SCANDINAVIA

Enciclopedia Italiana (1936)

SCANDINAVIA (in svedese e norvegese, Skandinavien; A. T., 61-62)

Hans W. Ahlmann

Nome, confini, area. - Il nome Scandinavia (o Scatinavia) si trova già usato da scrittori romani dell'epoca imperiale (come Plinio il Vecchio e altri) per indicare la penisola che anche noi diciamo scandinava, da essi generalmente creduta un'isola. Plinio parla anche di un'isola Scandia, nome col quale probabilmente allude alla parte più meridionale della penisola, e che oggi ancora può essere riconosciuto nel termine di Scania (Skane).

Nell'uso comune attuale italiano il nome Scandinavia è limitato alla sola penisola, mentre fra gli stati scandinavi s'include talora anche la Danimarca. La denominazione Fennoscandia abbraccia invece la Finlandia, nettamente distinta per i suoi caratteri geologici dai paesi confinanti, con la penisola di Cola, la Carelia russa e la Scandinavia, ma non la Danimarca, né la Scania sud-occidentale. Talvolta il nome di Nordia viene usato per indicare la Finlandia, la Svezia, la Norvegia e la Danimarca con le isole Færøer e l'Islanda.

La Scandinavia, includendo la Svezia, la Norvegia, ma escludendo la Danimarca, le isole Færøer, l'Islanda e le Svalbard, ha una superficie di circa 770.000 kmq. con circa 9 milioni di abitanti (1934). Si estende dal Knivskjelodden presso il Capo Nord (71° 11′ 8′′ lat. N.) sino allo Smyge Huk (55°23′ lat. N.). I confini sono ad occidente l'Oceano Atlantico e il Mare del Nord con lo Skagerrak e il Kattegat, che s'internano profondamente, e ad est il Mar Baltico con il Golfo di Botnia. A nord la penisola Scandinava è separata politicamente dalla Finlandia dai fiumi Muonio, Torne, Tana e Pasvik e dalle zone attigue di spartiacque. Non vi è nessun confine naturale, ma lo si potrebbe indicare nel modo migliore mediante una linea tirata dal Golfo di Botnia al fiord di Varanger. A est e a sud il confine è formato dal Mar Baltico e dal Sund.

La costa norvegese è alta, ripida e frastagliata da fiordi che penetrano profondamente nell'interno. La costa occidentale della Svezia, al pari di quella orientale, è bassa, frastagliata in un modo straordinario e orlata da sciami d'isolette (svedese skärgård, tedesco Schären), specialmente a nord di Göteborg e intorno a Stoccolma. Le coste della Scania sono invece basse, diritte e sabbiose. Circa un quinto del paese giace a nord del circolo polare.

Geologia e morfologia. - La metà settentrionale della Penisola scandinava costituisce un complesso topografico unico, che ha come asse di elevazione la catena del sollevamento scandinavo, risalente all'epoca dei piegamenti caledoniani. Le parti poste rispettivamente a nord e a sud della cosiddetta soglia di Trondheim mostrano delle differenze essenziali: a nord la catena è più stretta (15-25 km.) con forme assai accentuate, a sud è molto più larga (30-55 km.) con ampî altipiani, sui quali emergono potenti massicci montagnosi. Il fianco occidentale di tutto il rilievo è molto ripido e precipita a sud con una linea di faglia molto accentuata, ad est della quale il paese si sollevò durante l'epoca terziaria, in connessione con il corrugamento alpino. I fianchi sono incisi da innumerevoli fiordi, che penetrano profondamente entro i massicci montuosi e rappresentano una formazione valliva più recente, potentemente erosa dalla ghiaccia continentale dell'ultima epoca glaciale e lentamente abbassatasi verso oriente. Questo versante ripido viene limitato dalla parte del mare da una piattaforma costiera di differente ampiezza, che da alcuni studiosi è ritenuta una pianura di abrasione marina, da altri una formazione valliva più antica rispetto ai fiordi. Molto più dolce è il versante orientale del rilievo montuoso rivolto verso la pianura di sprofondamento della regione di Oslo e verso le alte terre della Svezia settentrionale, le quali ricingono ad oriente con piatti altipiani la zona delle montagne. Le alte terre ed i fianchi di esse sono attraversati da letti di fiumi larghi e profondi, con laghi di sbarramento, che fanno riscontro ai fiordi del versante occidentale.

