Santi di Tito

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Pittore e architetto (Sansepolcro 1536 - Firenze 1603), allievo di A. Bronzino e B. Bandinelli. Il riferimento all'arte fiorentina del primo Cinquecento e l'influsso degli Zuccari furono fondamentali per la sua riforma antimanieristica, che lasciò una forte impronta nell'ambiente artistico fiorentino. Attivo a Roma (1558-64) in palazzo Salviati e in Vaticano (nel Casino di Pio IV e al Belvedere), e poi a Firenze, produsse opere di una singolare tendenza arcaizzante, caratterizzate da semplicità compositiva e da un'intensa e devota religiosità (Cena in Emmaus, 1574, S. Croce; Resurrezione di Lazzaro, 1576, S. Maria Novella; Visione di S. Tommaso, 1593, S. Marco). Un analogo linguaggio esplicitamente antimanieristico informa le opere architettoniche: a Firenze, l'oratorio della confraternita di S. Tommaso d'Aquino (1568-69), molto alterato; palazzo Dardinelli poi Fenzi; palazzo Zanchini (1583 circa). Inoltre, la cappella di S. Michele (1591, Colle di Petrognano in Val d'Elsa), con cupola che riproduce in piccolo quella brunelleschiana di S. Maria del Fiore; il convento di S. Michele alla Doccia (1599) presso Fiesole.

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