GONZAGA, Rodolfo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 57 (2001)

GONZAGA, Rodolfo

Raffaele Tamalio

Secondogenito di Ferrante, marchese di Castiglione delle Stiviere, e della piemontese Marta Tana di Santena, il G. nacque a Castiglione delle Stiviere il 7 marzo 1569.

Di appena un anno più giovane del fratello Luigi, il futuro santo, egli trascorse buona parte della propria vita accompagnandolo nei numerosi viaggi effettuati al seguito del padre, impegnato in molteplici missioni diplomatiche, di governo o militari, per conto del re di Spagna Filippo II e del duca di Mantova Guglielmo Gonzaga. Dalla fine del maggio 1577 all'agosto dello stesso anno essi trascorsero l'estate in Monferrato; nei due anni successivi, dal settembre 1577 alla fine del 1579, furono ospiti a Firenze, impegnati nello studio presso la corte del granduca Francesco de' Medici. Dai primi di dicembre del 1580 all'aprile 1581 soggiornarono di nuovo in Monferrato presso il padre, governatore di quello Stato da oltre un anno. Nel settembre 1581 si unirono, con lui, con la madre e con la sorella Isabella, al corteo il quale, proveniente da Praga, scortava verso la Spagna l'imperatrice vedova Maria d'Austria, sorella di Filippo II. Giunti in Spagna, il G. prestò servizio come paggio d'onore per l'infante don Diego, applicandosi allo studio insieme con il fratello, che proprio allora andava maturando la sua profonda vocazione religiosa. Nel luglio del 1584 fecero entrambi ritorno a Castiglione delle Stiviere, per poi viaggiare alla fine di quello stesso anno in varie corti italiane, Ferrara, Parma, Firenze, Torino, ufficialmente in visite di cortesia per conto del padre presso i signori locali, in realtà per tentare di distogliere il giovane Luigi dal pensiero di dedicarsi definitivamente alla vita religiosa. Irrevocabile nella sua scelta, il 2 nov. 1585 Luigi pronunciò la solenne rinuncia, rogata davanti a un notaio nel palazzo di S. Sebastiano in Mantova: un atto che seguiva il decreto, datato Praga, 29 ott. 1584, con cui l'imperatore Rodolfo II autorizzava il futuro santo a rinunziare al marchesato a favore del G. (Arch. di Stato di Mantova, Arch. Gonzaga, b. 3309).

Il 13 febbr. 1586, con la morte del padre, il G. non ancora diciassettenne ereditava il marchesato di Castiglione con i relativi beni feudali e allodiali. Del suo primo anno di governo non si hanno notizie documentarie sicure; certo è che esso trascorse senza grosse minacce o turbamenti sotto la tutela congiunta dello zio Alfonso di Castel Goffredo e della madre, rimasta poi sola nella reggenza. Morto nel gennaio 1587 l'altro zio del G., Orazio signore di Solferino, si aprì un grave contenzioso sulle sue volontà testamentarie: poiché esse designavano il duca di Mantova Guglielmo Gonzaga al possesso di quella signoria, la scelta fu impugnata dal fratello di Orazio, Alfonso, e dal G., legittimi detentori dei diritti di successione in conformità alle leggi feudali dell'Impero. Dopo alterne vicende, segnate anche da episodi cruenti, che videro contrapporsi tra di loro il nuovo duca di Mantova Vincenzo I, Alfonso e il G., andato vano un tentativo di arbitrato imperiale, nel novembre 1589 i contendenti pervennero a un accordo grazie alla paziente mediazione di Luigi Gonzaga, giunto appositamente da Roma per far loro accettare un onorevole patto, sancito con il successivo decreto imperiale del 21 giugno 1590. In virtù di esso il G. divenne anche signore di Solferino; alla riunificazione del feudo, posseduto per intero da suo nonno Luigi Alessandro, mancava così solo Castel Goffredo, allora dello zio Alfonso, privo di eredi maschi. Con lui esisteva tuttavia un compromesso verbale per prenderne in sposa l'unica figlia rimasta in stato laicale; nondimeno, il G. fece svanire quella via diretta di successione sposando la non nobile ma ricca figlia del proprio zecchiere, Elena Aliprandi. Avendo in un primo tempo celebrato il matrimonio segretamente (una scelta dettata forse dalla necessità di non pregiudicarsi nelle volontà testamentarie di Alfonso la designazione a succedergli su Castel Goffredo), la giovane coppia appariva ufficialmente nella sacrilega condizione di concubinato. Pressato dal fratello Luigi affinché sanasse lo scandaloso legame, il G. fu costretto a rivelare l'atto compiuto. Venuto in seguito a conoscenza di un segreto tentativo di Alfonso presso l'imperatore, volto a ottenere in ogni modo la trasmissione di Castel Goffredo a sua figlia, il G., non più frenato nella sua irruenza giovanile dai prudenti consigli di Luigi, morto nel giugno 1591, diede l'incarico a otto sicari di eliminare Alfonso e porre fine in tal modo al problema della successione. La vittima designata venne così trucidata nella propria tenuta di Gambaredolo il 6 maggio 1592. In quella stessa serata le truppe del G., dopo aver posto l'assedio a Castel Goffredo, lo occuparono trattenendo in ostaggio la vedova e la figlia del defunto signore. A questo ennesimo scandalo se ne aggiunse nel frattempo un altro, che costò al G., alla fine del dicembre 1592, la scomunica di Clemente VIII per aver coniato nella propria zecca di Castiglione monete papali false.

