Alessandro, santo

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Tra i numerosissimi santi di questo nome, vanno ricordati:

1. A. abate o acemeta. - Educato a Costantinopoli (m. Gomon 430 circa), asceta (380 circa) in Siria, evangelizzò la Mesopotamia fondando un grande monastero sull'Eufrate. Tornato poi, dopo un soggiorno ad Antiochia, a Costantinopoli, vi fondò la comunità degli acemeti, attirando a sé, per la novità e la serietà della regola, numerosi monaci di altri conventi, ma anche rimostranze e persecuzioni da parte delle autorità, che infine lo costrinsero a trasferirsi altrove; fondò allora un monastero a Gomon, sulla riva asiatica del Bosforo. Santo secondo fonti slave (23 febbr. o 3 luglio) e i bollandisti (15 genn.).

2. A. patriarca di Alessandria (n. 250 circa - m. 326). - Succedette ad Achilla (312); quando Ario diffuse i suoi errori (318 o 319), lo combatté convocando un concilio, scrivendo a molti vescovi (2 lettere conservate), e ottenendo da papa Silvestro l'invio in Oriente di un legato (Osio di Cordova) con l'incarico di risolvere la grave controversia. Quando poi Costantino, preoccupato della situazione che si era venuta creando, decise la convocazione del Concilio di Nicea, A., nonostante la sua tarda età, vi partecipò, assistendo così alla condanna definitiva di Ario e inoltre al riconoscimento dell'autorità patriarcale su tutto l'Egitto e la Libia al seggio vescovile di Alessandria. Morì poco dopo il ritorno nella sua sede. Festa, per i latini 26 febbraio, per i bizantini 29 maggio.

3. A. martire a Baccano sotto Antonino. - Ne ritrovò la tomba, in una villa di Pescennio Nigro poi di Settimio Severo, G. B. de Rossi (1875); se ne ha la leggenda in 3 versioni; festa (nel Martirologio di Adone), 26 novembre.

4. A. martire di Bergamo. - Nei pressi di Bergamo (a Fara) Autari gli eresse una chiesa (585); se ne ha la leggenda in 3 versioni; festa, 26 agosto; probabilmente identico con il santo, detto vescovo, venerato a Brescia lo stesso giorno.

5. A. di Comana, o il carbonaio (sec. 3º). - Esercitava quel mestiere per ascetismo; fu da s. Gregorio Taumaturgo riconosciuto degno dell'episcopato, in Comana, sul Ponto; martire sotto Decio o Aureliano, festa 11 agosto. Patrono dei carbonai.

6. A. di Costantinopoli (o di Bisanzio). - Vescovo, consacrato circa il 313 (m. 336 circa); avvertito da A. di Alessandria, combatté Ario; si dice che quando Costantino gl'impose di ricever questo nella sua chiesa pregò Dio di mostrare chi fosse in errore, e Ario morì repentinamente. Festa, per i latini 28 agosto, per i bizantini il 31.

7. A. di Fiesole. - Vescovo (m. probabilmente tra l'823 e l'826); recatosi dall'imperatore Lotario, a Pavia, per riavere i beni della sua chiesa di cui era stato spogliato da nobili locali, sulla via del ritorno fu dai suoi nemici affogato nel Reno, presso Bologna; venerato come martire e patrono della diocesi, il 6 giugno.

8. A. di Gerusalemme. - Originario d'Asia minore, martire nella persecuzione di Decio (250); studiò nel Didaskalèion d'Alessandria, fu vescovo d'una città di Cappadocia (secondo fonti posteriori, di Flavias in Cilicia); imprigionato sotto Settimio Severo; recatosi a Gerusalemme vi fu coadiutore, poi successore del vescovo Narciso (222); accolse Origene e lo difese; fondò la grande biblioteca poi usata da Eusebio di Cesarea; festa, per i latini 18 marzo, per i bizantini 12 dicembre.

9. A. I papa: v. Alessandro I papa, santo.

10. A. martire a Roma, con Marziale e Vitale. - Dati dalla tradizione come figli di s. Felicita; ricordati nella Depositio martyrum del Cronografo del 354 e sepolti nel cimitero dei Giordani, sulla via Salaria; festa 10 luglio.

11. A. martire a Roma, con Evenzio e Teodulo. - Sepolto col primo al 7º miglio della via Nomentana (Sant'Alessandro) ove furono edificati (fine del sec. 4º) due piccoli santuari, poi uniti e ampliati in un importante complesso monumentale (ritrovato, 1854; restaurato, 1936); non va confuso con il papa A. I, come nel Liber Pontificalis e nella Passio, che divergono su punti importanti, pur attestando un'unica tradizione.

12. A. Sauli. - Barnabita (Milano 1534 - Calosso, Asti, 1592); di nobile famiglia genovese, studiò a Pavia e a Milano, entrando poi (1554) fra i chierici regolari di s. Paolo (detti più tardi barnabiti); ordinato sacerdote (1556), esercitò (1557-67) a Pavia il ministero sacerdotale e l'insegnamento nelle scuole del suo ordine; generale dell'ordine (1567), resistette a s. Carlo Borromeo, suo amico, e a s. Pio V, rifiutando l'unione con gli Umiliati; vescovo di Aleria (1570) nella Corsica, vi riorganizzò la vita religiosa, soccorse miseri e appestati (1580); strinse amicizia a Roma (1572) con s. Filippo Neri; rifiutato il trasferimento come coadiutore, con diritto di successione, nella diocesi di Genova, dovette però accettare, più tardi (1591), la diocesi di Pavia; scrisse di catechesi e diritto canonico; beatificato nel 1743, canonizzato nel 1904, festa 11 ottobre.

13. A. di Verona. - Vescovo, di epoca incerta; festa 4 giugno.

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