RODANO

Enciclopedia Italiana (1936)

RODANO (A. T., 17-18-19)

Maurice Pardé

Corso e tracciato della rete fluviale. - Fiume alpino che nasce in territorio svizzero e scorre in territorio soprattutto francese, con uno sviluppo di 775 km. e un bacino di 98.000 kmq. Nasce dal ghiacciaio che porta il suo nome, sul fianco sud-ovest del Dammastock (3633 m.). Il suo corso alpino è dapprima volto a sud-ovest attraverso il Vallese, tra le cime elevate delle Alpi Bernesi a nord e delle Alpi Pennine a sud. La vallata, talvolta stretta nell'attraversare le sbarre rocciose d'origine glaciale, è più spesso larga, là dove il fondo è alluvionale. A Martigny il fiume gira ad angolo retto verso nord-ovest sino al Lago di Ginevra; in questa zona il letto, protetto da dighe ininterrotte contro le inondazioni, è assai ampio e la pendenza diviene assai lieve: m. 0,60 per km. tra Massongex e il lago; si ha a che fare, infatti, con l'estremità del lago stesso, riempita da depositi. Invece a monte la pendenza è molto variabile (m. 4,84 da Leuk a Sion; 1,15 da Sion alla confluenza della Drance; 3,82 dalla Drance a Massongex). I principali affluenti in questo tronco sono: a destra il Fiescherbach, la Massa, emissario del ghiacciaio dell'Aletsch, la Lonza; a sinistra, la Visp, la Drance del Vallese, il Trient.

Il Lago di Ginevra (582 kmq.) forma una mezzaluna con la gobba a nord. Riceve a sud la Drance di Savoia proveniente dalle Prealpi dello Sciablese e a nord numerosi fiumiciattoli dell'altipiano svizzero e del Giura, fra cui la Venoge.

Il Rodano, appena uscito dal Lago di Ginevra, s'unisce all'Arve (2080 kmq.), il quale, proveniente dal Monte Bianco (4807 m.), ha in seguito attraversato le Prealpi. Di qui, sino a Lione, il profilo longitudinale e trasversale e l'andamento planimetrico del Rodano superiore subiscono molte vicissitudini. Il fiume si dirige anzitutto verso sud-ovest, incassato di qualche metro fra le morene e le molasse. Poi, in direzione prima est-ovest e in seguito nord-sud (Gola di Fort l'Écluse-Bellegarde-Génissiat), attraversa i calcari urgoniani della catena principale del Giura, in gole selvagge, ridotte, prima di Bellegarde, a 2 m. di larghezza (perte du Rhône). A Bellegarde il Rodano riceve a destra la Valsérine. Dopo Génissiat, la valle si fa alluvionale, restando sempre orientata a sud: verso Culoz, dopo Seyssel e la confluenza del Fier, si allarga in un'enorme zona d'inondazione acquitrinosa, che comprende il Lago del Bourget; all'epoca delle piene, il fiume invade il lago, risalendo l′emissario (Leysse-Canale di Savières) e alcune volte lo fa straripare. Poi la valle si restringe, mutandosi di nuovo in gola giurassica per un breve tratto est-ovest da Yenne a Pierre-Chatel. In seguito, il fiume di nuovo scorre verso sud-ovest sino alla confluenza del Guiers (torrente prealpino proveniente da sud-est) e bruscamente retrocede verso nord-ovest, in una zona d'inondazione ridiventata vastissima sulla sinistra verso Cordon e Groslée, ai piedi del Bugey, estrema propaggine del Giura, che domina la riva destra. Verso il Sault, il Rodano inizia un grande arco con la convessità verso nord. Nel discendere di nuovo verso sud-ovest, riceve a destra l'Ain, il maggiore affluente del corso superiore, il quale scola un bacino giurassico di 3700 kmq. (lunghezza: 190 km.). Finalmente il Rodano scorre in direzione ovest sino a Lione. A monte di questa città, verso sud, per la terza volta la sua zona d'inondazione si espande per parecchi kmq. Tuttavia in tutto il settore a valle di Ginevra, la pendenza a poco a poco è venuta diminuendo, pur restando forte sino a Lione (m. 2,86 per km. da Collonges a Parc; m. 1,13 tra Seyssel e Lucey; m. 0,30 dal Sault all'Ain; m. o,69 tra Miribel e la Saona). Il letto normale misura da 80 a 100 m. verso Seyssel e Yenne, da 100 a 120 m. verso il Sault (di più per l'Ain), da 180 a 200 a Lione dove la corrente permane violenta.

