BUSSI, Santino

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 15 (1972)

BUSSI, Santino

Ludwig Döry

Figlio di Giovanni Francesco e di Anna Maria Pusterla, nacque a Bissone (Ticino) il 28 ag. 1664 (Brentani, VII, pp. 93 s.). Appartenente alla celebre famiglia di artisti, si dedicò alle decorazioni a stucco: dopo aver lavorato a Milano (dove non restano, però, opere documentate), fu chiamato a Vienna dal principe Eugenio di Savoia. Qui tentò di sottrarsi agli obblighi di corporazione, ma i maestri stuccatori della città di Vienna l'obbligarono a presentare una opera di saggio e a contribuire alla cassa della confraternita (27 sett. 1694). Il 23 apr. 1698 il B. ottenne la cittadinanza viennese; il 31 ag. 1714 fu nominato stuccatore di corte.

Dai registri dei contribuenti risulta che il B. dirigeva una grande impresa. Dato che esigeva compensi elevati, finì per perdere alcune commissioni, come per esempio nel 1722 quella per il palazzo Mirabell a Salisburgo. Tra i suoi committenti furono la corte imperiale, i nobili della corte viennese, l'alto clero (come il vescovo di Breslavia), ricchi monasteri come Klosterneuburg, Melk e Dürnstein. Il suo campo d'attività, oltre a Vienna, comprendeva l'Austria inferiore, la Boemia e la Moravia, e occasionalmente Salisburgo, la Slesia e l'Ungheria.

Dal 1698 alla morte il B. cambiò ripetutamente domicilio nella città; il 23 febbr. 1697 aveva sposato Rosa Visetti; la loro figlia Orsola Eleonora sposò poi Antonio Galli Bibiena; un altro loro figlio, Donato Antonio Innocenzo, fu tenuto a battesimo da Carlo Innocenzo Carlone, il 18 ag. 1716.

Il B. morì a Vienna il 21 febbr. 1736.

Fonti archivistiche confermano l'attribuzione al B. delle seguenti opere: 1695-1704, Vienna, palazzo Liechtenstein (Bankgasse, n. 9); 1698, Vienna, palazzo di città del principe Eugenio (Himmelpfortgasse, n. 8); fine del sec. XVII, Valtice (Feldsberg), chiesa dei francescani (non più esistente); 1702-1705,Vienna, chiesa del monastero di S. Dorotea; 1704-1706, Vienna, pal. (Gartenpalais) Liechtenstein (Liechtensteinstrasse, n. 2); 1713, Salisburgo, palazzo Mirabell; 1719, Hirschstetten, castello Schwarzenberg; 1722-23, Vienna, Belvedere superiore; circa 1723, Breslavia, cappella del principe elettore nel duomo; 1723-24, Dümstein, chiesa abbaziale; 1724, Melk, abbazia; 1728, Vienna, palazzo (Gartenpalais) Schwarzenberg (Schwarzenbergplatz, n. 2); dopo il 1728, Vienna, palazzo (Gartenpalais) Harrach (Ungarngasse, n. 69); prima e dopo il 1729, Klosterneuburg, monastero; dopo il 1730, Vienna, chiesa di S. Pietro (su modelli del genero Antonio Galli Bibiena).

Non è, invece, confermata dalle fonti l'attribuzione, o non è stata chiarita la parte del B., per questi lavori: 1705, Vienna, palazzo Questenberg-Kaunitz; (Johannesgasse, n. 5); 1712, Vienna, palazzo Trautson (Museumstrasse, n. 7); 1715, San Floriano, monastero; 1722-25, 1730, Schlosshof, castello; 1727, Absdorf, chiesa; dopo il 1730, Breitenfurth, cappella del castello; 1732, Bruck a.d. Leitha, castello; senza indicazione di data, Vienna, Hofburg e Schottenstift.

Su basi stilistiche sono stati attribuiti al B. i seguenti lavori di decorazioni a stucco: 1701-1705, castello di Slavkov (Austerlitz); 1710-11, undici stanze del castello di Kolodĕje, presso Praga (si conservano due soffitti); 1715-19, Praga, palazzo Clam-Gallas (dove lavoravano anche il Fiumberti e Rocco Bolla); senza indicazione di data, castello di Eugenio di Savoia a Ráckeve a sud di Budapest.