Rimasto impunito dalla giustizia ordinaria per entrambi gli atti di accusa, il G. pagò per il primo con un colpo di archibugio sparato da un servitore di Alfonso, che lo uccise a Castel Goffredo il 3 genn. 1593.

La pena per il secondo fu l'intimazione del vescovo di Brescia, che costrinse i suoi familiari a riesumare il suo corpo scomunicato dalla chiesa di S. Sebastiano nel castello di Castiglione delle Stiviere, dove era stato tumulato, per seppellirlo in terra sconsacrata. In risposta alle suppliche di Marta Tana, il papa autorizzò poi nel 1599 la riabilitazione ufficiale del G., che avvenne con una solenne cerimonia religiosa il 14 genn. 1600. In seguito a essa il G. poté essere nuovamente sepolto in S. Sebastiano. Avendo avuto il G. dalla moglie tre femmine, Cinzia, Olimpia e Gridonia, fondatrici della comunità religiosa locale delle pie vergini di Gesù, in mancanza di eredi maschi diretti, il marchesato di Castiglione passò a suo fratello Francesco.

Fonti e Bibl.: Per le fonti e la bibliografia del G. si rimanda alla vastissima bibliografia su s. Luigi Gonzaga, segnalando qui solo i contributi direttamente pertinenti al G.: Arch. di Stato di Mantova, Arch. Gonzaga, bb. 25, 333, 426, 466, 1853, 1863, 1870-1871, 1874, 2153, 2658, 2956-2958, 3309; Arch. Gonzaga di Castiglione delle Stiviere, bb. 164, 166, 168, 188, 254; B. Arrighi, Storia di Castiglione delle Stiviere sotto il dominio dei Gonzaga, I, Mantova 1853, pp. 20-47, 49, 51-53, 55 s., 58-60, 62, 73-77, 116, 121; G. Sommi Picenardi, Castel Goffredo e i Gonzaga, Milano 1864, pp. 23-26, 38, 41; G. Scardovelli, Luigi, Alfonso e R. G., Bologna 1890, pp. 24-44; F. Bonfiglio, Notizie storiche di Castelgoffredo, Brescia 1922, pp. 22-29, 32 s., 55, 57, 66, 234; A. Battaglia, R. G., marchese di Castiglione 1569-1593, in Annuario 1926-27 della scuola complementare T. Grossi di Treviglio, 1926-27, passim; A. Luzio, I fratelli di s.Luigi Gonzaga, in La Lettura, XXVII (1927), 11, pp. 801-808; 12, pp. 887-890, 892 s.; F. Amadei, Cronaca universale della città di Mantova, a cura di G. Amadei - E. Marani - G. Praticò, II, Mantova 1955, p. 857; III, ibid. 1956, pp. 32, 59 s., 70-84, 86-91, 94-96, 351; Mantova, La storia, III, Mantova 1963, ad indicem; G. Coniglio, I Gonzaga, Varese 1967, pp. 356-359, 480 s., 483, 499; E. Ondei, Storia di Castiglione delle Stiviere, Brescia 1968, pp. 87, 90 s., 95-115, 118, 127, 150; Mostra iconografica aloisiana (catal.), a cura di L. Bosio, Mantova 1968, pp. 12, 16, 50-57, 62, 66, 70, 72, 80, 92; L. Falsina, R. G. erede del maggiorascato di s.Luigi, in Studi in onore di L. Fossati, Brescia 1974, pp. 71-88; A. Gualtierotti, S. Luigi e R. G. a Castel Goffredo, in Il Tartarello, 1977, n. 2, pp. 3-10; G. Amadei - E. Marani, I ritratti gonzagheschi della Collezione di Ambras, Mantova 1978, pp. 190, 192, 194, 196, 200-202; Id. - Id., Signorie padane dei Gonzaga, Mantova 1982, pp. 130-148 passim; M. Marocchi, Storia di Solferino, Solferino 1984, pp. 90, 92-102, 104, 125; A.M. Lorenzoni, Una cerimonia di vestizione al nobile collegio delle vergini di Gesù di Castiglione delle Stiviere, in Civiltà mantovana, n.s., 1987, n. 16, pp. 29, 33; L. Zoppè, Itinerari gonzagheschi, Milano 1988, pp. 78, 84 s., 283; G. Margini - R. Castagna, Monete mantovane dal XII al XIX secolo, Mantova 1990, pp. 335, 338-340; M. Marocchi, I Gonzaga di Castiglione delle Stiviere, Verona 1990, ad indicem; G. Bandera, Marta Tana Gonzaga, marchesa di Castiglione delle Stiviere, Castel Goffredo 1991, passim; M. Paganella, L'"affaire" Castelgiuffrè, in Castiglione delle Stiviere. Un principato imperiale nell'Italia padana (sec. XVI-XVIII), a cura di M. Marocchi, in Quaderni di Cheiron, 1996, n. 4, pp. 67-71; P. Litta, Le famiglie celebri italiane, s.v.Gonzaga, tav. XVII.

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