Uscendo da Lione, il Rodano riceve la Saona larga da 150 a 180 m., il suo maggiore affluente (492 km. di lunghezza e 29.908 kmq. di bacino), che, passando per Gray, Auxonne, Chalon, Mâcon scola nel suo corso nord-sud la zona sud-occidentale dei Vosgi, quella settentrionale dell'orlo orientale del Massiccio Centrale e un vasto bacino piatto, o Conca di Bresse, dominato all'est dal Giura. E dal Giura stesso scende alla Saona il suo lungo tributario, i Doubs (430 km. e 7719 kmq.) ingrossato dall'Allan e dalla Loue. Altri affluenti della Saona sono a sinistra, la Lanterne, l'Ognon, la Seille e a destra la Grosne, e l'Azergues. La Saona media e inferiore ha una pendenza minima (m. 0,04 per km. dalla confluenza del Doubs fino a Trévoux).

Dalla confluenza della Saona fino al mare il Rodano scorre da nord a sud. Il corso medio lambisce lo zoccolo cristallino del Massiccio Centrale e vi s'interna due volte, nelle strette epigenetiche di Vienne-Condrieu e di Saint-Vallier-Tournon. Il Rodano inferiore, dalla confluenza dell'Érieux al mare, s'incassa pure, ma nel calcare tra gli spuntoni sud-orientali del Massiccio Centrale e le Prealpi; e da ciò derivano, dopo Valenza, la gola di Rochemaure-Cruas e più avanti il robinet di Donzère. La pianura alluvionale si restringe talvolta ancora più a sud, p. es., a Mornas-Mondragon, a Roquemaure, ad Avignone stesso, ad Aramon, a Tarascona-Beaucaire. Fra queste strozzature più o meno sensibili, il letto principale si espande in bacini alluvionali. Diviene smisurato a valle di Tarascona-Beaucaire, tra la Crau all'est e la Linguadoca ad ovest. Infatti la zona inondabile raggiunge una superficie di 1644 kmq., contro 826 da Ginevra a Tarascona (800 per la Saona). Quando, come avvenne nel 1840 e nel 1856 si rompono le dighe, che solo a valle di Tarascona-Beaucaire sono atte a evitare la sommersione delle aree adiacenti al fiume, lo straripamento può comprendere la Camarga, isola formata dal delta, il quale comincia a settentrione, poco prima di Arles, bagnata dal Grande Rodano a sinistra, mentre il Piccolo Rodano scorre verso sud-ovest. Quanto al letto normale, esso misura 200 m. verso Vienne, da 225 a 250 verso Valenza, da 250 a 350 verso Le Teil e Pont Saint-Esprit, da 300 a 400 da questo punto ad Avignone, da 400 a 450 verso Beaucaire.

La pendenza presenta due particolarità notevoli: essa si mantiene molto forte sino alla metà del corso inferiore (m. 0,43 per km. da Roquemaure ad Avignone) e non diminuisce che dopo la Durance (m. 0,27 da questo fiume sino ad Arles, m. 0,04 da Arles al mare); inoltre essa subisce un notevole aumento alla fine del corso medio, perché passa da m. 0,50 per km. tra la Saona e l'Isère a m. 0,77 per km. tra l'Isère e l'Ardèche. La corrente conserva dunque una violenza impressionante fin verso Beaucaire: a regime d'acque normale, da m. 1,20 a m. 1,50 verso Vienne e Tournon, da m. 1,60 a m. 2 verso Valenza e Pont-Saint-Esprit, da m. 1,30 a m. 1,50 ad Avignone, da m. 1,10 a m. 1,20 a Beaucaire: in piena sino a m. 3-3,50 e più ancora con dei massimi alla superficie di m. 4,50 e 5. Questa velocità rende molto mobile il letto di ghiaia, sostituita da sabbia ed elementi più fini soltanto dopo Beaucaire: il fondo si eleva e poi si scava alternativamente di 20, 30, 50 cm., talvolta di più ancora, durante periodi irregolari di 5, 10, 20 anni.

