Redford, Robert

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Attore e regista cinematografico statunitense (n. Santa Monica, California, 1937), ha rivelato nel tempo un originale e interessante profilo creativo, sia come attore sia come regista. Dotato di indubbio fascino, R. ha dimostrato di poter interpretare un'ampia gamma di ruoli ‒ passando con disinvoltura dal registro romantico a quello ironico, rivelandosi ora sensibile ora appassionato e impegnato nella difesa dei propri ideali ‒ che mostrano inoltre l'ampio spettro dei suoi interessi personali: la politica ma anche lo sport, il sociale e l'ecologia. Nel 1981 ha ottenuto l'Oscar come miglior regista per Ordinary people (1980), mentre nel 2002 gli è stato assegnato l'Oscar alla carriera e nel 2017 il Leone d'oro alla carriera.

Vita

Proveniente da una famiglia modesta (il padre, Charles, era un contabile), amante dell'avventura, si rivelò ben presto più portato per lo sport che per gli studi.  Nel 1955, alla morte della madre (Marta Hart, di origini ispaniche), decise di frequentare la University of Colorado, grazie a una borsa di studio come giocatore di baseball, ma la sua irrequietezza lo spinse a lasciare l'università l'anno successivo. Con i soldi guadagnati lavorando in un campo petrolifero, dopo aver studiato arti figurative a New York, partì per l'Europa per dedicarsi alla pittura. Tornato in patria, disilluso, incontrò Lola Van Wegenen (divenuta poi sua moglie), che lo aiutò a uscire dalla crisi. Si iscrisse così all'American Academy of Dramatic Arts per studiare scenografia, ma finì per scoprire di avere doti di attore. La passione per il teatro e il conseguente, profondo coinvolgimento testimoniano un'autentica vocazione per il mestiere di attore, spesso ignorata nelle valutazioni della critica, condizionata dal suo aspetto gradevole e dalla bellezza del suo volto dal sorriso accattivante. Nel 1980 ha fondato il Sundance Institute, che organizza ogni anno il Sundance Film Festival, importante vetrina del cinema indipendente di tutto il mondo.

Opere

Dopo aver debuttato a Broadway in un ruolo minore in Tall story (1959) di H. Lindsay e R. Crouse, pur continuando a recitare in teatro (Sunday in New York di G. Kanin, e Barefoot in the park di N. Simon, diretto da M. Nichols), iniziò a lavorare in televisione anche se, infastidito dal typecasting televisivo che gli offriva principalmente parti da psicopatico o quantomeno da giovane nevrotico, rifiutò il ruolo di protagonista della serie The Virginian (1962-1971), rivelando un'autonomia di giudizio e uno spirito indipendente che avrebbero poi caratterizzato tutte le sue scelte professionali. L'esordio nel cinema avvenne con War hunt (1962), ma la carriera cinematografica risultò felicemente avviata solo a metà degli anni Sessanta, quando interpretò il difficile ruolo di un omosessuale narcisista in Inside Daisy Clover (Lo strano mondo di Daisy Clover, 1965), di Robert Mulligan, la vittima bianca delle ingiustizie sudiste in The chase (1966) di Arthur Penn, scritto da Lillian Hellman, il giovane marito nella commedia Barefoot in the park (1967) di Gene Saks, ma soprattutto l'eroe romantico, che si scontra con le dure leggi sociali negli anni della Depressione, in This property is condemned (1966; Questa ragazza è di tutti), il primo di una serie di film interpretati da R. sotto la direzione di Sydney Pollack. L'enorme successo ottenuto con Butch Cassidy and the Sundance Kid (1969) di George Roy Hill fece di R. uno dei divi più popolari del dopoguerra, anche per la buona combinazione attoriale tra lui e Paul Newman, tanto che la coppia venne riproposta in The sting (1973) di Hill, film per il quale R. ottenne una nomination all'Oscar. Nel frattempo aveva sperimentato parti diverse, dallo sciatore arrogante di Downhill racer (1969; Gli spericolati) di Michael Ritchie, allo sceriffo sensibile al problema indiano di Tell them Willie boy is here (1969; Ucciderò Willie Kid) di Abraham Polonsky; il motociclista debosciato e zotico di Little Fauss and Big Halsy (1970; Lo spavaldo) di Sidney J. Furie, ma anche il ladro scanzonato di The hot rock (1972) di Peter Yates; l'idealista vagamente kennedyano che cede alle necessità della politica in The candidate (1972) di Ritchie, e il cacciatore-ecologista in Jeremiah Johnson (1972; Corvo rosso non avrai il mio scalpo) di Pollack. Tutte interpretazioni ricche di sfumature che rivelano il suo stile recitativo, mai psicologicamente caricato alla Actors Studio. In particolare, a partire da The way we were (1973) di Pollack, in cui propone la figura del maschio intelligente e sensibile che soccombe davanti alla forza idealista della sua compagna, divenne, pur nelle sue contraddizioni, l'oggetto del desiderio dell'universo femminile. Ruolo, questo, confermato dal successivo The great Gatsby (1974) di Jack Clayton, da F.S. Fitzgerald, in cui interpreta uno dei personaggi più noti della letteratura statunitense. Negli anni seguenti ampliò, con nuove sfaccettature e rinnovata sensibilità, la serie di ritratti maschili: fu un romantico eroe neo-noir in Three days of the Condor (1975) di Pollack e un campione di rodeo nel metacomunicativo The electric horseman (1979) di Pollack. Il suo impegno politico risultò invece evidenziato nel giallo sul Watergate All the President's men (1976) di Alan J. Pakula, ricostruzione dell'inchiesta dei giornalisti B. Woodward e C. Bernstein, e in Brubaker (1980) di Stuart Rosenberg, in cui R. impersona il democratico direttore di un penitenziario che si schiera a favore della riforma carceraria. Nel frattempo erano maturati un bisogno di maggior controllo creativo e un'idea personale di cinema che lo avevano spinto a produrre alcuni dei propri film (Downhill racer, The candidate e All the President's men) e a passare alla regia con il melodramma bergmaniano e amaro Ordinary people. La sensibilità e l'intelligenza, accompagnate da una versatilità inattesa in un attore dagli interessi così ben delineati, l'hanno portato a dirigere film molto diversi tra loro, difficili da catalogare, come The Milagro beanfield war (1988), sulla conflittualità fra una comunità di contadini e un gruppo di avidi imprenditori turistici, il cupo e romantico River runs through it, il caustico Quiz show (1994), per il quale ha ottenuto una nomination all'Oscar per la regia e una per il miglior film; il romantico The horse whisperer (1998) e The legend of Bagger Vance (2000). Dopo aver iniziato a lavorare dietro la macchina da presa, R. ha interpretato nuovi personaggi, eroi coraggiosi, idealisti, oppure sottilmente cinici come in Up, close and personal (Qualcosa di personale, 1996) e The spy game (2001), cui hanno fatto seguito The clearing (In ostaggio, 2004), An unfinished life (Il vento del perdono, 2005) e Lions for lambs (2007), di cui è anche regista; nel 2010 ha diretto e sceneggiato The conspirator, film storico in cui narra gli eventi successivi all'assassinio del presidente Lincoln, cui hanno fatto seguito The company you keep (La regola del silenzio - The company you keep, 2012), di cui è stato attore e regista, la magistrale interpretazione come unico attore nel film All is lost (2013) per la regia di J.C. Chandor, Captain America: The winter soldier (2014), A walk in the woods (2015), Truth (2015), Pete's Dragon (Il drago invisibile, 2016), The discovery (2017), Our souls at night (2017) e The Old Man & the Gun (2018).

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