DALLA ROSA, Saverio

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 32 (1986)

DALLA ROSA, Saverio

Giovanna Baldissin Molli

Figlio di Nicola e di Felice Cignaroli (Brenzoni, 1972), nacque a Verona il 1°giugno 1745 da una modesta famiglia, veronese da generazioni. Egli stesso, per nobilitare le proprie origini, elaborò una falsa genealogia (Romanelli, 1974) accolta da Zannandreis (1831-34), Pighi (1908) e Trecca (1912); fu però smentita da Brenzoni (1935), con la pubblicazione dell'esatto albero genealogico del pittore. Personalità di spicco nel mondo culturale veneto, pittore, incisore, architetto, artefice della fondazione della Pinacoteca veronese, visse e operò a Verona; si sposò il 13 luglio 1777 con Angela Malfatti Verità e un suo figlio, Domenico Giuseppe, divenne pittore come lui (Brenzoni, 1972).

Dopo una prima educazione umanistica, il D. fu avviato alla pittura dallo zio materno, il pittore Giambettino Cignaroli e a 17 anni disegnò in controparte, per una incisione non più reperibile, una Madonna di Raffaello - forse la Bella giardiniera - (Trecca, 1912; il disegno, conservato nella collezione veronese Monga, è andato disperso). Il Cignaroli lasciò una impronta duratura nella pittura del D., orientata verso un ideale classicistico, il cui sbocco naturale sarà l'arte neoclassica.

Questo influsso accademico è presente fin nelle prime opere, come La Vergine col Bambino e santi (1772) nella parrocchiale di S. Michele Extra a Verona, dove le scene sono impostate con contrapposizioni di piani scanditi secondo schemi di ascendenza cignaroliana, ma il segno e più fluido, la pennellata più rapida e leggera, e il chiaroscuro sciolto unifica il racconto. La produzione devozionale del D., spesso "firmata" con una rosa, si trova oggi essenzialmente divisa tra Verona, la provincia veronese e quella bergamasca (per il catalogo cfr. Brenzoni, 1972; Romanelli, 1974; Marchini, 1981 e, meglio, Lacquaniti, 1978 e 1979). Secondo De Boni (1840) il D. operò in Russia per vent'anni, ma tale notizia sembra priva di fondamento, mentre Zannandreis (1831-34) scrive che l'esposizione del Martirio di s. Stefano all'Accademia Clementina di Bologna, prima che l'opera venisse spedita al collegio dei gesuiti di Polotosk, (Vitebsk), assicurò al pittore l'associazione all'Accademia bolognese; dagli Atti risulta in effetti che egli ne divenne socio onorario il 31 genn. 1796.

Nella pittura a carattere sacro il D. mantiene sostanzialmente immutati gli impianti compositivi, caratterizzati da elementi semplificatis didascalici e di facile pietismo (Flores D'Arcais, 1980), come nel S. Tommaso che predice l'andata nelle Indie di s. Francesco Saverio, del 1782 (Verona, palazzo Forti, deposito del Museo di Castelvecchio) o nell'Immacolata del 1783 (Verona, cappella del seminario). Di impianto più rigido è l'ultima opera sacra datata (1816), La cattedra di s. Pietro nella parrocchiale di Valeggio sul Mincio.

Il processo di adesione al neoclassicismo si può seguire meglio nella serie dei ritratti. Di gusto più aulico sono quelli dei Vescovo Elodi e dei Vescovo Giustiniani (1770 c.; Verona, sacrestia di S. Luca) e quello di Angela Guggerotti Fracastoro (1771; disperso), mentre già nei due ritratti con i Componenti della famiglia Orti Manara (1795; Verona, coll. privata) c'è un'attenzione precisa ai particolari e un notevole rigore d'impostazione. Queste caratteristiche si possono riscontrare anche nel gruppo di dieci incisioni con personaggi celebri (uno è ignoto), realizzate da vari artisti su disegni del Dalla Rosa. Altre due incisioni, la copia del Gesù bambino del Mantegna, già nel chiostro di S. Zeno e oggi perduto, e una Finestra toscana, vennero realizzate dallo stesso D. che fornì il disegno anche per l'incisione tratta dal suo dipinto raffigurante S. Gaetano da Thiege, nella chiesa veronese dei SS. Nazaro e Celso. Tutte le incisioni sono conservate nella Biblioteca civica di Verona.

