SABAZIO

Enciclopedia dell' Arte Antica (1965)

SABAZIO (Σαβάζυις, Sabazius)

A. Gallina

Divinità originaria della Tracia o della Frigia, il nome della quale è tramandato dagli autori greci e latini anche in forme diverse: Σαβάδιος, Σάβος, Sabadius, Savadios, Savos. L'etimologia, assai discussa, non è ancora sufficientemente chiarita.

In ambiente traco-frigio questo dio è spesso confuso od associato ad Attis e Mithra. S. deve considerarsi soprattutto un dio della vegetazione (in particolare delle culture dell'orzo e del grano); il suo culto misterico e le cerimonie orgiastiche in suo onore, hanno quale motivo centrale quello della fecondazione e rigenerazione della natura.

Le fonti attestano la larga diffusione del suo culto in Lidia, Caria, Cilicia, Frigia; in Grecia esso penetra a partire dal sec. V, ed un'eco diretta si può trovare nei comici (ad esempio Aristoph., Lys., 387 s.; Av., 875 ss.; Vesp., 9 ss.). Entrato a far parte del pantheon dei paesi ellenizzati, il dio viene elevato in Pergamo al rango di divinità ufficiale e sönnaos di Atena Nikephòros sotto Attalo III, nell'anno 135-4 (cfr. Fraenkel ed Ohlemutz). In Roma si hanno accenni dell'introduzione del culto di S. a cominciare dal sec. II a. C.; esso ha poi diffusione assai ampia nell'Impero, specialmente nelle province occidentali e danubiane (scarse, invece, le testimonianze africane).

La comune natura orgiastica del culto e le forti influenze orfiche che si rilevano nei misteri di S., facilitano in ambiente greco l'assimilazione di S. a Dioniso; sono peraltro testimoniate anche assimilazioni ad Helios e specialmente a Zeus. Come Zeus Sabàzios lo troviamo particolarmente venerato in età imperiale, quando assume le funzioni di protettore benefico e benedicente e comincia ad assorbire caratteri e simboli di varie altre divinità. Questa tendenza ad una religione monoteistica di S., consente che presso le popolazioni giudaizzate ai confini della Palestina esso venga confuso con il Theòs höpsistos degli Ebrei, il Yahvé Sabaoth, anche in virtù della somiglianza del nome. Notizie sulle cerimonie e sui misteri di S. possono ricavarsi specialmente da Demostene (Περὶ στεϕ., 259, ss.; Schol., Περὶ πρεσβ.,) 431, 25) e da Clemente Alessandrino (Protr., ii, 162).

L'iconografia di S. non è nota con certezza per l'età greca. Il tentativo del Curtius di riconoscere un òklasma sabaziaco in una lèkythos a figure rosse, dove S. sarebbe raffigurato su un cammello, circondato da menadi e da danzatori orientali, ed in una serie di rilievi in cui compare come signore degli animali, ed in particolare il tentativo di identificare nel cosiddetto Sardanapalo una immagine di culto del dio, trova consenzienti il Metzger ed il Picard, contrarî il Beazley, il Nilsson ed altri. Meglio nota l'iconografia di S. nell'età imperiale, attraverso rilievi di culto o votivi (specie laminette bronzee), statue in pietra, bronzetti, monete. Quanto alla cronologia, solo il rilievo di Koloe (v. oltre), è datato al 101 d. C.; per gli altri monumenti non è possibile dare una data precisa: vanno dal I al IV sec. d. C.; S. vi è raffigurato di solito barbato, in abiti orientali: lunghe brache, tunica manicata, berretto frigio. Amplissima la serie degli attributi: i più frequenti la pigna, il serpente, il cratere; a volte reca lo scettro sormontato dall'aquila, oppure il caduceo o lo scettro, sormontato dalla mano benedicente. A volte la sola mano, atteggiata nel gesto della benedizione latina (le prime tre dita distese, le altre due ripiegate verso il palmo) rappresenta da sé un simbolo sabaziaco.

In un rilievo da Imbros, noto attraverso un disegno del Conze, S. è in trono davanti ad un altare, con patera e scettro; accanto all'ara, cui si accostano gli offerenti, è un tronco d'albero, avvolto nelle spire di un serpente. Il rilievo di Koloe, una dedica pubblica della κολοηνῶν κατοικία allo Zeus S., lo rappresenta forse insieme a Men e ad Hermes, in tunica ed himàtion, in atto di sacrificare. Nel registro inferiore vi sono sacerdoti e fedeli. Drappeggiato alla greca appare in un rilievo votivo da Philadelpheia di Lidia e su un'ara, già nel demolito Palazzo Merolli-Sonnino a Roma, dove accanto a S. vi erano Apollo ed Artemide. Nelle lamelle argentee di Vichy ed in quella di Tibiscum appare completamente assimilato a Zeus, con lancia e fulmine. Unica, infine, l'iconografia di S. in un rilievo votivo acquistato ad Istanbul: il dio, con corta tunica, clamide e diadema (?) è a cavallo, regge il fulmine nella destra; accanto gli sono l'aquila ed un albero, con il serpente avvolto.

