BENZONI, Rutilio

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 8 (1966)

BENZONI, Rutilio

Silvana Menchi

Figlio di Paolo Crema, dei conti Benzoni, e di Erminia degli Astaldi, di nobile famiglia romana, nacque in data ignota.

Dalla sua deposizione durante il processo romano per la beatificazione di Ignazio di Loyola risulta che nel 1608 egli aveva sessantasei anni; il che permetterebbe di collocare la sua nascita nel 1542: data che può suscitare qualche dubbio, perché dieci anni più tardi il B. era già canonico. Quanto alla patria, in tutti i documenti ufficiali egli si definisce romano.

Nell'adolescenza fu tra i primi allievi del collegio germanico-ungarico e godette della familiarità di Ignazio di Loyola (che aveva ragioni di gratitudine nei confronti della famiglia Astaldi), onde verrà più tardi chiamato per testimoniare nel processo di canonizzazione. Finiti i primi studi nel collegio dove aveva avuto come maestro, tra gli altri, il gesuita Benedetto Pereyra, nel 1552 entrò in Curia e venne nominato canonico di S. Maria in Via Lata, passando nel 1561 a S.

Maria in Cosmedin, per divenire nel 1573 canonico e teologo della basilica di S. Pietro in Vaticano. Il 17 dic. 1586 venne consacrato vescovo della diocesi di Loreto, di recente istituzione: carica nella quale succedette a Francesco Cantucci. Prese possesso della diocesi il 2 febbr. 1588, attuandovi rigorosamente i decreti tridentini di riforma: residenza; visita pastorale; celebrazione frequente del sinodo diocesano (1588, 1592, 1591 1595, 1602, 1609); fondazione del seminario nei locali del vecchio ospedale di S. Antonio; incitazione dei clero allo studio della teologia anche dopo gli anni di seminario; esortazione allo studio e alla pubblica discussione, una volta la settimana, dei casi di coscienza; introduzione del catechismo, che si preoccupò di far stampare, commentandolo pubblicamente nella ricorrenza delle quattro feste principali dell'anno. Il B. accompagnò queste misure con un generale ripristino della liturgia (alla sua iniziativa si deve la redazione di una delle prime guide al calendario ecclesiastico e liturgico che siano state pubblicate: redazione cui collaborò, con altri tre dotti, anche il recanatese Ignazio Bracci, in seguito protonotario apostolico), probabilmente anche in relazione all'interesse lauretano per le chiese greco-ortodosse e in genere per la cristianità del vicino oriente. Il nome del B. rimane legato alle tradizioni lauretane come apologeta (contro la satira dei Vergerio) della "Santa Casa", come promotore di ricostruzioni e restauri (palazzo vescovile, cattedrale di Loreto) e come fondatore di un monastero di clarisse.

Avendo la Curia, il 18 gennaio del 1591, restituito a Recanati il vescovato che le era stato tolto da Sisto V e avendo unito questa diocesi, aeque principaliter, alla diocesi di Loreto, i Recanatesi ricorsero alla congregazione dei vescovi contro il B., accusandolo di preferire Loreto a Recanati. Dopo qualche resistenza, il B. fu obbligato a celebrare le messe pontificali alternativamente a Recanati e a Loreto, a tenere due vicari generali, uno per Recanati e uno per Loreto, e ad assumersi nei confronti del clero recanatese alcuni impegni di carattere economico assicurandogli varie esenzioni fiscali.

Il B. morì a Loreto il 31 genn. 1613.

Fu erudito e dotto, anche se prolisso, autore di opere che fanno di lui un rappresentante tipico di alcuni aspetti della Controriforma: scrisse piamente, ma con dottrina spesso avventizia e senza alcuna autonomia di posizioni, sui temi allora correnti, attenendosi strettamente alle direttive curiali. Non mancò un suo contributo alla controversia per l'interdetto, nel corso della quale assunse la difesa delle posizioni più rigide e intransigenti, desumendo i suoi argomenti dal tradizionale patrimonio dei canonisti, sia nelle formulazioni di tipo più generale (difesa della giurisdizione e delle immunità della Chiesa) sia nella discussione particolare (ribatté, una per una, le otto proposizioni della Risposta d'un dottore in theologia ad una lettera scrittagli da un reverendo suo amico sopra il breve di censure della Santità di papa Paolo V pubblicato contra gli Signori Venetiani; et sopra la nullità di dette censure, cavata dalli Santi Padri e da altri cattolici dottori, s.l.né d.), Intervenne per iscritto (forse su richiesta esplicita di Paolo V, che avrebbe tenuto il suo parere in grande considerazione) anche nella controversia sulla grazia fra domenicani e gesuiti: un trattato del B. sull'efficacia della grazia si'trova in effetti. nell'Archivio Segreto Vaticano, tra gli scritti inediti dedicati a Paolo V.

Morendo lasciò, fra gli altri, un legato di 30.000scudi che Paolo V erogò ai poveri. In seguito il denaro fu impiegato per la fondazione di un monte frumentario.

Opere: Oltre al Tractatus de modo quo auxiliis divinae gratiae ad bonum supernaturale movetur humana voluntas... ad Paulum V, che (Pastor, Storia dei Papi, XII, Roma 1930, p. 698)si conserva manoscritto nell'Archivio Segreto Vaticano, le principali opere del B. sono: Speculum Episcoporum et Parochorum in quo de fuga, peste, fame et bello agitur; de ecclesia, de miraculis, de sacrae lauretanae aedis angelica transvectione; de flagellis Dei; de elemosinarum largitione ab episcopis et clericis necessario impedendis; deque aliis, Venetiis 1595; De anno sancti Iubilaei tractatus, scilicet de meritis et satisfactionibus Christi, B. Mariae Virginis, Sanctorumque; de potestate clavium; de indulgentiis; de suffragiis defunctorum; de receptaculis animarum; de sacris caeremonis; de locis sanctis; de peregrinationibus ad loca sancta; cum apologia pro sacrosancta domo B. Virginis lauretanae contra Petrum Paulum Vergerium, ibid. 1599 e Magonza 1600 (di questa opera Sébastien Fabris fece una specie di estratto che, tradotto in francese, fu pubblicato a Parigi nel 1600); Disputationes duae, quarum prima... de iurisdictione et immunitate ecclesiastica; secunda de iustitia pontificii interdicti contra errores in republica veneta obortos, et contra et. usdem reipublicae pseudotheologos, Recineti 1606; Fundamentum Domus Dei, id est expositio Psalmi LXXXVI, complectens encomia sanctissimae virginis matrisque Dei Mariae cumtribus disputationibus de iurisdictione ecclesiastica et temporali, Maceratae 1612.

Bibl.: G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 2, Brescia 1760, pp. 905 s.; J. Vogel, De ecclesia Recanatensi et Lauretana, Recanati 1859, I, pp. 362 ss.; II, pp. 313 ss.; A. Stein-Huber, Gesch. des Kollegium germanikum hungarikum in Rom, I, Freiburg 1906, pp. 69 ss.; L. Cavazzi, La diaconia di S. Maria in via Lata, Roma 1908, p. 237; G. v. Gulik-C. Eubel, Hierarchia catholica...,III, Monasterii 1923, p. 220; Dictionnaire d'Hist. et de Géogr. Ecclés.,VIII, Paris 1935, p. 300.

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