SAALBURG

Enciclopedia dell' Arte Antica (1965)

SAALBURG

H. Kähler

Accampamento romano della II cohors Raetorum, sul passo del Taunus, a N-O di Homburg.

Furono eseguiti gli scavi dal 1856 fino al volgere del secolo e, fra il 1900 e il 1907, fu restituito al suo primitivo stato il castello in muratura per la coorte, che in base a ricerche minuziose si fa risalire all'epoca fra Caracalla e Gallieno. Ad oriente di questo campo furono scoperti due piccoli accampamenti a terrapieno del periodo traiano-adrianeo, ritenuti precedenti al castello che sorgeva su questi; in un primo tempo in forma quadrata su terrapieno con una porta laterale sul campo, con le torri in legno sugli angoli arrotondati e sui lati lunghi, tracce di tende e di baraccamenti e di una terma fuori della porta. Da questo accampamento, che ha la grandezza di un castrum per un numerus, è derivato poi il castrum della coorte, con un'area di m 221,50 × 147,2. Possono distinguersi tre differenti fasi nella sua costruzione: un castrum adrianeo, in legno, rimasto incompiuto, uno in muratura con 4 porte, dell'epoca di Antonino Pio, e un terzo, anch'esso in muratura, costruito nel 213, e cioè un anno dopo la distruzione del precedente. Le canabae non vennero ricostruite. Nella guerra di Gallieno contro gli Alamanni (259-60) il campo fu distrutto e sgombrato. Quest'ultima costruzione, con le sue mura in pietra, i due fossati difensivi, le quattro porte, (di cui quella S, munita di una iscrizione dell'anno 213 (C.IL., xiii, 7465) aveva due passaggi), comprende, nel totale dei suoi edifici, le costruzioni utilitarie caratteristiche del normale accampamento di una coorte: il praetorium con sacellum centrale, il peristilio, le sale d'armi e un grande atrio al punto d'incontro delle strade principali, l'horreum, il quaestorium. A S del campo vi erano i bagni, collegati con un edifizio in muratura, forse l'abitazione dei praefecti. In quanto a sacrarî, oltre a quello dei vessilli e alle piccole cappelle quadrate del praetorium, vi erano templi di Mithra (adrianeo), della Madre di Dio (antonino), di Giove Dolicheno e di una divinità gallo-romana.

Bibl.: H. Jacobi, Das Kastell Saalburg, in Obergerm. Raest. Limes, II, i, n. 11, 1937. Notizie sugli scavi in Österr. Jahresberichte, 1902-1909, e in Österr. Jahrbücher, dal 1910.