GALEAZZI, Riccardo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 51 (1998)

GALEAZZI, Riccardo

Massimo Aliverti

Nacque a Torino il 18 ag. 1866 da Cesare Odoardo e da Annetta Astesano (o Astesana). Laureatosi a pieni voti in medicina e chirurgia nell'Università torinese il 21 luglio 1890, si avviò subito all'esercizio della chirurgia: assistente chirurgo dell'ospedale Mauriziano dal 5 ott. 1891, poi primo assistente, nel 1899 conseguì la libera docenza in clinica chirurgica e medicina operativa. Nel 1900 lasciò l'ospedale per intraprendere la carriera universitaria, divenendo aiuto nella clinica operativa dell'Università di Torino. Incaricato dell'insegnamento della patologia speciale chirurgica dimostrativa, nel 1903 vinse il relativo concorso e assunse la direzione del Pio Istituto dei rachitici di Milano. In questa sede venne quindi incaricato dell'insegnamento della clinica ortopedica presso gli Istituti clinici di perfezionamento per gli anni accademici 1906-07 e 1907-08, per essere negli anni successivi nominato professore straordinario e poi professore ordinario stabile il 1° dic. 1912.

Allo scoppio del primo conflitto mondiale il G. si arruolò volontario e, col grado di tenente colonnello, prestò la sua opera negli speciali reparti ospedalieri. Prodigandosi incessantemente per ottenere il recupero alla collettività e al mondo del lavoro del gran numero di combattenti invalidi, mutilati e ciechi, ottenne che l'Istituto dei rachitici di Milano concedesse all'autorità militare la facoltà di utilizzare il Rifugio Fanny Finzi Ottolenghi come scuola di rieducazione dei mutilati di guerra. Al termine del conflitto organizzò e presiedette il primo congresso nazionale per l'assistenza agli invalidi di guerra tenutosi a Milano nel dicembre 1918, fu fondatore e membro del Comitato per l'assistenza ai mutilati di guerra e consigliere dell'Opera nazionale per l'assistenza agli invalidi di guerra; chiamato dal ministero della Guerra a far parte della Commissione centrale delle protesi, fu anche membro e presidente del Comitato interalleato per l'assistenza agli invalidi di guerra.

Istituita nel 1923 l'Università degli studi di Milano, il G. entrò a far parte del corpo accademico come professore di ruolo stabile di clinica ortopedica e traumatologica; dal 1932 al 1935 fu anche preside della facoltà di medicina e chirurgia. Collocato a riposo per raggiunti limiti di età il 19 ott. 1936, l'anno successivo fu nominato professore emerito di clinica ortopedica e traumatologica e nel 1945 direttore emerito dell'Istituto dei rachitici.

Il G. recò un contributo decisivo allo sviluppo della struttura assistenziale dell'Istituto dei rachitici che, sotto la sua guida, divenne in breve tempo uno dei più importanti istituti ortopedici europei: incrementò il numero dei padiglioni da 4 a 11 e quello dei posti letto da 55 a 300; istituì le infermerie per adulti maschi e femmine, il reparto per lattanti rachitici e deformi, la sezione per le forme tubercolari osteoarticolari dell'infanzia; fondò una moderna sezione di terapia meccanica delle deformità, un reparto per la cura dei vizi di forma del tronco e della colonna vertebrale, una sezione per l'educazione fisica del bambino e dell'adolescente; costituì un gabinetto radiografico, roentgenterapico e fototerapico; avviò l'attività di un padiglione d'isolamento, della sezione convalescenti, di un'officina ortopedica, dei laboratori scientifici; dette vita alla prima scuola di lavoro per bambini storpi, paralitici e mutilati. Per iniziativa del G. sorse, in zona Gorla-Precotto, il Rifugio Fanny Finzi Ottolenghi per la rieducazione professionale degli operai minorati negli organi di movimento a causa di malattia o di infortunio.

In campo clinico-scientifico, il G. recò importanti contributi in tutti i settori della clinica ortopedico-traumatologica, descrivendo particolari forme morbose, studiando varie patologie congenite, introducendo nuovi metodi terapeutici.