Esempî significativi dell'assimilazione od associazione di S. con altre divinità nell'ambito del sincretismo religioso tardo-imperiale sono la statuetta di Ankara, dove S. ha gli attributi di Men, una laminetta di Plovdiv, con S. ed altre divinità associate al Cavaliere trace, le terrecotte di Phanagoria (Bosforo Cimmerio), le lamine di Berlino e di Tekije, quelle di Arnpurias, dove il dio è associato a Cibele, Iside ed ai Dioscuri. Per l'associazione a Mithra è significativo un piccolo busto conservato ai Musei Vaticani, raffigurante S., sul petto del quale è effigiato, in rilievo, un Mithra tauroktònos.

Nei monumenti di Gallia e di Spagna è più accentuato il carattere di dio della vegetazione: si consideri, ad esempio, il bronzetto di Amiens e la scultura in pietra di Vierzon, che lo raffigura addossato ad un tronco d'albero, con frutta nelle mani. Infine, nelle laminette di Copenaghen ed in quella già citata di Arnpurias S., in abito orientale, domina tutto un complesso di simboli ed attributi delle specie più svariate.

Fra le numerose "mani", attribuite ormai concordemente al culto di S., sono notevoli quella di Ercolano contenente la raffigurazione del dio, seduto con i piedi poggiati su una testa di capro, nell'atto di levare le mani benedicendo; quelle del British Museum, di Avenches, di Budapest (dalla Dacia) ecc., tutte ricoperte di simboli varî. L'officina magica di Sestilius Pyrricus (Pompei, Regio ii, ins. 1, n. 12) ci ha conservato, fra l'altro, due mani sabaziache. La presenza di alcuni elementi (testa di capro, tirso coronato da pigna, serpente avvolto all'albero, aquila di Zeus), sulle figurazioni di carattere dionisiaco simbolico o mitologico, di alcuni sarcofagi rinvenuti alla fine del secolo scorso, in una tomba appartenente ai Calpurni Pisoni e conservati in parte al Museo Nazionale Romano, in parte a Baltimora, ha indotto a pensare che potesse trattarsi del complesso sepolcrale di un gruppo di iniziandi al culto di Sabazio.

Per quanto concerne le monete, gli esemplari migliori sono da ricercarsi nelle coniazioni di Apamea e di Sebaste in Galizia (raffigurano la "cista" di S. e il dio stesso).

Monumenti considerati. - Per le rappresentazioni di S. nell'arte greca: L. Curtius, Sardanapale, in Jahrbuch, 1928, xliii, p. 281 s.; H. Metzger, art. cit. in bibl., n. 79, p. 148, tav. xix; M. P. Nilsson, op. cit. in bibl., p. 787; J. D. Beazley, Red-fig., p. 870, 1.

Rilievo di Koloe: Eisele, in Roscher, iv, 1909-15, s. v., fig. 3; A. B. Cook, Zeus, ii, fig. 18o; L. Robert, in Hellenika, vi, 1948, pp. 111-113, tav. 26, 2; Ch. Picard, in Rev. Arch., 1961, n. 2, p. 137, fig. 2. Rilievo di Imbros (dedica di un Menandros Athenadorus): A. Conze, Reise a. d. Inseln d. thrak. Meeres, Hannover 1860-4, tav. 17, 7; Eisele, art. cit., fig. 2; A. B. Cook, op. cit., ii, fig. 179. Rilievo di Philadelpheia (Ala-Şehir, Lidia): O. Rayet, in Bull. Corr. Hell., i, 1877, p. 30 s.; A. B. Cook, op. cit., ii, p. 285. Rilievo di Palazzo Merolli-Sonnino: F. Matz-F. v. Duhn, Antike Bildwerke in Rom, iii, Lipsia 1882, n. 3763; Schaefer, in Pauly-Wissowa, c. 1540 ss., s. v. Lamelle di Vichy (museo di St. Germain): A. B. Cook, op. cit., ii, figg. 181-186, p. 286. Placca bronzea di Tibiscum: Ch. Picard, in Rev. Arch., 1961, 2, p. 137, fig. 3; M. Macrea, in Dacia, iii, 1959, p. 336 s., fig. S. Bronzetto di Amiens: Roscher, s. v., fig. 7. Rilievo da Istanbul: A. B. Cook, op. cit., ii, tav. xix. Laminetta di Copenaghen: Ch. Blinkenberg, op. cit. in bibl., tav. 2; A. B. Cook, op. cit., ii, tav. xxvii a, p. 392; E. Will, Le rélief cultuel gréco-romain, Parigi 1955, p. 300, tav. 3; Ch. Picard, in Rev. Arch., 1961, 2, fig. 4. Per le "Mani Pantee" in generale v. Eisele, in Roscher, s. v., figg. 4-6; Ch. Blinkenberg, op. cit., fig. 37 s.; M. Macrea, op. cit. in bibl., figg. 3 4; O. Elia, art. cit. in bibl., p. 129 ss. Per le monete: Brit. Mus. Gat., Phrigia, tavv. i, 6. Sarcofago delle tombe dei Calpurni Pisoni presso Porta Pia: O. Brendel, Dionysiaca, in Röm. Mitt., xlviii, 1933, p. 153 ss., fig. 7.

