CALVINO, Salvatore

Enciclopedia Italiana (1930)

CALVINO, Salvatore

Mario Menghini

Patriota, nato a Trapani nel 1820, morto a Roma il 21 settembre 1883. Seguì a Palermo i corsi di legge, e presto entrò in relazione con i maggiori rappresentanti delle idee liberali, con i quali partecipò al moto rivoluzionario del 12 gennaio 1848. Fece parte di quel piccolo esercito siciliano che, al comando di Ignazio Ribotti, sbarcò in Calabria, e dopo l'infelice esito di quella spedizione, tentò di trovare scampo in Grecia, ma arrestato e condotto in Napoli (11 luglio 1848), rimase rinchiuso nel forte di Sant'Elmo fino al 12 dicembre 1849. Riparato a Genova, si dedicò colà all'insegnamento privato, e nel 1856 fu nominato profess0re di matematiche nella scuola tecnica di Spezia. Cooperò l'anno dopo alla spedizione di Carlo Pisacane, e nel 1859, per incarico del conte di Cavour, seguì il Ribotti, comandante delle truppe che avevano occupato Massa e Carrara, e con lui si spinse verso Parma. L'anno dopo corse a Genova e s'iscrisse tra i Mille, combatté a Calatafimi, dove fu ferito, a Vallecorta, ed entrato in Palermo, ebbe incarico di riordinare la milizia cittadina, poi di reggere temporaneamente il Ministero della guerra. Rifiutò la nomina a prodittatore di Sicilia, per seguire il corpo di spedizione che procedeva alla conquista del regno di Napoli. Nel 1861 fu eletto deputato per il collegio di Monreale. L'anno appresso corse a Catania per sconsigliare Garibaldi dall'impresa che finì ad Aspromonte; e tuttavia fu arrestato con Mordini e Fabrizi, dietro l'accusa di aver favorito quel moto insurrezionale. Partecipò alla guerra del 1866 in qualità di maggiore di Stato maggiore dell'esercito garibaldino. Rimase alla Camera fino al 1871; nel 1880 fu nominato consigliere di stato.

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