Ripresa

Enciclopedia Dantesca (1970)

ripresa

Mario Pazzaglia

D. designa la ‛ ripresa ' della ballata col termine responsorium, preso evidentemente dal canto liturgico, in quanto parte corale che risponde al canto del solista. La parola dantesca trova rispondenza nel respos (detto anche refrahn) dei Provenzali e nel responsum di Francesco da Barberino (Documenti d'Amore, ediz. Egidi, II 262); mentre Antonio da Tempo e Gidino da Sommacampagna hanno " represa " (il primo come termine latino usa repilogatio o repetitio, perché, terminata la stanza, " cantores reasumunt et repilogant ac repetunt primam partem in cantu "; Delle rime volgari, ediz. Grion, 117).

La r. è l'elemento che contraddistingue la ballata rispetto alla canzone (cantio... est aequalium stantiarum sine responsorio... tragica coniugatio, VE II VIII 8, unico luogo ove il termine ricorre), dandole una connotazione di stile comico, non tragico (IV 1), in quanto ne compromette la piena autonomia letteraria, la complessa e aristocratica tessitura metrico-eufonica (dolcezza di musica e d'armonia, Cv I VII 14-16), subordinandole rigidamente alle esigenze del canto e della danza. Così sembra da interpretare il primato riconosciuto alla canzone in VE II III 5 (cantiones per se totum quod debent efficiunt, quod ballatae non faciunt; indigeni enim plausoribus, ad quos editae sunt); v. BALLATA; canzone.

In Per una ghirlandetta (Rime LVI) la r. è su tre settenari, con la coincidenza, piuttosto eccezionale, delle due rime finali con quelle degli ultimi due versi delle stanze (-à, -ore). In I' mi son pargoletta e in Perché ti vidi (Rime LXXXVII e LXXXVIII) la r. è su tre endecasillabi abb, per cui ogni stanza si chiude ugualmente sulle due rime baciate bb (aggiungi Rime dubbie III); per di più, nelle due ballate si ha la sottile particolarità tecnica del richiamo fra l'ultimo verso della r. e il primo della prima stanza (ond'io fui / i' fui del cielo; pres'hai orgoglio e durezza nel core / Orgogliosa se' fatta). Nella ballata della Vita Nuova e in Rime LXXX (e Rime dubbie II) la r. è su quattro endecasillabi abba, con a che diviene la rima chiave delle stanze (v. BALLATA).

Bibl. - M. Fubini, Metrica e poesia, Milano 1962, 99; M. Pazzaglia, Il verso e l'arte della canzone nel De vulg. eloq., Firenze 1967, 194-195.