Bibl.: F. Cumont, Les Mistères de S., in Compt. Rend. Ac. Inscr., 1903, p. 63 ss.; Ch. Blinkenberg, Arch. Studien, Copenaghen 1904, p. 66 ss.; Eisele, in Roscher, IV, 1909-15, c. 232, s. v. Sabazios; A. B. Cook, Zeus, Cambridge 1914-1925, I, p. 390 ss.; II, p. 282 ss.; Schaefer, in Pauly-Wissowa, I A, 1920, c. 1540 ss., s. v. Sabazios; R. Pettazzoni, I Misteri, Bologna 1924, p. 82 ss.; L. Curtius, Sardanapale, in Jahrbuch, XLIII, 1928, p. 281 ss.; F. Cumont, Les religions orientales, 4, Parigi 1929, p. 60 ss., tav. 3; H. Gressmann, Die orientalischen Religionen im hellenistisch-römischen Zeitalter, Berlino-Lipsia 1930, pp. 110-123; A. Bruhl, Plaques du culte de S. provenant d'Ampurias, in Rev. Arch., 1932, 2, p. 35 (rilievo di Ampurias); W. O. E. Oesterley, The Cult of S., in The Labyrinth, Londra 1935, p. 113 ss.: E. Ohlemutz, Die Kulte u. Heiligtümer der Götter in Pergamon, Würzburg 1940, p. 269 ss.; M. P. Nilsson, Geschichte der Griech. Religion (Handb. d. Alt. Wiss., V, 2), I, 1941, pp. 216; 534; 545-49; 787 ecc.; II, pp. 631-40, tav. XIV (busto vaticano); L. A. ELnitzkij, in Sovet. Arch., VIII, 1946, pp. 97-112 (terrecotte di Phanagoria); E. Vetter, Littera Claudiana, in Öst. Jahresh., XXXVII, 1948, c. 299 s.; R. Louis, Vierzon Informations, in Gallia, VIII, 1950, p. 175, fig. 3 (scultura di Vierzon); H. Metzger, Les représentations dans la céramique attique du IV siècle, Bibl. Ec. Franç. Athènes et Rome, 162, 1951, nn. 79-80, pp. 148-150; A. García y Bellido, Una Deidad oriental en la España romana, in Rev. de la Univ. de Madrid, I, 3, 1952, p. 354 ss., e bibl.; I. T. Kruglikova, in Brief Communications on the Reports and Field Rsearch of the Institute of Material Culture, Mosca-Leningrado, XLIII, 1952, p. 119 ss.; H. H. von der Osten, Eine neue Sabaziosstatuette, in Orientalia Suecana, II, 1953, p. 29 ss. (bronzo di Ankara); D. Tsontchev, Un monument du Syncretisme, in Rev. Arch., XLIV, 1954, 2, p. 15 (laminetta di Plovdiv); M. Almagro, Manifestaciones de culto de S. en España, in Cuad. de Trab. Esc. Española de Hist. y Arq. Roma, VIII, 1956, p. 201 ss. (rilievo di Ampurias); M. Leglay, Les religions orientales, Algeri 1956; D. Mano Zisi, Nalaz iz Tekije, in Narodni Muzej Beograd Antica, II, 1957, p. 65 ss., tavv. XXIII-XXIV (emblemata argentei da Tekije) (in franc.); M. Macrea, Le culte de S. en Dacie, in dacia, N. S., III, 1959, p. 325 ss.; O. Elia, Vasi magici e mani pantee a Pompei, in R. Acc. Nap., XXV, 1960, p. 7 ss.; M. Macrea, Cultul lui S. la Apulum, in Studusi comunicari, IV, 1961, p. 61 ss. (con riassunto in franc.); Ch. Picard, Dieu thraco-phrigien, in Rev. Arch., 1961, 2, p. 129 ss.; B. Zun, On The Symbolism of Several Animal Heads, in Latomus, XXII, 1963, pp. 256, 259.

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