WILLIAMS, Robin

Enciclopedia del Cinema (2004)

Williams, Robin

Simone Emiliani

Attore cinematografico statunitense, nato a Chicago il 21 luglio 1951. Nel cinema americano degli anni Ottanta si è imposto con un tipo di recitazione esagitata, basata su una fisicità sfrenata. Sia in televisione sia al cinema è ricorso a impressionanti trasformazioni fisiche, ottenute con un infaticabile lavoro sulla mimica, sul gesto, sulla dizione. In tale direzione (e in base anche all'evoluzione drammatica del suo 'personaggio') da un lato si è confermato erede di Jerry Lewis, dall'altro si è dimostrato precursore di quella generazione degli anni Novanta rappresentata da Jim Carrey, la cui maschera comica risulta talvolta carica di accenti tragici. Nel 1998 per Good Will Hunting (1997; Will Hunting ‒ Genio ribelle) di Gus Van Sant ha vinto l'Oscar come miglior attore non protagonista.

Cresciuto in una famiglia dell'alta borghesia, conseguì il diploma al Marin College e, abbandonata l'università, entrò alla Juillard School of Music and Drama di New York. Dopo essersi esibito a New York come mimo, raggiunse il successo televisivo con Mork, un simpatico extraterrestre protagonista della serie Mork & Mindy (1978). Dagli anni Ottanta, W. è passato al cinema lavorando in film in cui appare esaltata la sua bravura mimica, sin dall'esordio in Popeye (1980; Popeye ‒ Braccio di ferro) di Robert Altman, e dal successivo The world according to Garp (1982; Il mondo secondo Garp) di George Roy Hill in cui è uno scrittore ossessionato dalla madre. Dopo esser stato un sassofonista russo in trasferta negli Stati Uniti in Moscow on the Hudson (1984; Mosca a New York) di Paul Mazursky e un ex giocatore di football in The best of the times (1986; Tempi migliori) di Roger Spottiswoode, si è affermato con Good morning, Vietnam (1987) di Barry Levinson, che gli ha valso la sua prima nomination all'Oscar, in cui è un disk jockey che si scontra con la realtà della guerra in Vietnam, scatenato nella sua folle e ottimistica esuberanza verbale. Ma è stato soprattutto con Dead poets society (1989; L'attimo fuggente) di Peter Weir, altra sua nomination all'Oscar, che W. ha costruito la figura del professore Keating mescolando accenti melodrammatici con una profonda umanità e risultando credibile nel delineare l'istinto ribelle del personaggio nei confronti delle ferree regole delle istituzioni. Dopo un ruolo secondario in The adventures of Baron Munchausen (1988; Le avventure del Barone di Munchausen) di Terry Gilliam, ha interpretato un venditore di auto usate in Cadillac man (1990) di Roger Donaldson, un medico alle prese con pazienti affetti da encefalite letargica in Awakenings (1990; Risvegli) di Penny Marshall, Peter Pan in Hook (1991; Hook ‒ Capitano Uncino) di Steven Spielberg e soprattutto Parry, un vagabondo che nasconde un tragico passato nella New York di The fisher king (1991; La leggenda del re pescatore) ancora di Gilliam. A metà degli anni Novanta la sua vis comica si è rafforzata con Toys (1992; Toys ‒ Giocattoli) di Levinson, Mrs. Doubtfire (1993; Mrs. Doubtfire ‒ Mammo per sempre) di Chris Columbus, Jumanji (1995) di Joe Johnston, The birdcage (1996; Piume di struzzo) di Mike Nichols per poi subire deviazioni nel registro drammatico in Jack (1996) di Francis Ford Coppola, nello shakespeariano Hamlet (1996) di Kennet Branagh, in cui è Osric, in Good Will Hunting, ove è uno psicologo di grande sensibilità. Dopo Father's day (1997; Due padri di troppo) di Ivan Reitman, ha lavorato con Woody Allen in Deconstructing Harry (1997; Harry a pezzi) per poi distinguersi nelle parti di un medico alternativo in Patch Adams (1998) di Tom Shadyac e del robot di Bicentennial man (1999; L'uomo bicentenario) di Columbus. Con il serial killer di Insomnia (2002) di Christopher Nolan e il solitario commesso di One hour photo (2002) di Mark Romanek si è confrontato con figure di psicopatici, nel tentativo di misurarsi con ruoli per lui anomali, dimostrando a trat-ti un certo disagio. È stato poi un ex divo della televisione per i bambini caduto in disgrazia nel corrosivo Death to Smoochy (2002; Eliminate Smoochy) diretto da Danny DeVito.

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