RISO

Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)

RISO (XXIX, p. 424; App. II, 11, p. 720)

Basilio DESMIREANU

Come per tutte le altre colture agricole essenziali ai bisogni elementari dell'uomo, così anche per il r., nel decennio 1950-59, gli agricoltori di tutti i continenti hanno concentrato i loro sforzi sull'aumento dei rendimenti unitari, evitando per lo più l'espansione della superficie coltivata.

Superficie mondiale del riso. - Tra la media prebellica 1934-38 e quella della ricostruzione postbellica 1948-52, in tutti i continenti si registrano aumenti della superficie a r., che, in tutto il mondo (senza URSS), è passata da 85.800.000 a 102.400.000 ha, con un aumento percentuale del 19,3%. Questo aumento rappresentava la riparazione delle devastazioni belliche, la ripresa delle irrigazioni e la messa a coltura di superfici abbandonate. Negli anni dal 1955 al 1959, invece, la superficie risicola nel mondo è aumentata solo moderatamente, passando da 110.500.000 a 117.300.000 ha, con un aumento del 6,2%, dovuto quasi per intero all'Asia, dato che in Europa e nell'America Settentrionale e Centrale si è riscontrata una leggerissima contrazione.

Esaminando più da vicino la tab. 1, si nota subito la posizione preminente dell'Asia per la coltura del riso. Nella media prebellica 1934-38, l'importanza relativa della superficie a r. dell'Asia era del 95,6% e quella di tutto il resto del mondo (senza l'URSS) del solo 4,4%. La quota parte dell'Asia si è alquanto ridotta nella media 1948-52, scendendo al 93,5%. Per tutto il periodo 1955-59 la situazione non si è essenzialmente cambiata e nel 1959 l'Asia manteneva ancora la quota parte del 93,1% della superficie mondiale del riso. Tra i paesi produttori non asiatici, le fluttuazioni della risicoltura negli S. U. A. meritano un'attenzione speciale, visto che questo paese, pur essendo un piccolo produttore rispetto ai grandi paesi produttori di r. dell'Asia, come terzo esportatore del mondo sta provvidenzialmente colmando le magre eccedenze asiatiche in anni di scarsa produzione. Nella media 1931-35, la superficie risicola in questo paese occupava 345.200 ha, è passata a 852.300 ha nella media 1951-55, per diminuire regolarmente fino al 1958 (572.600 ha) e nuovamente aumentare nel 1959 (641.800 ha).

Per la superficie di r. dell'URSS si è riusciti a ricostruire la serie, eccetto che per l'anno 1957. Nelle medie 1934-38 e 1948-52, la superficie a r. ammontava a 148.000 e 136.000 ha, rispettivamente; per gli anni 1955 e 1956 (142.000 e 148.000 ha) si è mantenuta sulla media prebellica; e negli anni 1958 e 1959 è scesa a 106.000 e 96.000 ha. È noto che circa la metà della coltura del r. è situata nella repubblica federale di Uzbekistan.

Rendimento unitario. - Continuando a riferirci alla tab.1, si osserverà che la resa unitaria mondiale è leggermente diminuita, da 17,6 a 16,0 q per ha, tra la media prebellica 1934-38. e quella del 1948-52. Nel periodo 1955-59 se ne registra invece un continuo aumento, da 18,6 q per ha nel 1955 a ben 22,0 q per ha nel 1959, con uno sbalzo percentuale in avanti del 18,3%. Rispetto alla media 1934-38, l'anno 1959 presenta un aumento della resa unitaria addirittura del 25,0%. Evidentemente, data la grandissima superficie destinata al r. dell'Asia rispetto agli altri continenti, questo forte aumento della resa unitaria è dovuto in gran parte all'Asia, in particolare alla Cina continentale e al Giappone, che sono rispettivamente paesi di media e alta resa unitaria.

La resa unitaria più elevata nel mondo spetta senza dubbio alla Spagna. Questo paese ha ottenuto il primato mondiale nella media 1934-38 (con 62,3 q per ha) e lo ha conservato per tutta la serie degli anni 1955-59. Nella media 1948-52 invece è stata l'Italia che ha ottenuto il rendimento unitario più alto (48,7 q per ha). Per lo più l'Italia ha occupato il secondo posto, eccettuati gli anni 1956 e 1957 in cui passò al 3° posto, essendo stata superata dalla RAU-regione egiziana con 54,3 e 55,6 q per ettaro rispettivamente. Rendimenti relativamente elevati registra regolarmente anche il Giappone (46,2 nel 1958), cui spetta il 4° posto in questa graduatoria. Negli S.U.A., la resa unitaria ha oscillato intorno ai 24,0 q per ha nel periodo 1931-50, per continuare in seguito ad aumentare fino al 1959, in cui raggiunse i 37,5 q per ha.