La notizia del 1871 (Riesenhuber, p. 422) secondo la quale il B. avrebbe lavorato nel 1716 nella chiesa abbaziale di Kladruby, nella Boemia occidentale, è sicuramente dovuta a confusione con Giovanni Santini. Sulla scorta delle fonti della Franconia, è pressoché da escludere che il B. dopo il 1713 abbia lavorato per il castello di Ansbach.

È comunque da appurare se sia da identificarsi con il B. il Santino Bussi operoso nel palazzo Černín, a Praga, intorno al 1690 (K. Tříska, Černínský palác..., Praha 1940, pp. 31, 34, 35) 0 il Giovanni Santino Bossi che nel 1687 fu pagato per stucchi nella cappella di S. Francesco Saverio a Libĕšice in Boemia.

Con Alberto Camesina il B. appartiene al novero dei più importanti stuccatori attivi in Austria nel periodo di splendore seguito alla cacciata dei Turchi dall'Ungheria. "I delicati racemi che compaiono nella decorazione viennese verso il 1700 sono probabilmente una sua creazione: a Vienna, essi si trovano ovunque egli ha lavorato. Questo motivo è largamente adottato anche in seguito dal B. che lo accosta al motivo a nastri da lui usato già in precedenza a tratti isolati e poi, soprattutto, nei lavori per Hildebrandt (Mirabell, Belvedere, Schlosshof)... All'inizio del terzo decennio i racemi si fanno sempre più rari. Gli stucchi della chiesa abbaziale di Dürnstein, condotti sotto la direzione del B., presentano chiari e semplici ornati a nastri sia rettilinei che disposti a spirale, conformi, ormai, a quelli contemporanei di Hildebrandt" (Schwarz). L'attività del B. coincide con il periodo in cui la Francia subentra all'Italia come centro dell'attività artistica europea. Nell'ambito dell'arte del B. ciò significa, da un lato, che all'ornato a foglie di acanto subentrò quello a nastro, dall'altro una riduzione dei lavori a stucco a vantaggio dei rivestimenti in legno intagliato. Ma in Austria, poiché vi erano da decorare grandi e sontuose sale dall'architettura spesso assai elaborata, l'arte dello stucco rimase in auge. In nessun'altra parte d'Europa ebbe tanto successo la decorazione a nastro; ed è assai probabile che il B. abbia avuto un ruolo determinante nella sua introduzione in Austria, dove arrivò fino all'ultimo artista di provincia e resistette straordinariamente a lungo di fronte al diffondersi del rococò. Egli lavorò per costruzioni dei due Fischer von Erlach, di Hildebrandt e di Donato Felice Aglio.

Il fratello CarloAntonio nacque a Bissone il 1º ag. 1658 e sposò, il 6 febbr. 1687, Giovanna Margherita Tencalla, figlia di Carpoforo Cristoforo. Pittore, poco si sa della sua attività: nel 1686 era a Bissone e dipinse alcune parti del coro della chiesa di S. Carpoforo (Brentani, VII, pp. 79, 93 s.). È ampiamente documentata, invece, la sua opera nel duomo di Passavia (Schäffer). Gli affreschi erano stati commissionati a C. Tencalla che per ragioni di salute non era riuscito a portarli a termine. Dopo altri interventi, il 20 apr. 1697 furono assegnati a Carlo Antonio, che per i primi di settembre già aveva finito quattro cappelle laterali del lato nord, e il 12 settembre era incaricato di terminare due cappelle iniziate da M. Rauchmiller e di decorare con diciotto scenette la parete sotto l'organo. Il 7 marzo 1689 gli fu affidata la decorazione della cappella del vescovo principe nella vecchia Residenza, oggi tribunale, sempre a Passavia. Nello stesso anno, il 10, accettava di affrescare la chiesadi S. Egidio a Vöcklabruck, ma il B. non riuscì a portare a termine questo lavoro, perché morì alla fine del mese di luglio del 1690.