A sud di Lione, il Rodano riceve numerosi affluenti. Dall'orlo orientale del Massiccio Centrale affluiscono i fiumi delle Cevenne: a Tournon il Doux (650 kmq.), a La Voulte l'Érieux (850 kmq.), a Pont-Saint-Esprit l'Ardèche (119 km. e 2200 kmq.), a monte di Roquemaure la Cèze (123 km. e 1300 kmq.), prima di Beaucaire il Gardon (137 km., 2100 kmq.). Tutti hanno bacino montagnoso, pendenze considerevoli, e, grazie alle loro piene enormi, influiscono sul regime delle acque in misura sproporzionata alla tenuità del loro bacino. Queste piene spiegano la larghezza dei letti nelle vicinanze del Rodano: 280 m. per l'Ardèche, 130 per l'Érieux.

Sul lato sinistro i tributarî alpini del corso inferiore, il Drôme (102 km. e 1641 kmq.), l'Eygues e l'Ouvèze-Sorgues, non sono molto importanti, ma non si può dire altrettanto dei due grandi fiumi alpini, l'Isere, che sbocca a nord di Valenza, e la Durance che sfocia subito dopo Avignone.

L'Isère (282 km. e 11.799 kmq.) raccoglie le acque delle Alpi e delle Prealpi della Savoia e del Delfinato: e nel tronco superiore riceve a destra il Doron di Bozel, l'Arly, a sinistra l'Arc, fiume della Moriana, poi a Grenoble il Drac, ingrossato dalle acque della Romanche. I tratti superiori di tutti questi corsi d'acqua hanno pendenze molto accidentate e forti. L'Isère medio, nella vasta valle longitudinale a fondo alluvionale del Graisivaudan, da nord-est a sud-ovest tra i Massicci Centrali cristallini e le Prealpi, ha invece una pendenza relativamente modesta (da m. 0,60 a m. 1,04 per km. fra la Bâtie e Grenoble), che tende ad aumentare nel corso inferiore, incassato nelle molasse e largo da 100 a 125 m. (m. 0,83 dalla Saona a Romans, m. 1,26 da Romans al Rodano).

Quanto alla Durance, il suo fondo valle molto più largo (da 400 a 600 m., di terreno prevalentemente ghiaioso, nel corso medio e inferiore) ha anche una pendenza assai maggiore: più di m. 2,50 per km. da Mirabeau a Bonpas, m. 1,77 per km. di lì sino al Rodano per 15 km. Essa ha tutto l'aspetto di un enorme torrente: ha per tributarî a destra il Buëch, a sinistra il Guil, l'Ubaye, il Verdon. Scola una grande parte delle Alpi francesi meridionali, le quali presentano cime di 3000 m. e più, solo verso nord e nord-est.

Fattori del regime. - Solo il 15,5% del bacino della Durance oltrepassa i 2000 m., contro il 17,6% per l'Arve, il 27% per l'Isère, il 58% per il Rodano alpino (9065 kmq., ossia il 9,2% per tutto il bacino del Rodano). I grandi rilievi montagnosi attirano forti precipitazioni annuali; sino a m. 3 e 3,50 all'anno sulle Alpi Bernesi, il Dammastock, il Monte Bianco, da m. 2 a 3 in molti altri punti elevati e ben esposti, particolarmente sulle Prealpi francesi settentrionali. Per conseguenza, certi piccoli bacini delle catene più alte: il Rodano prima di Gletsch, il Fiescherbach, la Massa, l'Arve prima di Chamonix, ricevono dei flussi d'acqua annuali da m. 2,30 a m. 2,70.

Invece nelle vallate poste fra le Alpi, profonde e molto riparate, la piovosità scende a meno di 800 mm. (Moriana e Tarantasia, o valle dell'alto Isère) e anche di 600 mm. (Vallese, e Briançonnais percorso dall'alta Durance): scende ancora a meno di 600 mm. nella bassa Durance e nel Rodano Inferiore, e a meno di 700 nella conca della Saona. Raggiunge e oltrepassa m. 1,50 nei Vosgi, da m. 1,75 a m. 2 nell'alto Giura e nelle Cevenne. In complesso cadono 1720 mm. di piog2ia sull'Arve, 1575 sull'Ain, 1400 sull'Isère, 1450 sul Rodano alpino, 1180 sul Doubs, 1100 sul Gardon, 1300 sull'Ardèche, 870 sull'alta Saona, 960 su tutto il bacino della Saona altrettanto sulla Durance, 1380 sul Rodano a Lione, 1160 prima di Valenza, 1080 su tutto il bacino prima di Beaucaire (Reno da 910 a 920, Po più di 1200, Senna meno di 700).

