SALÉ

Enciclopedia Italiana (1936)

SALÉ (A. T., 112)

Georges Marçais

Città del Marocco occidentale, posta 175 km. a E. di Fez, sull'Atlantico, alla foce del Bou Regreg, sulla riva destra del fiume che la separa da Rabat. Nel 1931 contava 25.000 ab. (21.000 nel 1926) dei quali 1289 Europei. La sua esistenza al sec. X è provata. Conserva il nome della romana Sala Colonia, della quale sono stati ritrovati sicuri avanzi, e, prima ancora di Rabat, sembra aver esercitato le funzioni militari e religiose del ribāṭ (convento fortificato) contro gli eretici Berghawāta delle pianure dell'attuale Chaouïa. Presa nel 1132 dagli Almohadi, con ogni verosimiglianza fu dotata da questi sovrani, gran costruttori, della Grande Moschea, che sussiste ancora molto rimaneggiata. Ma era poco sicura: e nel 1260 dei mercanti cristiani se ne impadronirono di sorpresa. Il sultano merinide Abū Yūsuf vi rientrò dopo 14 giorni di assedio e ne rinforzò le opere di difesa. Vi creò un arsenale marittimo che comunicava con l'estuario del fiume per mezzo di un canale. Un muro circondava questo bacino e le navi vi penetravano attraverso la grande porta ancora esistente, ma la cui base è ora interrata (la si chiama Bāb al Mrīsā: la Porta del Piccolo Porto). Del tutto identico alle porte della città del sec. XII questo arco magnifico, con le sue pietre angolari dalle grandi decorazioni floreali, è una delle opere più belle dell'architettura marocchina.

Salé deve alla stessa dinastia dei Merinidi una bellissima medersa (scuola) costruita verso il 1341. L'entrata, riparata da una grande tettoia, è maestosa. Il vestibolo sbocca nel cortile circondato da loggiati con pilastri rivestiti di ceramiche intarsiate, e con pareti riccamente decorate di stucchi. La sala di preghiere al centro ha una elegante cupola in legno. Parecchi altri edifici, il funduq Askur, la bella porta della zāwiya an-Nosak sono del sec. XIV.

Salé, che era stata una ricca città commerciale frequentata dai mercanti musulmani e cristiani, accolse, come Rabat, un gruppo numeroso di profughi andalusi dopo il 1610, e da allora rivolse tutta la sua attività alla pirateria. Eretta dal 1627 a stato indipendente, in repubblica aristocratica, le sue sorti furono strettamente unite a quelle di Rabat, che viene persino chiamata Nuova Salé. I corsari di Salé, cioè di Salé e Rabat, erano temuti da tutte le nazioni cristiane; e ciò attirò sulle due città ripetuti bombardamenti (1629, 1635, 1680). Ma durante il sec. XVIII la pirateria divenne più difficile e meno attiva e Salé, che d'altronde le sabbie avevano isolata dall'estuario, perdette ogni importanza marittima. Ora è una tranquilla città di borghesi colti e di artigiani, presso i quali sopravvivono interessanti industrie, specialmente la fabbricazione delle stuoie di giunco con decorazioni molto sobrie.

Bibl.: De Castries, Sources inédites de l'histoire du Maroc, III, Parigi 1911; L. Brunot, La mer dans les traditions et les industries à Rabat et Salé, ivi 1920; H. Terrasse, Portes de l'arsenal de Salé, in Hespéris, 1922; G. Marçais, Manuel d'art musulman, Parigi 1927.