Tra le sue numerose pubblicazioni si possono qui ricordare alcuni contributi di carattere prevalentemente medico-sociale per la riabilitazione e il recupero degli invalidi, soprattutto di guerra (Le moderne previdenze sociali per i mutilati in guerra, in Atti della Soc. lombarda di scienze mediche e biologiche, IV [1914-15], pp. 180-206; Nuovi apparecchi per la rieducazione funzionale dei mutilati, in Arch. di ortopedia, XXXIII [1916-17], pp. 120-130; Le protesi di lavoro, ibid., XXXIV [1918], pp. 47-92; Studio per un apparecchio di lettura per ciechi mutilati delle mani, ibid., XXXIX [1923], pp. 485-491; Il dovere sociale dell'assistenza agli invalidi, ibid., XLV [1929], pp. 802-821); gli studi su alcuni aspetti clinici e sulle possibilità terapeutiche di alcune malformazioni dell'anca (Sulla coxa valga, in Rendicontidel R. Ist. lombardo di scienze e lettere, s. 2, XXXVIII [1905-06], pp. 759-774; Ueber die operative Behandlung der Coxavara, in Zeitschrift für orthopädische Chirurgie einschliesslich der Heilgymnastik und Massage, XIX [1907], pp. 255-264, 487-507; Contributo alla cura incruenta della lussazione congenita dell'anca, in Atti della Soc. lombarda di scienze mediche e biologiche, I [1912], pp. 31-41; Sulla coxa valga, ibid., IV [1914-15], pp. 48-57; Sugli esiti lontani della cura incruenta della lussazione congenita dell'anca, in Arch. di ortopedia, XXXII [1915], pp. 191-196; Sulla coxa plana, ibid., XXXIX [1923], pp. 85-90); la descrizione del metodo di ricostruzione dei legamenti crociati del ginocchio (in Atti e mem. della Soc. lombarda di chirurgia, II [1934], pp. 302-316); gli approcci terapeutici alle affezioni tubercolari dell'apparato osteoarticolare (Trattamento meccanico della spondilite tubercolare, ibid., XXIV [1907], pp. 430-448; Il trattamento elio-climatico delle tubercolosi osteoarticolari, in Lotta contro la tubercolosi, IV [1933], pp. 595-615); le ricerche sugli innesti ossei (Sugli innesti ossei, in Atti della Soc. lombarda di scienze mediche e biologiche, III [1913-14], pp. 83-102), sul piede torto congenito (Contributo alla terapia del piede torto congenito, in Arch. di ortopedia, L [1934], pp. 881-896), sulle cifosi congenite (Contributo allo studio delle cifosi congenite, in Arch. italiano di chirurgia, LII [1938], pp. 223-261), sul piede cavo (Il piede cavo e la sua terapia, ibid., XIII [1925], pp. 697-725). Un cenno particolare, infine, meritano la descrizione operata dal G. di un particolare tipo di sindrome traumatica a carico dello scheletro dell'avambraccio, che fu designata col suo nome (Di una particolare sindrome traumatica dello scheletro dell'avambraccio, in Atti e memorie della Soc. lombarda di chirurgia, II [1934], pp. 663 s.) e il suo metodo di cura della scoliosi mediante raddrizzamento forzato in grado di garantire, anche se non completo, un buon compenso della colonna con allineamento delle spalle e del bacino sullo stesso piano frontale (sull'argomento pubblicò la bella monografia Il meccanismo patogenetico e la terapia della scoliosi, Milano s.d.).

Membro di numerose società scientifiche italiane e straniere, il G. contribuì alla ricostituzione della Società italiana di ortopedia, della quale fu anche presidente e direttore del suo organo ufficiale Archivio di ortopedia.

Aveva sposato Bianca Negri, dalla quale ebbe cinque figli: di questi Cesare divenne primario oculista dell'Istituto oftalmico di Milano.

Morì a Milano il 25 febbr. 1952.

Fonti e Bibl.: Necr. in Annuario dell'Università degli studi di Milano, a.a. 1952-1953, Milano 1954, pp. 181-186; in Arch. di ortopedia, LXV (1952), pp. I-V; in La Chirurgia degli organi di movimento, XXXVII (1952), pp. 163 s. Per i dati biografici: Torino, Archivio del Comune, Stato civile; Ibid., Archivio della Curia arcivescovile. Notizie sono state desunte dall'archivio privato della famiglia Galeazzi, conservato presso l'avvocato L. Galeazzi. Si v. inoltre: C. Marino Zuco, Considerazioni sul trattamento di alcuni casi di scoliosi, in Archivio di ortopedia, XLIV (1928), pp. 455-467; R. G., in Riv. di terapia moderna e di medicina pratica, XXII (1929), 3, pp. 23-25; Pubblicazione celebrativa dei 30 anni di direzione dell'Istituto rachitici e di insegnamento universitario del prof. R. G., Milano 1935; G. Bascappé, Ottant'anni di bene. Storia breve del Pio Istituto dei rachitici, Milano 1954; L. Giuntini, Il trattamento della scoliosi e l'opera di R. G., in Minerva ortopedica, XVIII (1967), pp. 887 s.; Enc. medica italiana, II, coll. 1721 s. (s.v. avambraccio); I. Fischer, Biographisches Lexikon der hervorragenden Ärzte, I, p. 473.

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