Romanèlli, Giovanni Francesco, detto il Viterbese o il Raffaellino
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Romanèlli, Giovanni Francesco, detto il Viterbese o il Raffaellino. - Pittore (Viterbo1610 - ivi 1662). Si formò a Roma, forse con il Domenichino e poi con Pietro da Cortona, col quale collaborò negli affreschi della cappella di palazzo Barberini (1631-32). La componente cortonesca in R. si unisce a un'eleganza formale e a un equilibrio compositivo di ispirazione emiliana (Domenichino, F. Albani, G. Reni). Principe dell'Accademia di S. Luca (1638), protetto da G. L. Bernini e dal card. F. Barberini, ebbe importanti commissioni (affreschi nella Sala della contessa Matilda in Vaticano, 1637-42; Presentazione di Maria al tempio, 1638-42, S. Maria degli Angeli; affreschi nel salone di palazzo Lante, ecc.). Fu chiamato a Parigi nel 1646 (affreschi della Galleria di palazzo Mazzarino, 1646-47, poi parte della Bibliothèque Nationale) e nel 1654 (dipinti nell'appartamento di Anna d'Austria nel palazzo del Louvre, 1655-57, parzialmente conservati), esercitando una profonda influenza sulla pittura francese. Negli ultimi anni lavorò soprattutto a Viterbo (S. Lorenzo, duomo). Urbano (Viterbo 1652 - ivi 1682), suo figlio e allievo, fu attivo a Viterbo.
viterbése agg. e s. m. e f. – Appartenente o relativo alla città e provincia di Viterbo, nel Lazio; abitante o nativo di Viterbo. Come s. m., e con iniziale maiuscola, il Viterbese, il territorio della provincia di Viterbo.
romanèlla s. f. [der. di romano1, prob. per il fatto che questo genere di componimento proveniva da Roma]. – Nella poesia popolare, nome di un rispetto diffuso soprattutto in Emilia e Romagna, simile nell’ispirazione e nell’intonazione ai rispetti toscani...