Il D. si occupò anche di architettura, per quanto nessuno dei suoi progetti sia stato effettivamente realizzato.

Alcuni (Verona: campanile di S. Giorgio, campanile per la porta di S. Giorgio e la porta Vescovo, orologio in piazza Bra, progetto per un settore di piazza delle Erbe) sono ricordati dallo stesso autore nel suo Progetto per una rotonda pel mercato delle biade in Piazza della Bra in Verona (pubblicato a Verona nel 1819). Altri due progetti, inediti, improntati allo spirito neoclassico, sono inseriti nell'opuscolo manoscritto del D. contenente il Piano economico per l'Accademia pubblica di pittura e scultura (1805), conservato nella Biblioteca civica di Verona (ms. 2723, Belle Arti, CVII, 5-168, 6; cfr. Lacquaniti, 1978): si tratta del Progetto per il Cimitero nuovo in Verona e del Progetto per un passeggio pubblico interno, Sogno. Probabilmente già il pittore, aggiungendo il termine "sogno", si rese conto dell'impossibilità di una pratica attuazione, soprattutto a causa dei costi altissimi.

Notevolissimo fu l'impegno del D. per la promozione dell'Accademia veronese di pittura e scultura, della quale fu direttore fin dal 24 nov. 1805, e nel Piano economico... presentò una serie di suggerimenti per migliorare l'insegnamento. Ma soprattutto fu rilevante l'impegno dell'artista nella salvaguardia del patrimonio artistico veronese all'epoca delle soppressioni napoleoniche per impedire la dispersione dei dipinti. Nel 1807 il viceré autorizzò la nomina di una commissione con l'incarico di formare una pinacoteca pubblica. Di questa commissione fecero parte Angelo Da Campo, il D. e Gaetano Cignaroli, che scelsero un gruppo di quadri tra i settemila incamerati dal demanio. Il 26 ott. 1812 furono consegnati al podestà 197 pezzi e il D. venne nominato custode della Pinacoteca, che ebbe la sua prima sede in alcune sale del palazzo del Consiglio (per una puntuale ricostruzione della formazione della Pinacoteca cfr. Lacquaniti, in S. D. ..., 1979). Inoltre nel 1801 fece parte della Commissione sopra i monasteri, istituita per inventariarne i beni, e nel 1816 della Commissione municipale per l'ornato, sorta con lo scopo di regolamentare l'edilizia cittadina e di tutelare i monumenti. Grazie anche a queste cariche pubbliche il D. acquisì una profonda conoscenza delle cose artistiche veronesi, fu un diligente ed accurato catalogatore, e le sue opere, ancora in parte manoscritte, sono tuttora uno strumento indispensabile per controllare o ricostruire l'entità del patrimonio artistico veronese. Oltre ad articoli pubblicati nei Diari veronesi (editi dagli eredi Moroni, 1796, 1809, 1810, 1811, 1812), fondamentale è il Catastico delle pitture e scolture esistenti nelle chiese e luoghi pubblici di Verona, alla destra e alla sinistra dell'Adige (1803-1804; Verona, Bibl. civica, ms. 1008); ad esso seguirà, nel 1806, L'esatto catalogo delle pitture e scolture di pregio esistenti in Verona ne' conventi e nelle chiese che vanno ad essere soppresse e chiuse... (Ibid., ms. 2180 - 168,7 - 28/4), e dopo il 1807, le Pitture e scolture ed architetture... le quali si riscontrano nelle chiese matrici della città di Verona (Verona, Biblioteca di Castelvecchio, VR X N. 1.17). Inedito è anche l'Inventario de' modelli lasciati dal celebre Giambettino Cignaroli... del 12 ottobre 1798 (Ibid., VR XII Q.1.CIG), mentre è stato pubblicato da L. Franzoni (1970) l'Inventario con stima delli quadri che formavano un tempo la Galleria della nob. famiglia Bevilacqua..., del 10 dic. 1805. Degna d'interesse per valutare il pittore anche come critico è la Relazione sull'attività del Mantegna in Verona (Schweikhart, 1973), dove analizza e sfronda da attribuzioni infondate l'attività del pittore a Verona. L'ultimo scritto di questo versatile personaggio è il Discorsosopra l'origine dell'Anfiteatro di Verona (Verona 1821), dove il D. accoglie l'ipotesi dell'origine etrusca dell'anfiteatro, del quale, insieme ad altri, aveva finanziato gli scavi (Marchini, Antiquari e collez. ..., 1972).

