ALTAVILLA, Roberto d'

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 2 (1960)

ALTAVILLA, Roberto d'

Raoul Manselli

Figlio di Goffredo, conte di Capitanata, uno dei fratelli A., ci è noto solo dal 1064, quando, seguendo le direttive espansionistiche paterne, cominciò ad operare militarmente nel territorio di Ortona. Ben più autonoma e decisa diventò la sua azione dopo la morte di Goffredo, specialmente con l'attacco ai cospicui beni che il monastero di S. Clemente a Casauria possedeva in quel territorio; riuscì così ad imporre ai piccoli ed inquieti signorotti locali un'autorità, giuridicamente non precisa e, certo, non gradita, nell'ambito, sembra, dell'alta sovranità di Roberto il Guiscardo.

In questo suo piano politico l'A. ebbe l'appoggio dell'abate Desiderio di Montecassino, anch'egli molto interessato a quelle vicende per i ricchi possessi terrieri del suo monastero: certo l'A. era presente con Desiderio e con Pietro, conte di Lesina, all'insediamento di Trasmondo dei conti dei Marsi ad abate del monastero di Tremiti.

L'A. continuò, quindi, l'invasione dei beni di S. Clemente, specialmente dopo la morte dell'abate Berardo nel 1072; nè fu fermato dalla scomunica lanciatagli da Gregorio VII al concilio di Roma del 25 febbr.-1 marzo 1075. Mantenne poi l'assedio d'Ortona e batté le forze collegate di Trasmondo III, conte di Chieti, e dei vescovi di Camerino e di Penne. Trasmondo fu anzi costretto a fare omaggio all'A., per conservare i suoi territori.

Divenuto, ma non sappiamo quando, conte di Loretello, dopo il 1076 l'A. affidò le operazioni militari nelle Marche a Ugo Malmozetto; fu, però, presente, il 29 giugno 1080, alla cerimonia d'investitura di Roberto il Guiscardo a Ceprano, ove dovette impegnarsi a non occupare altre terre della Sede apostolica, oltre quelle che già possedeva (cfr. Gregorii VII Registrum, IX, 4, a cura di E. Caspar, in Mon. Germ. Hist., Epistolae selectae, II, 2, Berolini 1955, p. 578); ma, poco dopo, suscitava ancora le preoccupazioni di Gregorio VII, che era perciò costretto a pregare Desiderio, abate di Montecassino, d'intervenire presso di lui. Alla fine del secolo l'A. risultava in possesso del Chietino e dei territori contermini.

Ignoriamo in che anno l'A. sia morto.

L'identificazione di Roberto A., conte di Loretello, con il "comes Robertus" (che, secondo alcune fonti, sarebbe stato consigliere di Ruggero Borsa nelle operazioni militari in Albania contro Alessio Comneno e sarebbe poi vissuto fino al primo ventennio del sec. XII), proposta, tra gli altri, dallo Chalandon, è assai discutibile, come rilevò il De Bartholomaeis.

Fonti e Bibl.: Chronicon S. Bartholomaei de Carpineto, in F. Ughelli-N. Coleti, Italia sacra, X, Venetiis 1722, col. 359; Chronicon Casauriense, in L. A. Muratori, Rer. Italic. Script., II, 2, Mediolani 1726, col. 863; Amato di Montecassino, Storia de' Normanni, a cura di V. De Bartholoniaeis, in Fonti per la storia d'Italia, n. LXXVII Roma 1935, pp. 295, 318, 320, 323 e n. 1, 324-327, 329-330; F. Chalandon, Histoire de la domination normande..., Paris 1907, I, pp. 226 s., 249 s., 257, 268, 308, 318, 321; II, pp. 315 s.; C. Rivera, Le conquiste dei primi Normanni in Teate, Penne, Apruzzo e Valva, in Bullett. d. R. Deput. abruzzese di storia Patria, s. 3, XVI (1925), pp. 12-52; Codice diplomatico del monastero benedettino di S. Maria di Tremiti, a cura di A. Petrucci, Roma 1960, in Fonti per la storia d'Italia, n. 98, pp. LV-L VI.

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