. era l’Edda, secondo cui, toccando la corruzione delle cose le divinità stesse, il cosmo è in attesa del «Crepuscolo degli dei» (Ragnarøkkr). Pur non possedendo una casta sacerdotale ben definita, le religioni n. erano celebrate da sciamani o völva. Uno dei loro templi più importanti era quello di Uppsala, in Svezia, dove si celebravano riti e sacrifici, distrutto nel 1087 durante il processo di cristianizzazione di quella regione. Alle religioni n. sono legate inoltre le leggende della mitologia nibelungica e germanica.

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