Ma, a cagione dell'altezza, molte di queste precipitazioni cadono sotto forma di neve, la cui fusione può rappresentare più del 50% del tributo totale annuale per il Rodano alpino, più del 40% per l'Isère, più del 30% per la Durance. Questa neve forma nelle parti più elevate della catena Alpina dei ghiacciai che coprivano verso la fine del sec. XIX, cioè prima della loro recente diminuzione, 933 kmq. per il Rodano alpino, 132 per l'Arve, 336 per l'Isère, 44 per la Durance.

La natura del suolo si presenta molto varia. Grandi estensioni calcaree dànno luogo nel Giura a fenomeni carsici (sorgenti del Lison, della Loue) e così pure nei plans del Verdon (Fontaine-Lévèque) e nelle Prealpi di Valchiusa (fonte di Valchiusa che dà origine alla Sorga e ha una portata media di 20 mc. con estremi di 4,5 e 150). In parecchi settori (soprattutto nell'orlo orientale del Massiccio Centrale) l'impermeabilità aggrava le piene. Nelle Alpi l'abbondanza di rocce tenere (marne, certi schisti, depositi glaciali, gessi) favorisce una forte erosione. Perciò il trasporto annuale di fanghi sorpassa 800 o 1000 tonn. per kmq. e per anno per il Rodano alpino (4 milioni di tonn.), l'Arve (2), l'Isère (da 7 ad 8), la Durance a Mirabeau (da 13 a 14). Il Rodano Inferiore, a quanto pare, porta annualmente da 25 a 30 milioni di tonnellate di torbide, ossia da 250 a 300 tonn. per kmq. Una così intensa denudazione è anzitutto dovuta ai torrenti che scorrono con violenza nel Vallese (Illgraben, Saint-Barthélemy), nella Moriana (Envers, Ambin, Charmaix) e nel bacino della Durance verso Embrun e Barcelonnette (Boscodon, Riou-Bourdoux).

Elementi del regime. - Variazioni stagionali. - A cagione delle differenze del rilievo e dell'intervento del clima mediterraneo a S., mentre a N. domina il clima oceanico o continentale, quasi tutti i tipi di regimi stagionali possibili nell'Europa occidentale si riscontrano nel bacino del Rodano. Il regime glaciale, con magre nella stagione fredda e piena di fusione tardiva, si riscontra sull'Arve a Chamonix, la Matter Visp (massimo in agosto), la Massa, il Fiescherbach, la Visp inferiore (massimi in luglio e agosto), il Rodano alpino, il Vénéon, affluente della Romanche, l'alto Arc e qualche altro fiumicello. Il regime nivale, anch'esso alpino, puro o mitigato, con massimo a giugno, si riscontra tipicamente nel basso Arve, nel basso Isère, nella Durance.

Il regime nivo-pluviale, con massimo in aprile-maggio, recrudescenza sensibile in autunno, magra d'estate più sensibile di quella invernale, si manifesta in parecchi fiumi prealpini. Altri, e soprattutto l'Ain, il Doubs, seguono il tipo pluvio-nivale con massimi da marzo ad aprile, magra accentuata in estate, debole magra in gennaio, crescita pronunciatissima in autunno; sui fiumi delle Cevenne meridionali, quest'apofisi oltrepassa anche le portate di marzo-aprile. Infine il regime pluviale oceanico, con massimo unico a febbraio, minimo unico in agosto-settembre, regna sull'alta Saona e si ritrova, per quanto con passaggio al pluvio-nivale, su questo fiume a Lione.

Il Rodano stesso, che subisce influenze così diverse, obbedisce a un regime continuamente mutevole, di una complessità straordinaria, che cresce da monte a valle, e forse non ha riscontro in altri fiumi d'Europa. Prima del Lago di Ginevra, alla Porte du Scex, esso obbedisce a un'idrologia glaciale tipica. Il Lago di Ginevra, grazie al suo potere regolatore, riduce di due terzi il rapporto delle medie mensili estreme. A Lione, il massimo di luglio è sempre glaciale, ma le medie minime d'inverno rappresentano una portata pluviale notevole (v. tabella precedente).

