SCANDIANO

Enciclopedia Italiana (1936)

SCANDIANO (A. T., 24-25-26)

Mario LONGHENA
Luigi SIMEONI
Domenico FAVA

Piccola città della provincia di Reggio Emilia, sul Tresinaro (affluente del Secchia), a 13 km. da Reggio e a 95 m. s. m. L'antico borgo sorse attorno alla rocca dei Fogliani, che è il principale monumento di Scandiano. Solo ai giorni nostri ha raggiunto notevole sviluppo. Ha un'ampia piazza, di forma rettangolare, cinta da portici, in mezzo alla quale sorge la statua a Lazzaro Spallanzani; un corso, il corso Vallisneri, che va alla stazione. Vi sono inoltre due chiese, quella di S. Giuseppe e la parrocchiale di S. Maria, situata di fronte alla rocca. La sua popolazione, nel 1931, era di 2584 ab. Il comune, tutto in dolci colline, è ampio 49,86 kmq. e produce vini delicati e profumati. Presso Scandiano è un importante stabilimento che produce calce e gesso (a Cà de' Caroli). La popolazione, divisa in 12 frazioni, più sparsa che raccolta (6142 ab. accentrati e 7027 sparsi) era di 12.544 ab. nel 1921, e di 13.169 nel 1931. È stazione della ferrovia Guastalla-Reggio-Sassuolo.

Storia. - Scandiano è già ricordata nel 1210 e posseduta fin dal sec. XIII dai Fogliani che vi eressero un castello e ne fecero come la capitale dei vasti feudi che possedevano intorno. Nel 1343 vi si rifugiò il 23 febbraio il Petrarca per salvarsi da una imboscata. Fu più tardi tenuta dagli Estensi, anche quando Reggio era sotto il dominio dei Gonzaga e poi dei Visconti; nel 1387 fu da essi restituita ai Fogliani, ma poi di nuovo tolta loro per darla a Feltrino Boiardo in cambio di Rubiera, necessaria agli Estensi per le comunicazioni tra Modena e Reggio; da Giovanni figlio di Feltrino, nacque nel 1434 a Scandiano il poeta Matteo Maria. Dai Boiardo, estinti nel 1553, Scandiano passò nei Thiene poi nei Bentivoglio, per tornare nel 1643 a casa d'Este che la diede in feudo ai suoi cadetti.

Arte della stampa. - La patria del Boiardo tiene un posto notevole nella storia della tipografia, che deve al cantore d'Orlando i proprî fasti quattrocenteschi. Il primo libro uscito in questa città è l'Appiano, nella traduzione latina, stampato da Pellegrino Pasquali, celebre tipografo oriundo di Scandiano, noto per l'attività svolta precedentemente a Treviso e a Venezia. Il libro uscì nel gennaio del 1495, a pochi giorni dalla morte del poeta. Nell'anno stesso il Pasquali impresse qui l'edizione definitiva dell'Orlando Innamorato, commessagli dalla vedova Taddea Gonzaga, ma di tale libro non è giunto a noi alcun esemplare. Al Pasquali si debbono infine gli Statuta di Scandiano (1499) e Timone, commedia del Boiardo (1500).

Bibl.: G. Tiraboschi, Dizionario top. storico degli Stati estensi, II, Modena 1825; G. B. Venturi, Storia di Scandiano, Modena 1822; gli statuti di Scandiano furono ristampati nel 1506 e nel 1669.