Il D. morì a Verona il 7 dic. 1821.

Fonti e Bibl.: Bologna, Accad. di belle arti, Proseguimento degli Atti dell'Accademia Clementina dall'anno 1789 fino all'anno 1804 a tutto Gennaro, p. 282; G. B. Da Persico, Descriz. di Verona e la sua provincia, Verona 1820, I, pp. 185, 223, 238; II, p. 44; D. Zannandreis, Le vite dei pittori, scultori e architetti veronesi [1831-34], a cura di G. Biadego, Verona 1891, pp. 490 ss.; F. De Boni, Biogr. degli artisti, Venezia 1840, p. 881; A. Pighi, Una ignota notizia sul pittore S. D., in Madonna Verona, II (1908), pp. 119-26; Id., L'arco o porta del Ponte Nani descritto dal Pittore S. D., ibid., III (1909), pp. 144-48; G. Trecca, S. D., ibid., VI (1912), pp. 131-37; R. Brenzoni, Un ritratto di S. D. e note biogr. sull'artista, in Per l'arte sacra, XII (1935), pp. non num.; Id., in U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XXVIII, Leipzig 1938, pp. 596 s. (s. v. Rosa, Saverio Dalla; con bibliografia precedente); A. E. Kessler, L'Accademia Cignaroli e scuola Brenzoni, mostra di due secoli, 1750-1950... (catal.), Verona 1950, pp. 7, 13 s.; R. Brenzoni, Il ritratto di W. A. Mozart... attribuibile -al Pittore S. D., in Studi storici veronesi L. Simeoni, Verona 1954, V, pp. 173-76; C. Donzelli, Ipittori veneti del Settecento, Firenze 1957, pp. 78 s.; L. Franzoni, Per una storia del collezionismo. La Gall. Bevilacqua, Milano 1970, pp. 173-78; R. Brenzoni, Diz. di artisti veneti, Firenze 1972, pp. 108 ss. (con bibl. precedente); G. P. Marchini, Antiquari e collez. archeologiche dell'Ottocento veronese, Verona 1972, pp. 21, 25, 44, 68, 94; Id., La chiesa dei SS. Siro e Libera al teatro romano dopo il... (25 luglio 1806), in Vita veronese, XXV (1972), pp. 321-40; G. Schweikhart, S. D. schreibt über die Arbeiten des A. Mantegna in Verona…, in Scritti in on. di mons. G. Turrini, Verona 1973, pp. 781-95; G. Romanelli, in Maestri della pittura veronese, Verona 1974, pp. 419-24 (con bibl. precedente); P. Brugnoli, Il Museo del Capitolo canonicale del duomo di Verona, in Vita veronese, XXIX (1976), p. 190; M. Lacquaniti, Una tela poco nota di S. D. ecenni sui vari aspetti dell'attività artistica dell'autore, ibid., XXXI (1978), pp. 268-73; G . Romanelli-P. Morachiello, Verona dalla metà del sec. XVIII alla fine del XIX, in Ritratto di Verona, Verona 1978, pp. 121, 421, 423, 444 s., 467, 470; M. Lacquaniti, Due tele pressoché sconosciute di S. D., in Arte veneta, XXXIII (1979), pp. 155 s.; Id., S. D. e le vicende della vagabonda veronese Pinacoteca…, in Progetto per un museo secondo (catalogo), Verona 1979, pp. 119-29; S. Marinelli, S. Tommaso predice l'andata nelle Indie di s. Francesco Saverio, ibid., p. 107; G. P. Marchini, I Musei civici, in Cultura e vita civile a Verona, Verona 1979, pp. 532-36; R. Pallucchini, Mostre a Verona, in Arte venera, XXXIII (1979), p. 108; F. Flores D'Arcals, La pittura nelle chiese e nei monasteri di Verona, in Chiese e monasteri a Verona, Verona 1980, p. 528; G. P. Marchini, Per un catastico delle pitture e delle sculture nelle chiese del territorio veronese, in Chiese e monasteri del territorio di Verona, Verona 1981, ad Ind. (con bibliografia relativa ad ogni opera citata del Dalla Rosa).

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