GIULIANO, Salvio

Enciclopedia Italiana (1933)

GIULIANO, Salvio (L. Octavius Cornelius Salvius Iulianus)

Pietro De Francisci

Giurista insigne della scuola sabiniana, nato probabilmente in Africa presso Adrumeto; prima decemvir litibus iudicandis, poi quaestor, tribuno, praefectus aerarii Saturni e aerarii militaris, pretore, console, pontefice, sodalis Hadrianalis e Antoninianus, eurator aedium sacrarum, sotto Antonino Pio governatore della Germania inferiore, sotto M. Aurelio della Hispania citerior, infine proconsole in Africa. Morì sotto i Divi Fratres; fu, secondo una tradizione, padre o avo della madre dell'imperatore Didio Giuliano. Allievo di Giavoleno, egli si conquistò, come appare dalla carriera, un posto altissimo nella vita pubblica. A lui, per la sua sapienza giuridica, Adriano affidò l'incarico di riordinare l'editto perpetuo: e la fama di cui godette presso i contemporanei si accrebbe presso i posteri. Sulla scienza influì attraverso la sua attività di rispondente e di scrittore. Oltre a due commenti ad Urseium e ad Minicium, egli scrisse novanta libri di Digesta, che costituiscono l'opera sua principale e furono composti dopo il riordinamento dell'editto perpetuo.

Numerosi frammenti di quest'opera sono stati accolti nelle Pandette; da essi, e da quanto si può ricostruire dalle citazioni di autori successivi, i Digesta di Giuliano si possono considerare come l'esposizione più completa del diritto privato romano e quella che segna il vertice dell'elaborazione scientifica del diritto classico. L'influenza esercitata dai Digesta di Giuliano si palesa nel fatto che essi furono ripubblicati con notae di Marcello, di Cervidio Scevola, di Paolo, e forse di Mauriciano, e che numerosi passi sono stati inseriti nelle opere di giuristi posteriori.

Oltre ai Digesta s'incontrano nelle Pandette tre frammenti tratti da un liber singularis de ambiguitatibus, nel quale Giuliano trattava dell'interpretazione di manifestazioni ambigue di volontà. Non v'è traccia di altre opere, ma un grande numero di responsa di Giuliano è raccolto nelle Quaestiones del suo scolaro Cecilio Africano.

Bibl.: Th. Mommsen, Gesamm. Schriften, Berlino 1905, II, p. i segg.; E. Buhl, Salvius Julianus (solo il I vol.), Heidelberg 1886; P. Krüger, Gesch. der Quellen u. Litteratur des röm. Rechtst, 2ª ed., Lipsia 1912, p. 182 segg.; P. F. Girard, Mélanges de Droit romain, I, Parigi 1912, p. 214 segg.; C. Appleton, Nouv. revue hist. de droit français et étranger, XXXIV, p. 731 segg.; XXXV, p. 593 segg.; E. Kornemann, Klio, VI, p. 178 segg.; P. de Francisci, Rend. Ist. lombardo, s. 2ª, XLI (1908), p. 442 segg.; XLII (1909), p. i segg.; H. Dessau, Inscr. latinae selectae, Berlino 1912, n. 8973; P. Bonfante, St. del diritto rom., 3ª ed., I, Milano 1923, p. 384; B. Kübler, Gesch. d. röm. Rechts, Lipsia 1925; P. de Francisci, St. del diritto rom., II, i, Roma 1929, p. 357 segg.