La Saona pluviale oceanica dà il vantaggio al semestre dicembre-maggio, cioè alla stagione fredda, mentre a Lione la prevalenza si ha nel periodo marzo-agosto. Due massimi pluviali si distinguono, il più notevole in marzo, e l'altro in dicembre, con due minimi che si ritrovano dappertutto a valle di Lione, dovuti l'uno alla ritenuta nivale, in gennaio, (mediocrità del tutto relativa) e l'altro all'evaporazione estiva in agosto-settembre (portate sostenute dalla fusione glaciale).

A Valenza, l'Isère nivale produce un massimo di giugno ben superiore a quello di dicembre e il semestre più ricco si situa per due terzi nella stagione calda: febbraio-luglio. A Beaucaire, le caratteristiche nivali dell'idrologia si sono mitigate, il massimo avviene nel maggio avanzato, le piogge mediterranee accentuano la recrudescenza autunnale e la fanno culminare in novembre. Il rapporto delle medie mensili estreme, 1,54 a Valenza, 1,65 a Beaucaire, denota un regime notevolmente equilibrato, per un compenso fra i diversi elementi che lo formano.

Portate medie. - Le portate medie annuali, o moduli, dei diversi elementi della rete variano secondo le differenze delle piogge annue, e i coefficienti di scolo che, in generale, aumentano insieme alle precipitazioni. Essi oltrepassano l'85% per l'Arve a Chamonix, 70 o 75% per il Rodano alpino, l'Arve inferiore, l'Ain, l'Isère a Grenoble, il 65% per l'Isère inferiore, il Rodano a Lione, l'Ardèche. Non raggiungono che il 55% per il Doubs, 44% per la Saona. Si calcolano a 54% a Givors, 57,5% a Valenza, 51% sulla Durance a Mirabeau, 52,7% a Beaucaire.

I moduli relativi in lit./sec. per kmq. oltrepassano 65 o 70 per la Massa, il Fiescherbach, il Rodano a Gletsch, l'Arve a Chamonix. Raggiungono ancora le cifre di 34,3 per il Rodano alpino, 30,5 per l'Isère, 30,1 per il Rodano prima dell'Ain, 35,2 per quest'ultimo, 41 per l'Arve, 29,2 a Lione, 28 per l'Ardèche a Vallon. Discendono a 16 per la Durance a Mirabeau, a 20,8 per il Doubs, a 19,5 a Givors, 21,1 a Valenza, 18 a Beaucaire (18,7 per la Garonna, 23 per il Po e 8 per la Loira).

Il Rodano ha una portata di 179 mc. prima del Lago di Ginevra, 257 prima dell'Arve, 351 prima del Giura, 463 prima dell'Ain, 600 prima della Saona, che gli fornisce 400 mc., 1400 dopo l'Isère che gliene porta 360, 1540 ad Avignone, 1720 a Beaucaire, dove scaricherebbe almeno 1800 mc. senza le irrigazioni. Queste hanno diminuito anzitutto la Durance, che ha una portata da 140 a 150 mc. invece dei 230-240 che dovrebbe fornire il suo scolo naturale. Notiamo ancora 85,2 mc. per l'Arve, 130 per l'Ain, 160 per il Doubs, 143 per la Saona prima della confluenza col Doubs, 105 per il Drac, 60 per l'Ardèche, 42 per il Gardon, 46 per il Fier, 42 per la Romanche, 40 per la Loue, 65 per l'Arc. Il Rodano inferiore è più ricco del Dnepr (1700 mc.) e del Po (1630), e un po' meno abbondante del Reno (2250 mc.).

Magre. - Le portate più basse si riscontrano alla fine dell'estate per gli elementi di tipo pluviale o pluvio-nivale, in estate e in inverno per i fiumi nivo-pluviali, in inverno solo per i corsi d'acqua alpini (ritenuta nivale). Si riscontrano sul Rodano a valle dell'Arve e soprattutto dell'Ain in autunno e in inverno. Le magre invernali predominano a Lione, quelle autunnali a Givors e a Beaucaire.

