RETI

Enciclopedia Italiana (1936)

RETI (lat. Raeti)

Giacomo Devoto

Abitanti delle Alpi Centrali, ricordati per la prima volta da Polibio, a proposito dei valichi delle Alpi. Dei quattro allora praticati, passava per il territorio dei Reti il più orientale, quasi certamente il Brennero.

L'essenziale intorno ai Reti ci è tramandato dai tre autori Livio (V, 33), Trogo (presso Giustino, XX, 5), Plinio (Hist. Nat., III, 133). Livio li considera di origine etrusca e quindi inselvatichiti. Trogo afferma che gli Etruschi occuparono le regioni alpine avendo perduto le sedi originarie, Plinio afferma che sono considerati discendenti di Etruschi cacciati dai Galli.

Un'autorevole scuola storica rappresentata dal Niebuhr, Ottofredo Müller, Mommsen, Helbig, De Sanctis e Pareti accetta solo in parte queste notizie e considera gli Etruschi come oriundi transalpini e i Reti come una retroguardia degli Etruschi in marcia verso la Toscana. Essa non riesce persuasiva di fronte all'accordo sostanziale dei passi citati, per i quali si tratta di un ramo staccato, dei superstiti di un'invasione, e precisamente di quella gallica.

Se è vero questo, è impossibile però estendere i Reti dall'Adda e dall'Oglio all'Isarco, dal Lago di Costanza alle Alpi Bavaresi e al medio corso dell'Inn, secondo il valore del termine Raetia nell'età imperiale.

In età antica le valli alpine non erano popolate nelle parti più alte, e il rigurgito delle invasioni della pianura può avere spinto verso il nord gli abitanti originarî, ma non stabilito collegamenti nuovi attraverso i valichi alpini. Applicando perciò questo concetto più ristretto, si possono intendere per Retiche le seguenti popolazioni: dal Tropaeum Augusti: i Trumplini, Val Trompia (Brescia); i Camuni, Val Camonica; i Venostes in Val Venosta; i Vennonetes nella Valle dell'Adda; gl'Isarci nella Valle dell'Isarco; i Breuni verso il Brennero. Dalla tavola di bronzo di Cles (Corp. Inscr. Lat., V, 5050) sono espressamente chiamati retici: i Bergalli in Val Bregaglia; gli Anauni in Valle di Non; i Tulliassi e i Sinduni nella regione di Trento; infine i Sabini della Valle Sabbia. Non è detto naturalmente che le popolazioni retiche si siano costituite solo dopo le invasioni galliche: d'accordo con Plinio, Trumplini e Camuni possono essere identici con le popolazioni originarie.

In base a questo criterio i nomi di Verona e Mantova possono essere confrontati legittimamente con forme etrusche: il passaggio da Etrusco a Retico è un passaggio graduale, che assume un contenuto storico quando fra Etruschi di Toscana e Etruschi delle Alpi il collegamento è spezzato per opera dei Celti.

Al territorio retico appartengono alcune iscrizioni nord-etrusche caratterizzate da due varianti alfabetiche: quelle degli alfabeti di Bolzano e di Sondrio (v. epigrafia, XIV, p. 84).

Bibl.: P. C. Planta, Das alte Raetien, Berlino 1872; A. Oberziner, I Reti, Roma 1883; Haug, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., I A, col. 42 segg.