È degno di rilievo che i rendimenti unitarî della Cina continentale (25,2 e 21,6 q per ettaro nella media 1934-38 e 1948-52 rispettivamente) sono relativamente elevati se si consideri l'enorme superficie coltivata a r. (20 e 27 milioni di ha per le due medie). Le rese relativamente elevate dell'Oceania (Australia e Figi) non consentono un confronto con quelle degli altri continenti, data l'esiguità della superficie investita in questo continente. Scarso rendimento unitario hanno Africa e America Meridionale.

Produzione mondiale del riso. - Sotto la spinta di un moderato aumento della superficie investita a r. e un notevole accrescimento dei rendimenti medî in tutto il mondo (senza l'URSS), la produzione del r. ha fatto progressi veramente ragguardevoli. Tra la media prebellica 1934-38 e quella del 1948-52 della produzione mondiale si registra solo un aumento dell'8,4%; ma negli anni successivi, dal 1955 al 1959, si assiste a continui massicci aumenti che portano la produzione mondiale dell'anteguerra da 151 milioni a 258 milioni di t nel 1959, con un aumento percentuale del 70 ,8%. Solo tra il 1955 e il 1959, la produzione mondiale è aumentata di 53 milioni di t, facendo uno sbalzo del 25,8%. Dato il grandissimo peso del continente asiatico nella produzione del r., l'accrescimento della produzione asiatica si muove parallelamente a quello della produzione mondiale, però a un livello percentuale più basso a causa degli incrementi notevoli avutisi anche negli altri continenti. Infatti, tutti i continenti hanno partecipato all'aumento della produzione dal periodo prebellico al 1959.

Il più grande produttore del mondo è la Cina continentale (v. tab. 2). Le statistiche della produzione del r. di questo paese appaiono con ritardo e, per qualche anno, mancano completamente (1957), ma d'altra parte non mancano le stime fatte da competenti (come il Dipartimento dell'Agricoltura degli S. U. A.). così che ora si conoscono con buona approssimazione i dati della produzione di questo paese. Confrontata la produzione cinese con quella mondiale, si ha un continuo aumento della quota parte cinese che dal 33,4% nella media 1934-38 passa al 41,0% nel 1957 e addirittura al 45,0% nel 1958. È da notare che in quest'nltimo anno la produzione cinese è stata eccezionalmente elevata. Prima della guerra la Cina era un paese importatore di riso. Dopo la guerra, è stata invece capace d'esportarne notevoli quantità. Negli ambienti interessati al commercio mondiale del r. si è anzi temuto che la Cina potesse esportare quantità di r. tanto rilevanti da scardinare la struttura del commercio di questo cereale.

Non si deve tuttavia dimenticare che la risicoltura cinese, pur essendo relativamente progredita, è spesso fortemente danneggiata da inondazioni e siccità. Il governo è costretto quindi a destinare forti quantitativi alle riserve nazionali e inoltre. come si è saputo ufficialmente, la Cina ha fornito forti quantitativi di r. all'URSS. In più si deve sempre tener presente l'aumento della popolazione cinese. Usufruendo dell'unica fonte più aggiornata, la statistica demografica delle N.U., le percentuali rappresentate dalla popolazione cinese nel totale mondiale erano nel 1940, 1950 e 1958 rispettivamente del 21,0, 21,9 e 23,4%. Tra il 1940 e il 1950 la popolazione cinese è aumentata di 95 milioni d'unità e tra il 1950 e il 1958 di ben 122 milioni, con un aumento annuo di circa 15,2 milioni. In termini di r. ciò significa che il governo cinese deve aumentare per ora la produzione di r. di circa 2 milioni di t annualmente solo per far fronte ai bisogni dei nuovi consumatori, lasciando inalterato il tenore di vita raggiunto.