Il terreno è solitamente piatto e senza foreste, intercalato da morene rivestite di boschi e sparse di paludi; ma sulla pianura si innalzano talvolta monti isolati, spesso di altezza notevole (più di 1000 m. s. m.). Esternamente a questa zona montuosa, ad est e a sud del confine del Norrland (limes norlandicus), comincia la parte bassa della Svezia centrale, con la regione costiera del Golfo di Botnia. La parte bassa si estende come una zona accidentata, intercalata da pianure più basse ed aperte, attraverso tutta la Svezia di mezzo. La regione costiera del Golfo di Botnia presenta sopra tutto a S. e a N. fasce ristrette con carattere di terreno piatto. La caratteristica del paesaggio accidentato è determinata in complesso dalle grandi linee di faglie est-ovest e nord-sud, che hanno spezzettato il paesaggio, e dalle innumerevoli fratture che attraversano il paese con direzione prevalentemente est-ovest e nord-sud, e in parte anche dalla grande varietà delle rocce, dove più, dove meno resistenti; le più resistenti spiccano come una dorsale allungata che corrisponde alla direzione prevalente delle rocce stesse, mentre in corrispondenza alle rocce meno resistenti compaiono lunghe e sinuose depressioni.

L'alta terra della Svezia meridionale interna rassomiglia a quella della Svezia settentrionale, ma raggiunge la sua maggiore altezza di soli 377 m. nel Tomtabacken. Le zone costiere, che circondano le alte terre, hanno quasi sempre il carattere di terre piatte.

La ghiaccia continentale ha conferito alla topografia della Scandinavia i suoi lineamenti caratteristici: nelle regioni più alte e nella montagna si hanno forme arrotondate, da cui emergono soltanto alcuni picchi montagnosi o vette, di aspetto più ardito e alpestre, che erano dei nunatakker durante l'epoca glaciale ovvero sono stati modellati da ghiacciai locali. Ciò si osserva soprattutto nelle isole Lofoten norvegesi, ma si può notare anche altrove nella zona montuosa.

A sud il ghiaccio ha accentuato le caratteristiche accidentate del paesaggio, che contrasta in modo impressionante con le pianure sedimentarie dell'Europa di mezzo e della Danimarca.

La Scandinavia in complesso può essere considerata come un blocco compatto di rocce primitive - la parte più occidentale del grande scudo baltico - con confini segnati da fratture ad ovest e sud-ovest, con confini di denudazione a est e sud-est, mentre a nord-est essa si unisce al blocco finnico di rocce primitive. In questo blocco primitivo fennoscandico si può rintracciare un nucleo interno di leptiti, che si suppone costituito da rocce vulcaniche e da detriti di esse, con intercalazione di strati di calcare e di minerali di ferro. È perciò che nelle fasce di leptiti si trovano generalmente i distretti più importanti di minerali di ferro. Queste zone di leptiti sono circondate da complessi di rocce più recenti, gneiss granitici. Leptiti e gneiss granitici rappresentano probabilmente le radici di catene montuose antichissime che si corrugarono durante i più remoti periodi dell'evoluzione terrestre e sono qua e là attraversati da graniti più recenti, i quali generalmente non subirono l'influsso dei movimenti di corrugamento. A una serie di periodi di corrugamento e di eruzione, alternati da periodi di erosione e di accumulo tenne dietro un più lungo ciclo di erosione, che trasformò tutta la regione in un penepiano, la pianura subcambrica, di roccia primitiva. Su di essa, durante il periodo cambrico, ebbe luogo un'estesa trasgressione il cui limite interno corrisponde all'incirca al confine del Norrland, e a tale trasgressione corrispondono potenti sedimenti di arenarie, scisti e calcari. Il torso continentale, internamente a questa zona invasa dal mare cambrico, è invece rimasto allo scoperto dall'epoca precambrica in poi. Contemporaneamente, al margine occidentale della Scandinavia si delineava una potente sinclinale, la quale, nell'epoca del ripiegamento caledoniano, venne a formare il complesso montagnoso della Scandinavia. Le rocce di questa zona montuosa furono metamorfosate in scisti di tipo più o meno duro. Più tardi si verificò un rovesciamento delle pieghe e le rocce stratificate del lato orientale, che non erano state impigliate nel ripiegamento, furono ricoperte da falde carreggiate sradicate dal loro nucleo originario. Gli scisti meno resistenti vennero a poco a poco asportati, mentre le rocce più dure che costituivano le parti più elevate rimasero sporgenti ovvero furono messi allo scoperto gli strati sottostanti non corrugati. Durante il corrugamento si ebbe un'intrusione di rocce eruttive, graniti, gabbri, basalti e olivine.

