Menchú, Rigoberta

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Esponente del movimento di liberazione degli Indios del Guatemala (n. San Miguel de Uspantán, Quiché, 1959). Proveniente da una famiglia contadina dell'etnia Quiché, nel 1967 cominciò a lavorare come bracciante agricola e nel 1973 come domestica. Dalla seconda metà degli anni Settanta partecipò attivamente all'organizzazione e all'autodifesa della propria comunità, sottoposta sia ai tentativi di espropriazione della terra da parte dei grandi proprietarî terrieri, sia alla repressione militare delle forze governative. Nel Comitato di unità contadina (CUC) dal 1979, ne divenne presto un'importante dirigente. Dopo gli omicidî del fratello (sett. 1979), del padre (genn. 1980) e della madre (apr. 1980) da parte dell'esercito, si rifugiò in Messico (1981) e aderì al gruppo di Cristiani rivoluzionarî Vicente Menchú, intitolato alla memoria del padre. Dall'esilio si è adoperata per il riconoscimento internazionale della causa degli Indios del Guatemala e nel 1983 ha pubblicato la sua autobiografia Moi, Rigoberta (trad. it. 1987), raggiungendo così un'estesa notorietà. Nel 1992 ha ricevuto il premio Nobel per la pace.

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