Il secondo produttore mondiale di r. è l'India ma, pur aumentando la produzione dalla media 1934-38 a quella del 1948-52 e successivamente negli anni dal 1955 al 1959 (eccetto il 1957). la sua quota parte nella produzione mondiale è andata man mano calando dal 21,4% nella media 1934-38 al 17,3% nel 1959. Ciò significa che il ritmo dell'aumento dell'India è stato inferiore a quello del resto del mondo. L'India è un paese di bassissimi rendimenti unitarî: II, I e I3.4 o per ha nelle due medie 1934-38 e 1948-52, rispettivamente. La riuscita del raccolto del r. indiano è, in gran misura alla mercé dell'arrivo e della durata dei monsoni, ovviamente nella loro accezione di pioggia stagionale (non di vento). Le autorità fanno sforzi lodevoli per aumentare la produzione che è quasi sempre inferiore al fabbisogno interno. In questi ultimi anni si è attribuita grande importanza all'applicazione del cosiddetto metodo giapponese, che consiste in verità solo nell'osservanza scrupolosa di tutti i ritrovati scientifici riguardo alla coltura del r. (scelta delle sementi, lavorazione del terreno, trapianto, estirpazione delle malerbe, operazioni di raccolta ecc.). Il governo giapponese offre assistenza tecnica ai paesi asiatici (India, Pakistan, Birmania, Tailandia, Iran, ecc.) desiderosi d'introdurre questo metodo. Si sa che il governo indiano presentemente fa fare esperimenti su una nuova varietà di r. la quale non solo resiste alle inondazioni, ma addirittura prospera in acque stagnanti. Questa varietà porterebbe grandissimni vantaggi economici alle province che soffrono in seguito a inondazioni.

Le difficoltà indiane derivano anche dalla forte pressione demografica. La popolazione dell'India, che nel 1959 era di 403 milioni, nel 1958 rappresentava il 13,9% della popolazione mondiale. Dal 1953 al 1959. l'aumento annuo della popolazione ha oscillato tra 4,8 e 5,3 milioni. Di conseguenza, anno per anno, la produzione indiana di r. deve aumentare di un quantitativo tale da soddisfare il consumo addizionale di circa 5 milioni di persone, lasciando tutto il resto immutato.

Per il 3° posto nella graduatoria mondiale si avvicendavano il Giappone e il Pakistan nelle due medie 1934-38 e 1948-52. Il Giappone specialmente ha subìto gravi devastazioni in seguito alla guerra, particolarmente per mancanza di mano d'opera ma nella media 1948-52 aveva raggiunto e leggermente superato la situazione prebellica. Negli anni dal 1955 al 1959 poi ha costantemente aumentato la produzione (eccetto che nel 1956) e nel 1960 ha raggiunto la produzione record con 16,i milioni di t. Così che a questo paese compete oramai il 3° posto. I risultati ottenuti dal Giappone sono certamente da attribuirsi in parte all'espansione delle varietà precoci nelle regioni del sud-est e di quelle resistenti al freddo nell'isola Hokkaido e nelle regioni di nord-est.

Anche il Pakistan presenta una leggera tendenza all'aumento raggiungendo nel 1959 i 13,7 milioni di t. Riguardo a questo oaese si osserverà che il 90% della produzione di r. si ottiene nel Pakistan orientale dove predomina un regime monsonico (dunque con molti rischi per i raccolti). Lo sviluppo della risicoltura nel Pakistan orientale è stato ottenuto a spese della iuta, la cui superficie nell'ultimo decennio è stata ridotta di circa 300.000 ha. Anche per il Giappone e il Pakistan, il nroblema de] rapido aumento della popolazione è all'ordine del giorno. Infatti, la popolazione del Giappone e quella del Pakistan, che erano nel 1959 di 92,7 e 86.8 milioni rispettivamente, aumentano annualmente di circa un milione per ciascuno dei due paesi. Per importanza del volume della produzione segue un altro paese molto popolato (90 milioni nel 1959). l'Indonesia, che dopo la media 1948-52, con un raccolto di 9,4 milioni di t, è passata man mano a 11.4,12.4 e nel 1960. a 13,5 milioni di t. L'aumento annuo 4 ' I. 4. della popolazione di questo paese è pure dell'ordine di un milione. L'Indonesia è uno dei più forti importatori di riso.

