Risparmio energetico

Dizionario di Economia e Finanza (2012)

risparmio energetico

Francesco Piron

Serie di azioni che permette di ridurre il costo economico della spesa energetica (per es., selezionando un’offerta per la fornitura di energia conforme alle proprie esigenze di consumo), sulla base di azioni programmate o pianificate o anche mediante la pratica, nella gestione ordinaria, di comportamenti virtuosi e intelligenti (per es., spegnendo le luci quando non servono). Si tratta quindi di r. di fonti energetiche convenzionali altrimenti utilizzabili (soprattutto petrolio e suoi derivati, combustibili solidi e metano) e non invece di fonti energetiche rinnovabili, in quanto queste ultime non si possono risparmiare. Da un punto di vista ambientale, poi, il r. e. rappresenta il mezzo più certo, rapido, efficace ed efficiente in termini di costi, per ridurre le emissioni di gas a effetto serra (➔ emissione in atmosfera) e per migliorare la qualità dell’aria. Le misure adottate con questa finalità aiuteranno gli Stati membri dell’Unione Europea a rispettare gli impegni assunti con la ratifica del protocollo di Kyoto (➔ Kyoto, protocollo di) e contribuiranno allo sforzo intrapreso per contrastare il cambiamento climatico a lungo termine mediante ulteriori riduzioni delle emissioni di gas a effetto serra, come previsto a partire dal 2012 nell’ambito della convenzione dell’ONU sul cambiamento climatico.

Risparmio energetico ed efficienza energetica

Nonostante siano spesso usati come sinonimi, i due termini non sono esattamente sovrapponibili. Fare efficienza energetica significa attuare una serie di azioni (di programmazione, pianificazione e realizzazione di strumenti operativi) e di strategie che permettano di consumare meno energia a parità di servizi offerti (per es., la capacità di garantire il servizio di illuminazione pubblica con la minore quantità di energia primaria possibile). Ciò comporta un r. e., ma non è necessariamente vero il contrario. Per es., per risparmiare nel riscaldamento degli ambienti è sufficiente abbassare la temperatura dei corpi scaldanti, il che comporta una  diminuzione del benessere abitativo. Migliorando invece la coibentazione di pareti e infissi si ottiene una riduzione della spesa energetica, a parità di benessere percepito.

Direttive europee

Ridurre il consumo di energia e prevenirne gli sprechi sono obiettivi prioritari dell’Unione Europea, che alla fine del 2006 si è impegnata ad abbassare del 20%, entro il 2020, il consumo annuo di energia primaria rispetto a quello che può essere preventivato in base allo sviluppo ‘spontaneo’ dell’attività economica (business as usual). Per conseguire questo risultato, la UE ha inteso mobilitare i cittadini, i responsabili politici e gli operatori del mercato, fissando, tra l’altro, norme minime di rendimento energetico e regole in materia di etichettatura, applicabili ai prodotti, ai servizi e alle infrastrutture. Più in particolare, i settori a maggiore potenziale di r. e. sono stati invididuati dalla Commissione europea (Energia 2020. Una strategia per un’energia competitiva, sostenibile e sicura, novembre 2010) nell’immobiliare e nei trasporti. L’intento è dunque quello di accelerare il ritmo delle ristrutturazioni, stabilire criteri energetici da utilizzare in tutte le gare pubbliche per l’appalto di lavori, servizi o prodotti, studiare programmi finanziari che riguardino specificatamente progetti incentrati sul r. e., migliorare la sostenibilità dei trasporti e ridurre la dipendenza dal petrolio.

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