Rubino

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Pietra preziosa, varietà del corindone (➔) che è una forma allotropica dell’ossido di alluminio. I cristalli di r. hanno solitamente la forma di prismi a base esagonale e contengono spesso inclusioni minutissime di minerali vari (aghetti di rutilo o laminette di mica e di ematite), liquide e liquidogassose, talora distribuite con perfetta regolarità così da produrre uno speciale aspetto serico molto pregiato. Le inclusioni hanno particolare importanza perché spesso servono a distinguere le pietre naturali dalle sintetiche. Il colore rosso è dovuto a soluzione solida d’ossido di cromo, contenuto in quantità tanto piccole da essere rilevabile solo all’esame spettroscopico. Il r. è dicroico: guardato secondo la base appare rosso intenso, mentre secondo una coppia di facce del prisma appare di color rosso-viola. Siccome la purezza del rosso aumenta il valore venale della pietra, si fa coincidere la tavola con la base del cristallo. La produzione dei r. è data quasi totalmente dai giacimenti del Myanmar, che sono i più importanti, e da quelli di Thailandia e Sri Lanka.

La prima sintesi del r. fu realizzata nel 1837, ma il metodo pratico per ottenere r. sintetici (detti anche r. ricostituiti o artificiali) di notevoli dimensioni e di bella apparenza fu ideato nel 1891 dal chimico francese A. Verneuil. Per la preparazione di r. la miscela di partenza è costituita da allume trattato con soluzione di solfato di cromo e poi sottoposto a calcinazione e macinazione. R. asteria R. che presentano un’inclusione di microscopici cristalli aghiformi di rutilo, TiO2, distribuiti in posizione orientata così che la gemma opportunamente tagliata e illuminata presenta riflessi a forma di stella a sei punte (asterismo); si trovano in natura, ma possono anche essere prodotti sinteticamente.

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