Seguono poi produttori di media grandezza, ma aventi importanti eccedenze esportabili, proprio perché la loro popolazione è relativamente scarsa. Tra questi i più importanti sono i grandi esportatori: la Birmania, con una produzione di 7 milioni di t nella media prebellica e 6,9 milioni di t nel 1960 e una popolazione di 20 milioni nel 1958; la Tailandia, con una produzione di 7,5 milioni di t nel 1960 e una popolazione di 21 milioni nel 1958. Questa caratteristica dei paesi esportatori asiatici d'avere una scarsa popolazione si constata anche per gli altri esportatori, come Formosa, la Federazione malese, Cambogia, Vietnam, ecc., ma non per paesi nei quali il r. non costituisce l'alimento umano di base, come gli S.U.A. e l'Italia. La produzione degli S.U.A. è aumentata da 826.000 t nella media 1931-35 fino alla produzione massima di 2.536.000 t nel 1955, per calare sensibilmente negli anni successivi e riprendersi nel 1959, quando si è avvicinata nuovamente alla produzione massima del 1955. In quanto all'URSS, dopo una produzione totale di 318.000 t (21,5 q per ha) nella media prebellica, si è avuta una produzione di sole 200.000 t (14,9 q per ha) nella media 1948-52; in seguito mancano i dati statistici fino al 1958 e 1959, quando il raccolto ammontò a 216.000 e a 214.000 t rispettivamente.

Commercio mondiale. - Anzitutto occorre rilevare la relativamente ridottissima quantità di r. oggetto del commercio, rispetto alla produzione mondiale. Infatti, ridotti in r. lavorato anche i dati della produzione mondiale come lo sono quelli del commercio, si osserverà che la quota parte del commercio d'esportazione nella media 1948-52 ammontava appena al 5,6% della produzione e che tale percentuale ha subìto una continua diminuzione per arrivare nel 1958 al solo 3,0%. L'analoga percentuale nel 1958 del commercio d'esportazione del grano (compresa la farina di grano) rispetto alla produzione mondiale di questo cereale ammontava invece a circa il 18%. Dopo la media 1948-52, in cui l'esportazione mondiale di r. ammontava a 4,6 milioni di t, dal 1955 al 1957 essa è andata crescendo senza interruzione fino a 5,6 milioni, per subire una flessione fino a 5,0 milioni nel 1958.

Il primo incontestato paese esportatore del mondo è la Birmania (20 milioni d'ab. nel 1958), che ha aumentati i suoi invii di r. all'estero da 1,2 milioni di t nella media 1948-52 a 1,6 milioni nel 1955, a 1,9 milioni nel 1956 e, dopo una flessione nel 1958 (1,4), ha toccato nel 1959 1,8 milioni di t. Dalla media 1948-52 al 1959 la Birmania ha aumentato dunque le sue esportazioni di ben il 46,6%.

Per ciò che concerne i paesi destinatarî, nel 1959 i cinque grandi importatori asiatici, Indonesia. India, Ceylon, Malesia e Pakistan, hanno importato per un totale di 1.352.000 t di riso; l'isola Maurizio ne ha importato 55.000 t. il Regno Unito e i Paesi Bassi insieme circa 105.000 t. Tra i paesi d'una certa importanza figurano il Giappone, il Belgio. la Germania Occ., la Iugoslavia, l'URSS, ecc. Il secondo paese esportatore di r. è la Tailandia (21 milioni ab. nel 1958), che nella media 1948-52 ha inviato all'estero 1,3 milioni di t di r. e, negli anni dal 1955 al 1957, rispettivamente, 1,2, 1,3 e 1,5 milioni di t. Negli anni 1958 e 1959 ha ridotte le sue esportazioni a 1,1 milioni di t. Le principali destinazioni nel 1959 sono state: Singapore e Federazione malese (425.000 t), Hongkong (163.000 t) Giappone (71.000 t) e Indonesia (68.000 t). Tra i paesi europei figurano i Paesi Bassi e il Regno Unito.

Il terzo paese esportatore di r. sono gli S. U. A. con 537.000 t nella media 1948-52 e con quantitativi oscillanti tra 516.000 t e 929.000 t per il periodo 1955-59. Sia per l'ammontare delle sue esportazioni di r., sia per la loro relativa costanza anno per anno, gli S. U. A. hanno una posizione stabilizzatrice nel commercio mondiale del riso. La posizione di questo paese come produttore e esportatore di r. è indicata dalle seguenti cifre: la loro quota parte nella produzione mondiale è stata di appena l'1, 1% della produzione mondiale nel 1959, mentre la loro quota parte nell'esportazione mondiale, nello stesso anno, è stata del 12%.