Non solo la catena ma anche il blocco circostante di rocce primitive fu sottoposto a un sollevamento, il quale diede a tutto il blocco una direzione obliqua, con le parti più alte verso occidente e con una debole inclinazione verso la grande pianura russa. Le rocce cambro-siluriche sovrapposte al blocco arcaico sono state poste allo scoperto gradatamente sino al surricordato limite di denudamento verso sud-est, salvo là dove esse si sono conservate in depressioni connesse con faglie. Le trasgressioni più recenti hanno interessato probabilmente solo lembi marginali: così la grande trasgressione cretacica raggiunse soltanto la Danimarca e parte della Scania meridionale.

Clima. - Dal punto di vista climatico la posizione nordica della Scandinavia (54-71° lat. N.) è compensata dal fatto di essere essa situata sul lato occidentale del blocco continentale eurasiatico e di beneficiare perciò della vicinanza dell'Oceano Atlantico e della Corrente del Golfo, che porta con sé da sud temperature elevate. Perciò la temperatura è superiore di 5-10° alla temperatura normale in altri paesi di corrispondente latitudine. Ma il clima si distingue per un'attenuazione delle influenze e delle caratteristiche marittime, man mano che si procede verso est. Sulla costa occidentale della Scandinavia la temperatura invernale a 640 lat. è la stessa di quella degli Stati Uniti a 400 e dell'Asia orientale a 350. La temperatura estiva subisce pure l'influsso della vicinanza del mare e aumenta verso est, ma è considerevolmente più bassa di quella delle zone tipicamente continentali a latitudine corrispondente, per es., dell'interno dell'Asia. Soltanto le regioni interne più settentrionali cadono a nord della isoterma annua di 0°. Del resto la Scandinavia ha una temperatura media annua di 0°,7. In questo e nel fatto dell'abbreviarsi progressivo dell'estate e dell'allungarsi dell'inverno, man mano che si procede da sud verso nord, si rivela l'influenza della estensione della penisola in senso meridiano e del conseguente variare delle condizioni d'insolazione. Così allo estremo N. si hanno fino a sette mesi con una temperatura minore di 0°, al sud se ne hanno solo due; e mentre a nord solo due mesi mostrano una temperatura superiore a 10°, a sud essa si ha per circa cinque mesi.

Le precipitazioni annuali variano entro limiti assai ampî, da 270 a 3000 mm. Esse sono più alte sulla costa occidentale, minori su quella orientale, con forti oscillazioni locali determinate da condizioni topografiche. Riparati dalle piogge per mezzo delle grandi catene montagnose si trovano tutto l'interno del Norrland svedese e il Finmark norvegese e riparate dalle alte terre sono tutte le coste sud-orientali della Svezia meridionale. Il minimo di piovosità si riscontra nella valle di Gudbrand (270 mm.) e nelle vicinanze dell'Altenfjord (310 mm.), il massimo sulla costa occidentale della Norvegia nelle vicinanze di Bergen (3150 mm.). Una buona parte delle precipitazioni cade sotto forma di neve; a sud solo in percentuale bassa, nella parte nord-occidentale, e nell'interno delle Lofoten sino al 70%. Sulla costa delle Lofoten circa la metà delle precipitazioni è rappresentata da brina. La neve permane nei paesi nord-occidentali fino a 8 mesi, a sud solo un mese al massimo.

Con l'accentuarsi del carattere marittimo del clima si attenua la differenza fra i mesi più asciutti e quelli più umidi, e così pure quella fra i mesi più freddi e i più caldi dell'anno, più forte nelle regioni centrali, minima sulle coste e specialmente su quella occidentale: ma in generale l'inverno è la stagione più asciutta, la fine dell'estate e l'autunno sono il periodo più umido.

Le regioni interne poste in posizioni elevate sono talvolta funestate da geli rigorosi, più frequenti in primavera nel sud, in autunno nel nord. Le regioni interne più spesso di quelle costiere vengono anche funestate da grandinate talvolta devastatrici. L'intervallo fra l'inizio del periodo di gelo e lo sciogliersi dei ghiacci varia da sud a nord da 8 a 3-4 mesi.

Idrografia. - La ricchezza di laghi e fiumi, specialmente della Svezia, è in relazione col gran numero di faglie e di sistemi di fratture e con l'abbondanza di depositi dell'epoca glaciale. I grandi laghi della Svezia centrale sono laghi di faglia e gl'innumerevoli laghi marginali lungo la catena montagnosa sono laghi formatisi in fratture invase dal ghiaccio e poi sbarrate da morene. Solo la Finlandia e il Canada hanno per le medesime ragioni un'analoga ricchezza di laghi.