Nelle magre straordinarie, i fiumi nivali come l'Arve, l'Isère, l'alta Durance conservano delle portate superiori a 4 0 5 lit./sec. per kmq. La portata diventa un po' più debole per gli elementi glaciali, compreso il Rodano alpino. Scende a meno di 1 lit./sec. per kmq. per la Saona e il Doubs e per la maggior parte dei fiumi pluviali o pluvio-nivali. Ma grazie alle Alpi e al Lago di Ginevra regolatore, il Rodano non discende a meno di 7,5 lit./sec. per kmq. a Sault (115 mc.), 6,3 a Lione (130 mc.), 3,2 a Givors (165 mc.), 3,5 a Valenza (230 mc.), 3,8 a Beaucaire (360 mc.). Queste quattro ultime portate furono osservate all'epoca della magra straordinaria del 1921, durante la quale la Durance discese a 27 mc. a Mirabeau, e l'Isère inferiore a 55. L'Arve è già discesa a mc. 10,8, il Rodano alpino a 20, la Saona a 22, il Doubs a 6.

Piene. - Il rilievo accidentato, le forti pendenze rendono le piene molto rapide nella maggior parte del bacino: le crescite tipo durano 12 ore sulla bassa Ardèche, da 20 a 28 ore sulla Durance, a Mirabeau, da 30 a 40 ore sull'Isère inferiore, da 36 a 48 ore sull'Ain, 2 a 3 giorni sul Rodano a Lione, spesso da 20 a 50 ore solamente a Pont-Saint-Esprit, da 2 a 3 giorni a Beaucaire. La sola Saona ha dei movimenti ascensionali lenti (9 giorni a Lione). D'altronde una gran parte della superficie ricevente è esposta ad acquazzoni violenti. Perciò molti dei fiumi e lo stesso Rodano sono soggetti a piene molto violente, come appare dalla seguente tabella dei massimi conosciuti:

Si noterà come siano veramente esorbitanti le piene dei fiumi provenienti dalle Cevenne. Esse sopraggiungono per lo più in settembre e ottobre (settembre 1857, 1890, 1900, ottobre 1827, 1907) in seguito a enormi apporti di piogge (fino a 800 e 900 mm. in un giorno in alcuni punti) spinte dal vento mediterraneo di SE. contro l'orlo orientale del Massiccio Centrale. Senza che il Rodano sia aumentato in misura apprezzabile a Lione e a Givors, quei diluvî sono sufficienti a farlo salire di 4 0 5 m. tra l'Érieux e l'Ardèche, di 6 0 7 m. dopo la confluenza di questo fiume.

Alle piene mediterranee della zona delle Cevenne assomigliano le piene mediterranee estensive, in genere alquanto tardive, deboli pure nel nord del bacino, molto violente a S. di Valenza, assai meno cospicue delle precedenti sull'Ardèche e fiumi vicini, ma gravi su quelli prealpini meridionali, il Drac, il basso Isère e la Durance, che ha una parte preponderante in questi fenomeni. Nell'ottobre 1886, il Rodano salì a m. 7,48 a Beaucaire. Altre piene di questo genere si ebbero nell'ottobre 1872, 1882, nel novembre 1843, 1886, 1907.

Le piene oceaniche, provocate dai venti tra O. e SO., non toccano il bacino meridionale, e invece colpiscono fortemente la parte settentrionale: la Saona, il Doubs, l'Ain, il Rodano superiore, l'Isère. Esse raggiungono il massimo di violenza tra le confluenze dell'Ain e dell'Isère. Da Valenza a Beaucaire non passano oltre ai 5-5,50 m. (gennaio 1899 e 1910, febbraio 1928, dicembre 1882 e 1918).

Infine si possono dare piene generali, oceaniche e mediterranee allo stesso tempo, in seguito a coincidenze meteorologiche molto varie. Quelle dell'ottobre-novembre 1840 e del maggio 1856, veri cataclismi, sommersero Lione, Avignone (m. 8,30 nel 1840) e anche enormi plaghe al S. di Tarascona-Beaucaire.

