TELESFORO, santo

Enciclopedia dei Papi (2000)

TELESFORO, santo

Francesco Scorza Barcellona

Tra i vescovi di Roma citati nella sua lista, Ireneo di Lione ricorda solo di T. che "rese gloriosamente la testimonianza", cioè che morì martire. Eusebio di Cesarea pone nel 128 gli inizi del suo episcopato, durato undici anni (Historia ecclesiastica IV, 5, 5; Chronicon, ad a. 128) e che si sarebbe concluso nel 138 (Historia ecclesiastica IV, 10; Chronicon, ad a. 138). Al seguito di Ireneo, Eusebio ricorda il suo martirio, e anche che T. fu uno dei predecessori di Vittore nella Sede romana che, pur non celebrando la Pasqua secondo il calendario giudaico il 14 di nis¯an, mantenne la pace con le comunità che si attenevano a quella tradizione senza imporre la propria (Historia ecclesiastica V, 6, 4; 24, 14). La durata di undici anni per il suo episcopato (Eusebio, ibid. IV, 10 afferma che nel 138 T. era nel ventesimo anno della sua carica) è attestata anche nel Catalogo Liberiano (undici anni, tre mesi e tre giorni), dal 127 al 137. Il Liber pontificalis, nr. 9, aggiunge una serie di notizie, come al solito non accertabili e verosimilmente fantasiose: T. sarebbe stato precedentemente un anacoreta, avrebbe proceduto a quattro ordinazioni per un totale di dodici presbiteri, otto diaconi e tredici vescovi, sarebbe morto martire e sarebbe stato sepolto nel cimitero vaticano presso s. Pietro il 2 gennaio, e alla sua morte sarebbe seguito un periodo di sede vacante di sette giorni. In particolare a T. sono attribuite alcune disposizioni disciplinari e liturgiche relative al digiuno prepasquale di sette settimane, alla messa notturna del Natale e alla introduzione del canto del Gloria nella messa. La notizia sul martirio di T. lo accomuna a quanto il Liber pontificalis afferma di molti papi anteriori a Silvestro I, ma di fatto si trova a coincidere con la testimonianza di Ireneo, più antica e da prendersi in considerazione per la sua eccezionalità nella lista del vescovo di Lione. Relativamente al digiuno prepasquale di sette settimane, una pratica di tale estensione non è attestata prima del sec. IV in Oriente, mentre si sa che a Roma tra i secc. V e VI si osservava un digiuno prepasquale di sei settimane. È dunque probabile che il provvedimento attribuito a T. sia da intendere come il tentativo di imporre, all'epoca della composizione del Liber pontificalis, una disciplina più austera in proposito. Quanto alla celebrazione della messa notturna del Natale, benché quella del Liber pontificalis costituisca la testimonianza più antica di questo uso, tale provvedimento risulta anacronistico per quest'epoca, perché l'introduzione della festa del Natale non è anteriore al sec. IV. Per quel che concerne l'introduzione del canto del Gloria durante la messa, conviene osservare che nella prima redazione del Liber pontificalis, come si ricostruisce dai compendi feliciano e cononiano, la disposizione era limitata alla sola messa del Natale, evidentemente a differenza dall'uso di cantarlo la domenica e nelle feste dei martiri introdotto da papa Simmaco (cfr. Le Liber pontificalis, p. 263). In ogni caso non si hanno testimonianze del Gloria anteriori al IV secolo, e un intervento in proposito di T. non può corrispondere a un dato reale. A T. è poi attribuita una delle decretali pseudoisidoriane. L'antica tradizione carmelitana, che pretendeva di far risalire le origini dell'Ordine al profeta Elia, annoverava tra i suoi adepti T., per la fama di anacoreta che gli veniva dalla notizia del Liber pontificalis. Nei martirologi la commemorazione di T. compare a partire da quello di Floro, il quale la pose alla data del 5 gennaio, identificando il vescovo romano con un omonimo martire africano ricordato a quella data nel Martyrologium Hieronymianum: come tale passò nel Martyrologium Romanum, ma il Calendarium Romanum del 1969 la espunge in quanto non attestata, relativamente al vescovo di Roma, nel Martyrologium Hieronymianum. Fonti e Bibl.: Ireneo di Lione, Adversus haereses III, 3, 3, a cura di A. Rousseau-L. Doutreleau, Paris 1974 (Sources Chrétiennes, 211), pp. 36-8; Eusebio di Cesarea, Historia ecclesiastica IV, 5, 5; 10; V, 6, 4; 24, 14, a cura di E. Schwartz, Leipzig 1903 (Die Griechischen Christlichen Schriftsteller. Eusebius Werke, II, 1), pp. 306, 320, 438, 494-95; Id., Chro-nicon, ad aa. 128, 138, a cura di R. Helm, Berlin 1956 (Die Griechischen Christlichen Schriftsteller. Eusebius Werke, VII), pp. 199, 202; Le Liber pontificalis, a cura di L. Duchesne, I, Paris 1886, pp. 56-7, 129, 263; Catalogo Liberiano, ibid., pp. 2-3; Martyrologium di Floro, in Édition pratique des Martyrologes de Bède, de l'Anonyme Lyonnais et de Florus, a cura di J. Dubois-G. Renaud, ivi 1976, p. 8; Martyrologium Romanum [...] scholiis historicis instructum, in Propylaeum ad Acta Sanctorum Decembris, Bruxellis 1940, p. 7; Calendarium Romanum ex decreto sacrosancti oecumenici concilii Vaticani II instauratum auctoritate Pauli PP. VI promulgatum, In Civitate Vaticana 1969, p. 112. Fonti agiografiche: Bibliotheca Hagiographica Latina [...], II, Bruxellis 1900-01, p. 1158. Decretali attribuite a T.: P. Hinschius, Decretales pseudo-Isidorianae et Capitula Angilramni [...], Lipsiae 1863, pp. 109-12. Studi: Ecclesiastica Historia [...] per aliquot studiosos et pios viros in urbe Magdeburgica, Centuria II, Caput X, Basileae 1562, col. 212; C. Baronio, Annales ecclesiastici, II, Romae 1590, pp. 98, 121; Acta Sanctorum [...], Ianuarii, I, Antverpiae 1643, pp. 236-40; [L.-S.] Lenain de Tillemont, Mémoires pour servir à l'histoire ecclésiastique des six premiers siècles, t. II, Venise 1732, pp. 251-52, 600. A Dictionary of Christian Biography, IV, London 1887, s.v., p. 816; Vies des Saints et des Bienheureux, I, Paris 1935, s.v., pp. 92-3; E.C., XI, s.v., col. 1872; N. Del Re, Telesforo, in B.S., XII, coll. 188-89; Lexikon für Theologie und Kirche, IX, Freiburg 1964², s.v., col. 625; New Catholic Encyclopaedia, XIII, Washington 1967, s.v., p. 982; Lexikon der christlichen Ikonographie, VIII, Rom 1976, s.v., col. 422; Biographisch-bibliographisches Kirchenlexikon, XI, Herzberg 1996, s.v., col. 625; Il grande libro dei Santi. Dizionario enciclopedico, III, Cinisello Balsamo 1998, s.v., p. 1834.

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