I depositi dell'epoca glaciale dànno anche ai fiumi scandinavi, e specialmente a quelli svedesi, la caratteristica del corso interrotto da rapide e cascate. I fiumi più lunghi hanno le loro sorgenti nelle catene montagnose della Scandinavia, dove sono alimentati dalle considerevoli precipitazioni. Il loro regime è caratterizzato anche da un fortissimo deflusso, tanto più forte quanto più il corso si allunga verso nord; nella Scandinavia nord-occidentale esso si valuta dal 70 all'80%, mentre è solo dal 35 al 40% nelle aree pianeggianti della Svezia centrale, a causa delle minori precipitazioni e della maggiore evaporazione. Le variazioni di portata dei varî fiumi sono molto grandi. Nella Svezia meridionale l'oscillazione è minore, come in generale le condizioni di alimentazione di questo sistema fluviale, ricco di laghi, sono molto uniformi. Al contrario le variazioni dei fiumi settentrionali sono considerevoli. Una coltre di neve di notevole spessore copre il suolo del nord per più di metà dell'anno e produce in primavera, al disgelo, violente piene dei fiumi, precedute durante l'inverno da un periodo di magra, allorché i fiumi sono alimentati unicamente dalla riserva d'acqua dei laghi, dalle sorgenti e da insignificanti precipitazioni atmosferiche. Le oscillazioni assolute del livello vanno dai 4 ai 5 metri, ma quanto più si procede verso sud, tanto meno esse sono accentuate. Relativamente alla potenza ricavabile dalle sue acque, la Penisola scandinava è ad uno dei primi posti fra i paesi del mondo.

Divisione politica. - La Scandinavia è divisa politicamente in due stati: la Svezia e la Norvegia. Nella seguente tabella essi sono posti in ordine di grandezza; si aggiungono i dati per la Danimarca, che viene pur talora designata come stato scandinavo.

Gli stati scandinavi sono di origine molto antica, ma i loro confini attuali datano da un'epoca relativamente recente.

Dapprima con la pace di Roskilde nel 1658 la Svezia ebbe dalla Danimarca le tre regioni della Scania, Halland e Blekinge, il che accrebbe assai il territorio svedese e fece del Mar Baltico il suo naturale confine anche a sud-ovest. La Norvegia divenne uno stato vassallo della Danimarca nel 1380, ma nel 1814 costituì con la Svezia un'unione svedese-norvegese, sciolta nel 1905.

Se l'affinità dei linguaggi, i rapporti culturali omogenei e i comuni interessi economici e di politica estera offrirebbero una base naturale per unire gli stati scandinavi in un solo individuo statale, molto forti sono nella Scandinavia i contrasti derivanti dalla configurazione geografica. Inoltre la forma allungata della penisola e le grandi distanze tra i varî punti di essa hanno impedito un accentramento del potere politico scandinavo sotto un unico governo. A ciò si aggiungono la scarsità della popolazione e la sua ineguale distribuzione. La cultura scandinava è, per il suo svolgimento storico, una cultura regionale, sviluppatasi sin da tempi antichissimi in regioni nettamente isolate le une dalle altre. Il particolarismo politico e culturale è stato determinato dalle condizioni topografiche. Nella Norvegia i primi nuclei statali si sono costituiti nelle singole vallate e nei corrispondenti fiordi; tali nuclei si sono poi riuniti in gruppi più grandi separati dalle grandi masse montuose elevate e del tutto spopolate: la Svezia si sviluppò similmente in piccoli stati, ciascuno dei quali si accentrava intorno a una zona fertile e pianeggiante, ed era separato dagli altri per mezzo di monti boscosi e impervî. Difficilmente accessibili erano anche fino da tempi antichissimi e sono tuttora le zone di confine tra la Svezia e la Norvegia. La Danimarca si sviluppò invece sfruttando la sua particolare posizione a guisa di ponte tra varî stati, estendendosi da un lato verso la Germania settentrionale e dall'altro verso la penisola scandinava col possesso delle provincie di Scania, Halland e Blekinge fino al 1658, e cercò di valersi della sua posizione tra i due mari, del Nord e Baltico, per dominare le coste di entrambi. Gli attuali confini statali sono il risultato di lunghe e aspre lotte nel passato, specialmente fra la Svezia e la Danimarca, ma, come sono tracciati ora, essi costituiscono una felice e definitiva soluzione del problema geopolitico della Scandinavia.