Per quanto concerne la Cina continentale è noto che prima della guerra essa era un notevole importatore (625.000 t) e che dopo il 1950 essa figura tra gli esportatori con quantitativi oscillanti tra 480.000 t (1957) e 1.213.000 t (1958). Purtroppo questi dati sono solo stime, per lo più basate sui dati dei paesi importatori, e di solito non comprendono le esportazioni verso l'URSS. Per gli anni 1955-57 si dispone di una statistica cinese ufficiale dalla quale si possono raccogliere i dati sulle esportazioni cinesi verso l'URSS, che sono 293.000 t nel 1955, 458.000 t nel 1956 e 181.000 t nel 1957. Gli altri paesi di destinazione delle esportazioni cinesi sono Ceylon, Giappone, e Hongkong.

Altri centri esportatori di una certa importanza sono la Cambogia e il Vietnam meridionale. Questi due paesi insieme, negli ultimi anni, hanno raggiunto e superato le esportazioni dell'ex-Indocina Francese nella media 1948-52 che furono di 382.000 t. Anche la RAU-regione egiziana esporta in alcuni anni quantitativi notevoli di r. (386.000 t nel 1958). In Europa, il principale paese esportatore di r. è l'Italia, che esporta quantitativi oscillanti tra 143.000 t (1957) e 349.000 t (1956). Per ciò che concerne l'avvenire più o meno lontano, dell'esportazione di r. è degna di rilievo l'impostazione del problema risicolo in Australia.

Quanto ai paesi importatori, non si può stabilire una graduatoria perché i grandi importatori sono tutti anche grandi produttori e importano solo saltuariamente quantitativi più notevoli. In tutto il periodo considerato nella tab. 3, l'importazione più alta è stata effettuata dal Giappone nel 1955 con 1.246.000 t. Paesi che in alcuni anni del periodo considerato hanno importato più di mezzo milione di t di r. e che perciò possono considerarsi grandi importatori sono, oltre il Giappone, l'India, l'Indonesia, la Federazione malese e Singapore, l'URSS e Ceylon.

Prezzi e stocks. - La caratteristica specifica del prezzo del risone durante tutto il periodo dal 1950 al 1959 è il sostanziale divario tra i prezzi nei paesi grandi esportatori asiatici e nella RAU-regione egiziana, da una parte, e negli S.U.A. e nell'Italia, dall'altra parte.

Così il prezzo del risone varietà Ngatsein di Birmania, per tutto il periodo 1950-59 si è mantenuto invariabilmente sui 3 centesimi di dollaro statunitense al kg (con l'indicazione commerciale di prezzo minimo ufficiale alla produzione); il prezzo del risone tailandese Na Suan n. 1 all'ingrosso ha oscillato dal 1950 al 1954 intorno a 6,3 centesimi e dal 1955 al 1959 intorno a 4.6 centesimi al kg. I prezzi della RAU-regione egiziana per risone Yabani (prezzo al produttore fissato dal governo) si collocano tra i prezzi birmani e quelli tailandesi con la media decennale 1950-59 di 4,9 centesimi di dollaro. D'altra parte, il prezzo medio ufficiale alla produzione negli S.U.A. per tutti i 10 anni considerati si è mantenuto sulla media di 10,9 centesimi al kg, e quello italiano, sulla media di 9,7. I prezzi dei primi tre paesi (Birmania, Tailandia e RAU-regione egiziana) riflettono in parte il basso costo di produzione e l'intervento permanente dello stato nello smercio del prodotto.

Paesi asiatici importatori aventi prezzi di risone elevati sono il Giappone e Ceylon. Nel primo, il prezzo del risone è aumentato da 11,8 centesimi di dollaro al kg nel 1950 a 16,0 nel 1952, e ha oscillato intorno ai 19 centesimi tra il 1953 e il 1959. Nel Ceylon, dopo gli 8,1 e 9,1 centesimi nel 1950 e 1951, il prezzo dlel risone si è mantenuto invariabile sui 12,i centesimi fino al 1959.

La stabilità dei prezzi mondiali del r. è sorretta dagli scarsi stocks nei paesi asiatici (400.000 t al 31 dicembre 1959) e negli S.U.A. (500.000 t al 31 luglio 1959).

