EUTICHIANO, santo

Enciclopedia dei Papi (2000)

Eutichiano, santo

Giovanni Maria Vian

La notizia del Liber pontificalis (I, nr. 28, pp. 159-60) lo definisce d'origine toscana, figlio di un Marino, e precisa la sua provenienza dalla città di Luni. Fu il successore di Felice, ma discordanti sono i dati delle fonti antiche sulla durata del suo pontificato: mentre Eusebio (Historia ecclesiastica VII, 32, 1) parla di meno di dieci mesi, il Catalogo Liberiano (la lista dei papi fino a Liberio che fa parte del Cronografo del 354 ed è utilizzata dal Liber pontificalis) assegna al suo episcopato una durata di otto anni, undici mesi e tre giorni durante l'impero di Aureliano, dal consolato di Aureliano (il terzo) e di Marcellino fino al 7 dicembre di quello di Caro (il secondo) e di Carino, quindi tra il 4 gennaio 275 e il 7 dicembre 283 (diversa è la durata proposta da C.H. Turner); il Liber pontificalis indica tuttavia una durata di un anno, un mese e un giorno, fino al 13 dicembre, ma riproduce gli stessi dati dei consolati, assegna a E., contraddicendosi, cinque ordinazioni annuali (di quattordici presbiteri, cinque diaconi e cinque vescovi), notizia invece compatibile con la cronologia del Catalogo Liberiano, e indica, con un'ulteriore contraddizione, il 25 luglio come data della sua sepoltura, localizzata nel cimitero di Callisto. Questa localizzazione concorda tuttavia con quella della Depositio episcoporum (l'affidabile calendario liturgico romano contenuto nel Cronografo del 354), che indica come data l'8 dicembre (data coincidente con quella del Martyrologium Hieronymianum, risalente al V secolo), ed effettivamente nella catacomba di Callisto G.B. de Rossi ritrovò e ricostruì un frammento del suo epitaffio, in greco, pubblicato per la prima volta nel secondo volume della sua opera più celebre (La Roma sotterranea cristiana, Roma 1867, pp. 70-2; cfr. anche Inscriptiones Christianae urbis Romae. Nova series, IV, a cura di G.B. de Rossi-A. Ferrua, In Civitate Vaticana 1964, nr. 10616, p. 186): "ΕϒΤϒΧΙΑΝΟΣ ΕΠΙΣ[ΚΟΠΟΣ]". Nell'epitaffio la quinta lettera greca chi (Χ) è in verità, data la presenza di un tratto verticale passante sull'incrocio dei bracci, un segno composito, assimilabile al noto monogramma cristologico decussato, composto dalla sovrapposizione delle lettere greche iota e chi, iniziali di 'Ι(ησοῦϚ) Χ(ριστὸϚ). Il forte accostamento di questo presunto monogramma cristologico alla precedente ϒ, iniziale della parola greca ὑγίεια (= salute, salvezza), ha fatto ipotizzare (M. Guarducci) una voluta "allusione cifrata" al concetto di Gesù Cristo Salvatore. In questa presunta voluta combinazione di lettere è forse più semplice riconoscere il risultato di una correzione di un banale errore del lapicida, tanto più che un analogo forte accostamento tra le lettere si presenta anche tra la prima ϒ ed il successivo tau. La presenza di E. nel cimitero di Callisto, ultimo papa ad essere tumulato nella cripta dei papi, è confermata anche dalla grande lastra marmorea collocata da Sisto III sul lato interno della parete d'ingresso della cripta, recante i nomi dei vescovi, anche di alcuni non romani, sepolti nell'intero cimitero callistiano (Inscriptiones Christianae, nr. 9516: "Xystus Dionysius Stephanus Urbanus / Cornelius Felix Lucius Manno / Pontianus Eutychianus Anteros Numidianus / Fabianus Gaius Laudiceus Iulianus / Eusebius Miltiades Polycarpus Optatus". Praticamente nulla si sa né della vita né del pontificato di E. al di là della notizia del Liber pontificalis. Oltre i dati già esaminati, questa gli attribuisce un provvedimento liturgico, e cioè la benedizione delle fave e dell'uva, e afferma che E. seppellì personalmente trecentoquarantadue martiri in diverse località; la seconda redazione del Liber pontificalis fa risalire a E. anche un altro provvedimento di carattere liturgico, che i martiri dovessero essere sepolti con vesti liturgiche, e sostiene che il papa morì martire. Quest'ultima notizia appare senza fondamento sia per la presenza nella Depositio episcoporum, come già s'è detto, del nome di E. (che è invece assente nell'altro antico calendario liturgico romano, la Depositio martyrum) sia perché non si hanno notizie di persecuzioni nel periodo del suo pontificato, circostanza che rende poco credibile anche la notizia relativa al seppellimento dei trecentoquarantadue martiri.