Le grandi piene avvengono quasi unicamente tra luglio e settembre nel Rodano alpino, nella stagione fredda nell'Ain, e nella Saona, nella stagione calda e in autunno (piene abbastanza rade, ma talvolta disastrose) nell'Arve e nell'Isère a Grenoble, in autunno nella Durance, e in ogni stagione, soprattutto in inverno, nel Rodano a Lione e Givors, e innanzi tutto in autunno su tale fiume, dalla confluenza dell'Ardèche in poi (dal 55% al 60%, dal 10 ottobre al 12 novembre). Qneste differenze di date portano all'estremo la straordinaria complessità idrologica di questo sistema fluviale.

Sfruttamento da parte dell'uomo. - Il Rodano, dato il suo tracciato che continua quello della lenta Saona, sembrerebbe offrire una via navigabile di prim'ordine tra il N. della Francia, il Belgio, i Paesi Bassi, la Svizzera, la Renania, il Mediterraneo. Sfortunatamente la pendenza crea gravi ostacoli alla navigabilità: e le correnti troppo forti sino ad Avignone impediscono di risalirlo e spesso portano a scarsi fondali. Nel sec. XIX e al principio del XX, gl'ingegneri francesi hanno eseguito un lavoro magnifico di adattamento fra Avignone e Arles per mezzo di gettate traverse e di dighe longitudinali, che creano un canale bene calibrato, con curve accuratamente studiate; questi lavori hanno aumentato assai la durata media delle profondità adeguate alla navigazione. Ma il Rodano rimane una via difficile. Nel 1930 soltanto 25.219 tonn. hanno transitato tra il Parc (verso Seyssel) e Lione, e 812.767 tra Lione e il mare, con un leggiero vantaggio per il naviglio diretto a monte. A Beaucaire si origina un canale, diretto a SO., verso Aigues-Mortes e Sète, e ad Arles un altro diretto a SE. sino al Mediterraneo, che raggiunge a Port-de-Bouc (sbocco dello Stagno di Berre), donde si prolunga verso Marsiglia per la famosa galleria del Rove.

La Saona canalizzata ha visto nel 1930 un traffico di 563.638 tonn. 395.247 nel 1927) sul suo corso superiore tra Corre e Saint-Symphorien. Di lì sino al Rodano, per 215 km., il naviglio ha trasportato 1.617.687 tonn. nel 1930, contro 1.239.071 nel 1927. La Saona è collegata alla Mosella e alla Lorena dal Canale dell'Est, poi al Reno dal Canale Rodano-Reno, alla Marna e alla Senna dal canale che va dalla Marna alla Saona e da quello di Borgogna, alla Loira dal Canale del Centro.

Una grandissima espansione del traffico si potrebbe ottenere con una sistemazione radicale del Rodano medio e inferiore, mediante la canalizzazione o la costruzione di un canale laterale (impianti di 500.000 kW. almeno di potenza totale alle chiuse). Queste due soluzioni esigerebbero spese enormi e attualmente proibitive. In compenso sembra abbastanza vicino l'attrezzamento di circa 300.000 HP. in una centrale elettrica grandiosa, nella gola di Bellegarde. Ma già ora l'abbondanza delle portate e la pendenza dei fondi valle hanno favorito l'impianto di numerose officine idroelettriche su varie arterie del bacino, soprattutto nelle Alpi: più di 500.000 HP. sono sistemati nel territorio del Rodano alpino e dei suoi affluenti (175.000 kW. alla centrale della Dixence, 150.000 a quelle della Barberine e di Vernayaz sul Trient). Nella parte francese del bacino, al 1° gennaio 1931, gl'impianti rappresentavano 1.400.000 kW., di cui 110.000 per il Rodano superiore, 840.000 per l'Isère e i suoi afluenti 234.000 per la rete della Durance. A tale data erano in corso altri impianti per più di 200.000 kW.

L'irrigazione è praticata in grande nella valle della Durance inferiore. A valle di Mirabeau, perfino 75 mc. sono tolti al fiume a questo scopo. Esso cede ancora 14 mc. a Marsiglia, per condotte d'acqua.

V. tavv. CXXVII e CXXVIII.

Bibl.: Archivî e pubblicazini del Servizio svizzero federale per le aque, del Servizio francese delle grandi forze idrauliche, dell'Istituto degli studî per il Rodano di Lione. Archivî del Servizio francese dei ponti e strade. - M. Pardé, Le régime du Rhône, Lione 1925, voll. 2; id., Le calcul des débits du Rhône et de ses affluents, Grenoble 1925, p. 168.