Rosacroce (ted. Rosenkreuzer, detti anche Cavalieri di R.)

Dizionario di filosofia (2009)

Rosacroce (ted. Rosenkreuzer, detti anche Cavalieri di R.)


Rosacroce

(ted. Rosenkreuzer, detti anche Cavalieri di R.) Aderenti a un società di «illuminati» di cui si cominciò a parlare in Germania agli inizi del 17° sec. in relazione alle romanzesche avventure di un certo Christian Rosenkreuz, vissuto nel 15° sec., che sarebbe stato iniziato in Oriente a tutti i misteri e avrebbe progettato una riforma del mondo. L’opera di Rosenkreuz sarebbe stata continuata dai suoi discepoli (i R. appunto), che si vantavano di possedere tutti i segreti della natura. Questo si narrava nell’anonimo scritto Fama fraternitatis Rosae Crucis, che al suo apparire (1614) suscitò molta curiosità. Nel 1615 uscì poi a Francoforte un altro scritto, la Confessio fraternitatis, in cui si annunciava il ritorno imminente della luce perduta dagli uomini a causa del peccato di Adamo; e l’anno successivo a Strasburgo fu pubblicato un testo che acquisì immediata celebrità: Chymische Hochzeit Christian Rosenkreuz di J.V. Andreae. A questi scritti ‘ufficiali’ si aggiunse una serie di manifesti anonimi apparsi sui muri di Parigi nel 1622. Si andò così diffondendo una letteratura mistica e teosofica che si rifaceva ai R., mentre si moltiplicavano le conventicole che se ne dichiaravano prosecutrici e che si dedicavano a ricerche magico-alchimistiche riprendendo temi e testi della tradizione magica ed ermetica rinascimentale: nella prima metà del Seicento antesignano dei R. fu Fludd che è forse il massimo rappresentante di questo orientamento. Nel 18° sec. il movimento dei R. ebbe largo sviluppo, e a esso si ricollegarono anche Saint-Martin, Saint-Germain, Mesmer, Cagliostro, mentre la massoneria si impossessò di molti suoi motivi e simboli, conservandoli anche nell’Ottocento.

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