In proposito L. Duchesne ricorda solo che nella basilica di S. Silvestro sulla via Salaria si venerava nel VII secolo una tomba di trecentosessantadue (numero che appare come variante nella notizia su E. del Liber pontificalis) o trecentosessantacinque martiri, anche se nessuna tradizione li connette con E. e in definitiva questa informazione resta isolata. Oscura rimane anche la disposizione relativa alla sepoltura dei martiri. Per quanto riguarda invece la benedizione durante la messa delle fave (un cibo molto diffuso tra le antiche popolazioni italiche e per lungo tempo considerato sacro) e dell'uva, quest'uso liturgico è confermato dai più antichi sacramentari romani, il gelasiano e il gregoriano (che risalgono rispettivamente al VI e al VII secolo).

A E. sono falsamente attribuite nelle decretali pseudoisidoriane (raccolte altomedievali di testi giuridici attribuiti ai papi antichi) e in altre collezioni canonistiche più tarde una dozzina di lettere di vario contenuto (dottrinale, giuridico, liturgico) indicate nella seconda edizione dei Regesta Pontificum Romanorum, a cura di Ph. Jaffé-G. Wattenbach-S. Loewenfeld-F. Kaltenbrunner-P. Ewald, I, Lipsiae 1885, pp. 24-5. Le reliquie di E. furono donate da Innocenzo X a Filippo Casoni, di una nobile famiglia di Sarzana (diocesi allora unita a Luni), che, nominato nel 1651 vescovo di Borgo San Donnino, le affidò al fratello Niccolò; dopo la morte (1659) del vescovo, il fratello le donò nel 1669 al capitolo del duomo di Sarzana, dove sono conservate. Il culto di s. Eutichiano è diffuso soprattutto nell'antica diocesi di Luni (ora denominata La Spezia-Sarzana-Brugnato). Nell'edizione del 1922 del Martyrologium Romanum la celebrazione della sua memoria liturgica dall'8 dicembre è stata spostata al 7 dicembre.

fonti e bibliografia

Le Liber pontificalis, a cura di L. Duchesne, I, Paris 1886, pp. 6-7, 10, 70-1, 159-60; III, a cura di C. Vogel, ivi 1957, p. 75.

Eusebio di Cesarea, Historia ecclesiastica VII, 32, 1, a cura di E. Schwartz, Leipzig 1908 (Die Griechischen Christlichen Schriftsteller. Eusebius Werke, II, 2), p. 716.

Sugli aspetti agiografici v.:

Propylaeum ad Acta Sanctorum Maii, Antverpiae 1742, p. 120.

H. Delehaye, Commentarius perpetuus in Martyrologium Hieronymianum [...], in Acta Sanctorum Novembris [...], II, pars posterior, Bruxellis 1931, pp. 395-96, 638-39.

Martyrologium Romanum [...] scholiis historicis instructum, in Propylaeum ad Acta Sanctorum Decembris, ivi 1940, pp. 571-72.

Bibliotheca Hagiographica Latina [...], Novum Supplementum, a cura di H. Fros, ivi 1986, p. 318.

Tra gli altri studi si ricordano:

A Dictionary of Christian Biography, II, London 1880, s.v., p. 412.

F. Podestà, S. Eutichiano papa, Firenze 1916.

C.H. Turner, The Papal Chronology of the Third Century, "The Journal of Theological Studies", 17, 1916, p. 350.

G. Sforza, La patria di papa Eutichiano, "Atti della Reale Accademia delle Scienze di Torino", 55, 1920, pp. 539-48.

Codice topografico della città di Roma, a cura di R. Valentini-G. Zucchetti, II, Roma 1942 (Fonti per la Storia d'Italia, 88).

Catholicisme, IV, Paris 1956, s.v., col. 740; Biographisch-bibliographisches Kirchenlexikon, I, Hamm 1975, s.v., col. 1574.

C. Bonfigli, Il primo papa ligure, "Bollettino Ecclesiastico di La Spezia", 45, 1975, pp. 212-19.

M. Guarducci, Epigrafia greca, IV, Epigrafi sacre pagane e cristiane, Roma 1978, pp. 547-49.

J.N.D. Kelly, The Oxford Dictionary of Popes, Oxford-New York 1986, s.v., pp. 23-4.

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