Giuseppe, san

Enciclopedia dei ragazzi (2005)

Giuseppe, san

Emanuela Prinzivalli

Il padre putativo di Gesù

Nel Vangelo più antico, quello di Marco, Giuseppe non compare affatto, mentre negli altri viene riconosciuto come il padre putativo di Gesù. Nei Vangeli apocrifi, cioè quelli non riconosciuti dalla Chiesa come autentici, Giuseppe è protagonista di molte storie. Il massimo risalto alla sua figura è stato dato in età moderna: nel 1870, infatti, è stato proclamato patrono della Chiesa universale e nel 1956 è diventato patrono dei lavoratori

La figura di Giuseppe nei Vangeli

Nel Vangelo di Marco, Giuseppe non compare: Gesù viene chiamato dai concittadini "il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, Giuseppe, Giuda e Simone".

Matteo, riportando la frase, modifica la definizione di Gesù in "figlio del carpentiere". Tuttavia, sul nome di Giuseppe come padre putativo di Gesù i racconti dell'infanzia di Matteo e Luca sono concordi.

Il racconto di Matteo presenta Giuseppe come un uomo devoto e protettivo. A seguito del concepimento di Gesù da parte di Maria per mezzo dello Spirito Santo, egli avrebbe voluto ripudiarla segretamente per non esporla alla punizione per adulterio, ma viene convinto in sogno da un angelo a prenderla con sé: così, attraverso Giuseppe, la discendenza di Gesù deriva giuridicamente da Davide, condizione necessaria per provare che il figlio di Maria è il Messia. Il racconto, per essere compreso, presuppone l'uso, tipico dei popoli orientali, del matrimonio 'a tappe': Maria, quando rimane incinta, è già sposa di Giuseppe, quindi già legalmente vincolata, anche se non vive ancora con lui.

Da Betlemme a Nazareth

Essendo Betlemme la città natale di Davide, Matteo e Luca vi collocano il parto di Maria, sempre ai fini del riconoscimento di Gesù come Messia. Tuttavia, poiché Gesù era conosciuto come proveniente da Nazareth, gli evangelisti danno due soluzioni diverse per giustificare lo spostamento da Betlemme a Nazareth.

In Matteo, la famiglia di Gesù risiede a Betlemme e si trasferisce a Nazareth solo dopo la fuga in Egitto, per la paura che Giuseppe nutre nei confronti di Archelao, figlio di Erode, regnante in Giudea. L'inverosimiglianza della spiegazione sta nel fatto che anche in Galilea regnava un figlio di Erode, Erode Antipa.

In Luca, invece, Giuseppe abita a Nazareth e si sposta con Maria a Betlemme, sua città natale, per essere registrato in un censimento; ma anche questo dato, in base agli usi dei Romani, appare inverosimile. Luca, nonostante il sostanziale disinteresse per la figura di Giuseppe, ne inserisce il nome nel resto della sua narrazione, riformulando così la domanda dei concittadini su Gesù: "non è il figlio di Giuseppe?". In questo modo Luca mostra l'intento di saldare le notizie sulla famiglia di Gesù provenienti da fonti diverse.

I 'racconti dell'infanzia' di Matteo e Luca sono concordi, mentre per il resto essi rimontano a tradizioni divergenti l'una dall'altra: per esempio, le loro genealogie assegnano come padre a Giuseppe in un caso Giacobbe e nell'altro Eli.

Giuseppe nei Vangeli apocrifi

Nei Vangeli apocrifi ‒ ai quali la Chiesa non riconosce l'ispirazione divina ‒ questo procedimento di Luca si estende, producendo ricchi sviluppi narrativi su Giuseppe: ciò è dovuto all'estensione della dottrina della verginità di Maria (in Matteo e Luca affermata esplicitamente solo per il concepimento di Gesù) e alla curiosità crescente per i primi anni di vita di Gesù.

Nel Protovangelo di Giacomo (fine 2° secolo) Giuseppe è un vecchio vedovo scelto dai sacerdoti come sposo di Maria a seguito di un evento miracoloso, la fioritura del suo bastone. Nella Storia di Giuseppe falegname (4°-5° secolo) gli vengono assegnati come figli di un primo matrimonio ‒ oltre ai maschi nominati nei Vangeli di Matteo, Marco e Luca ‒ anche due figlie, Assia e Lidia. San Girolamo, nel 4° secolo, non considerando soddisfacente la soluzione della vedovanza di Giuseppe per risolvere la questione dei fratelli di Gesù, si spinse a proclamare vergine anche Giuseppe e a spiegare che i fratelli erano in realtà cugini, perché il termine aramaico sotteso al greco indicherebbe entrambi i gradi di parentela.

Sono stati i papi, in età moderna, a dare il massimo risalto a Giuseppe, nella teologia e nel culto, a partire da Pio IX che nel 1870 lo proclamò patrono della Chiesa universale. Al tardo Medioevo risale l'interesse delle confraternite per il suo ruolo di protettore degli artigiani, sanzionato nel 1956 con la festa di s. Giuseppe lavoratore al 1° maggio. La data del 19 marzo come sua festa principale risale al 15° secolo.

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