Tamayo, Rufino

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Pittore (Oaxaca 1900 - Città di Messico 1991). Come J. C. Orozco, D. Rivera e D. A. Siqueiros, diede espressione, nella sua pittura, al trionfo dello spirito nazionale messicano negli anni successivi alla rivoluzione del 1910. Dagli altri si distinse per uno spirito più sottile e dolente, un linguaggio più raffinato e complesso che, oltre ad attingere alle fonti arcaiche dell'arte precolombiana e alle sollecitazioni coloristiche dell'arte popolare e del folclore messicano, si avvale dei suggerimenti provenienti dalle culture figurative europee (spec. dall'espressionismo, dal cubismo e dal surrealismo). Direttore, dal 1921, della sezione di disegno etnografico del Museo nacional de antropología di Città di Messico, nel 1974 T. donò alla città di Oaxaca la sua collezione di ceramiche e sculture preispaniche dando origine al nucleo principale del Museo de arte prehispánico de México Rufino Tamayo. Eseguì affreschi a Città di Messico (Museo nacional de antropología; Conservatorio nacional de música, 1933; Palacio de bellas artes, 1955), allo Smith College di Northampton (Mass.), nella sede dell'UNESCO a Parigi (1958). I suoi quadri a olio, genere che T., a differenza degli altri pittori messicani contemporanei, preferì all'affresco, si trovano nelle maggiori raccolte del Messico e degli USA, dove soggiornò a lungo e ripetutamente dal 1936. Nel 1981 è stato inaugurato a Città di Messico il Museo internacional de arte contemporaneo a lui dedicato.

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