AntonioGaetano (nato il 29 ott. 1689), figlio di Carlo Antonio e di Margherita Tencalla, portò a termine i lavori a Klosterneuburg dopo la morte dello zio Santino. Nel 1728 aveva avuto l'incarico, dal conte Esterházy, di eseguire l'altar maggiore della chiesa dei trinitari a Bratislava (Franz).

Fonti e Bibl.: Oltre alla bibl. in U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. 293, si veda: A. Czerny, Kunst und Kunstgewerbe im Stifte St. Florian, Linz 1886, p. 189; K. Drexler, Das Stift Klosterneuburg, Wien 1894, p. 145; A. Haidecki, Die Dynastenfamilien der italienischen Bauund Maurermeister..., in Berichte und Mitteilungen des Altertums-Vereines zu Wien, XXXIX (1906), pp. 26, 37, 54, 59, 60, 77; W. Pauker, Donato Felice von Allio und seine Tätigkeit im Stifte Klosterneuburg, in Beiträge zur Baugeschichte des Stiftes Klosterneuburg, I, Wien-Leipzig 1907, p. 60; F. Wilhehn, Neue Quellen... des... Liechtensteinschen Kunstbesitzes, in Jahrbuch des kunsthistorischen Institutes der k. k. Zentralkommission für Denkmalpflege, V (1911), Beiblatt, pp. 107, 109; M. Zweig, Das Harrachsche Gartengebäude, in Österreichisches Bundesdenkmalamt,Jahrbuch des kunsthistorischen Institutes, XIV (1920), Beiblatt, p. 10; M. Riesenhuber, Die kirchliche Barockkunst in Österreich, Linz 1924, pp. 50, 422; E. von Ybl, Schloss des Prinzen Eugens... in Ráckeve, in Wiener Jahrbuch für Kunstgeschichte, IV (1926), pp. 129 s.; W. Schier, Das Benediktinerstift Melk an der Donau, Wien-Augsburg-Köln 1928, pp. 15 ss., 94; B. Grimschitz, Johann Lucas von Rildebrandts Kirchenbauten, in Wiener Jahrbuch für Kunstgeschichte, VI (1929), pp. 222 s.; L. Bergmeister, in Die Kunstdenkmäler der Stadt Breslau, I, 1, Breslau 1930, p. 159, A. R. Franz, Die wiener Peterskirche,die pressburger Trinitarierkirche und deren Erbauer, in Zeitschrift für Kunstgeschichte, VII (1938), p. 219 (per Antonio Gaetano); L. Sailer, Die Stukkateure, Wien 1943, pp. 15, 19, 29-31, 33, 39, 54-57, 74 s.; L. Brentani, Antichi maestri d'arte e di scuola ticinesi, IV, Como 1944, pp. 384 s.; VII, Lugano 1963, pp. 93 s.; B. Grimschitz, Das Belvedere in Wien, Wien 1946, p. 34; H. Schwarz, Das Bandlwerk, tesi di laurea, Wien 1950, pp. 136 ss.; H. Sedlmayr, Johann Bernhard Fischer von Erlach, Wien-München 1956, pp. 183, 205; B. Grimschitz, J.L. von Hildebrandt, Wien-München 1959, pp. 51, 64, 106, 117 s.; Prinz Eugen als Freund der Künste und Wissenschaften (catal.), Wien 1963-64, pp. 10, 13; O. J. Blažíček, Das Werk der lombardischen und tessiner Stuckateure in der Tschechoslowakei, in Arte e artisti dei laghi lombardi, II, Como 1964, pp. 121 s., 325, 327-30; M. G. Aggházy, Stuccatori... in Arte lombarda, X (1965), 1, p. 102; G. Schäffer, Der Freskomaler C. A. Bussi..., in Arte lombarda, XI (1966), 2, pp. 177-182; O. J. Blažíček, Barockkunst in Böhmen, Praha 1967, pp. 46, 113; Sztuka Wrocławia, Wrocław-Warszawa-Kraków 1967, p. 311; J. Neumann, Das böhmische Barock, Praha 1970, p. 92.

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