Risicoltura italiana. - Dalla tab. 4 risulta che dal 1950 al 1954 la superficie destinata al r. è continuamente aumentata in Italia passando da 143.000 ha nel primo anno a 178.000 ha nel secondo (+ 24,5%). Nei tre anni successivi è diminuita fino a 126.000 ha nel 1957, che costituisce il minimo assoluto dal 1950 al 1960. Dopo due anni di ripresa è diminuita nuovamente fino a 129.000 ha nel 1960. Se consideriamo la superficie a r. nei due anni agli estremi del periodo considerato, si ha una diminuzione del 9,8% tra il 1950 e il 1960. Questa continua oscillazione della superficie a r. con tendenza piuttosto alla diminuzione rispecchia le difficoltà economiche della produzione risicola italiana a prezzi di costo relativamente elevati, e senza una sistemazione definitiva nel quadro della politica agraria del MEC. In questi ultimi anni sono stati i tipi fini e semifini di r. che hanno subìto maggiori riduzioni.

Per ciò che riguarda i rendimenti unitarî, è degno di rilievo che negli undici anni considerati essi si sono mantenuti a un livello elevato, con la media undecennale di 50,5 q per ha, uno dei rendimenti più elevati nel mondo. Se si calcolano le deviazioni di ciascun rendimento annuo rispetto alla media, si osserverà che queste deviazioni sono piuttosto piccole, oscillando tra 0,1 e 4,3 in valore assoluto. Ciò significa che la base tecnica della risicoltura italiana è tanto solida da essere quasi indipendente dai capricci del c li ma.

La produzione totale del r.. che dipende congiuntamente dall'estensione della superficie investita a r. e dal rendimento unitario, ha oscillato ampiamente durante il periodo considerato. Pur non potendosi scorgere una netta tendenza della produzione, è tuttavia rivolta alla diminuzione a partire dal 1956.

La regione più importante per la risicoltura italiana è il Piemonte, che dedica al r. la più estesa superficie e ne raccoglie le più grandi quantità. Nel 1958 la sua superficie a r. rappresentava il 55,6% della superficie italiana di r. e la sua produzione il 55,9%. La seconda regione per importanza è la Lombardia, con il 36,2% della superficie e il 35,7% della produzione italiana di r. nel 1958. Queste due regioni insieme rappresentavano dunque, nel 1958, il 91.8% e il 91,6% della superficie a r. e della produzione italiana, rispettivamente.

Commercio. - Le esportazioni di r. dall'Italia negli 11 anni 1950-1960 hanno oscillato moltissimo in quantità e valore, come risulta dalla tab. 6.

L'esportazione italiana di r. si dirige soprattutto verso paesi europei, ma in tutti i continenti il r. italiano è conosciuto; in certi anni sono stati inviati anche forti quantità di r. in Giappone (anni 1952, 1953, 1954). Nel 1954 l'esportazione di r. italiano nel Giappone ammontò a 57.700 t di riso lavorato per un valore di 6,8 miliardi di lire. Sulla base dei dati ufficiali definitivi del 1959, l'Italia ha esportato negli altri 5 paesi del mercato comune 35.000 t di riso per un valore di 2,8 miliardi di lire, ciò che rappresenta il 22,7% dell'esportazione totale e il 21,5% del valore di questa. Nello stesso anno 1959, l'Italia ha importato un quantitativo di 1574 t di r. per un valore di 74,5 milioni di lire; i maggiori quantitativi sono stati importati dagli S. U. A., dalla RAU-regione egiziana e dalla Cina continentale.

Bibl.: FAO, Production Yearbook 1956, 1958, 1959, Trade Yearbook 1959; id., Monthly bulletin of agricultural economics and statistics, 1959, 1960, 1961; id., The state of food and agriculture 1960; CCP, Rice, 60, 6, Roma 1959; R. L. M. Ghose, M.B. Ghatge e V. Subrahmanyan, Rice in India, Nuova Delhi 1956; The Rice Journal, LXIII (1960); New Orleans, Louisiana, S. U. A.; International rice Yearbook, ivi 1961; Japan FAO Association, Agriculture in Japan, Tokyo 1958; Ente Nazionale Risi, Il riso, Rivista mensile di economia e tecnica risiera, Milano 1960; Istituto Centrale di Statistica, Annuario statistico italiano 1959, Roma 1960; id., Sommario di statistiche storiche italiane 1861-1955, Roma 1958; id., Annuario di statistica agraria, 1960; Istituto Nazionale di Economia Agraria, Annuario dell'agricoltura italiana 1959, Roma-Milano 1960; Nazioni Unite, Demographic Yearbook 1959, New York 1959.

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