Flora e Fauna. - La parte settentrionale della Scandinavia rientra nella regione a boschi di conifere circumpolari e subartici, caratterizzata da pini ed abeti. Al disopra di questa regione comincia, con la catena montagnosa della Scandinavia, la zona subalpina con bassa vegetazione di betulle. Il limite altimetrico della vegetazione al quale le betulle scompaiono, è notevolmente più alto sul lato est che sul lato ovest del rilievo montuoso. Al 70° grado di lat.N. questo limite si trova a 260 m. s. m. nel lato occidentale, ed a 520 m. s. m. su quello orientale; sotto il 60° grado di lat. N. rispettivamente a 900 e 1100 m. s. m. La regione dell'alta montagna, che si trova alcune centinaia di metri più in alto, è ricoperta di magri pascoli, licheni e muschi, o è completamente priva di vegetazione.

La zona dei boschi di conifere comprende una regione settentrionale, il cui limite coincide press'a poco con il limes nordlandicus (v. sopra), e una regione meridionale di boschi misti, con betulle tremule, querce, olmi, tigli, ecc. La zona meridionale abbraccia il sud della Norvegia e la Svezia, press'a poco a mezzogiorno del Dalelf. Sulla costa occidentale della Norvegia, a causa del mite clima atlantico, questa regione si prolunga abbastanza verso nord. Attraverso la Norvegia sudorientale e la Svezia sud-occidentale passa il limite sud-occidentale del pino, e a sud di questo comincia la regione baltica dei faggi, che per la vegetazione rientra nella zona dell'Europa Media. La superficie boschiva rappresenta per la Svezia circa il 59% dell'area totale, per la Norvegia circa il 23% (mentre per la Danimarca è soltanto il 9%). Il limite settentrionale della quercia (circa 61° lat. N.) costituisce in Svezia una linea climatica e vegetativa particolarmente importante. La suddetta regione di boschi misti a sud di questa, costituisce una parte della grande zona (intermedia fra la regione delle latifoglie dell'Europa occidentale e la regione subartica delle conifere) dove conifere e latifoglie si contendono il primato. La zona di conifere ha ormai l'estensione maggiore, perché quella un tempo occupata dalle latifoglie, è stata in gran parte messa a coltura. Nell'epoca preistorica il bosco misto con querce aveva un'estensione assai maggiore dell'attuale, ma, dopo il grande peggioramento del clima fra l'età del bronzo e quella del ferro, il pino ha guadagnato terreno a spese dei boschi di querce.

Nella fauna della Scandinavia si notano gruppi analoghi a quelli della flora: artico (per es., renne e volpi polari), nordico (per es., alce, orso) e meridionale o della media Europa (per es., capriolo, tasso). Questo vale per la Norvegia e per la Svezia. Gli uccelli della parte settentrionale della Scandinavia hanno un carattere spiccatamente artico e lungo la costa norvegese vi sono molte zone ricche di uccelli. La foca è frequente sulle coste dei mari più settentrionali, ma l'orso bianco non vive sulle coste della Scandinavia. L'orso nero, la renna e la volpe polare scompaiono sempre più da grandi tratti delle loro antiche zone di dimora. v. anche i capitoli riguardanti la flora e la fauna delle voci Norvegia; Svezia.

Popolazione. - Includendo gli emigrati in altri paesi, la popolazione di stirpe scandinava può essere valutata a più di 14 milioni di abitanti, di cui la metà circa spetta alla Svezia. Tra i paesi stranieri di emigrazione, gli Stati Uniti tengono il primo posto: colà vivono 1,2 milioni di Scandinavi, di cui 625.000 Svedesi. Fra le minoranze nazionali più forti, che vivono fuori dei confini della Scandinavia, vi sono più di 350.000 Svedesi nella Finlandia. La popolazione dell'arcipelago delle Åland, che appartiene alla Finlandia, è completamente svedese. Gli Scandinavi sono discendenti dei popoli germanici, che vennero in possesso della Scandinavia durante l'età della pietra. Le loro lingue sono strettamente affini; essi costituiscono però unità etnologiche e culturali ben distinte fra oro. Tra i popoli non germanici, che vivono in Scandinavia, abitano all'estremo nord della Svezia circa 30.000 Finni e 7000 Lapponi, all'estremo nord della Norvegia circa 19.000 Lapponi e 7000 Finni. I due stati scandinavi presentano in Europa unità nazionali veramente notevoli: territorio linguistico e territorio politico coincidono perfettamente.

Riguardo alla distribuzione e alla densità della popolazione si notano forti differenze, dipendenti innanzi tutto dalle condizioni climatiche, geomorfologiche e geologiche. Nella Svezia centrale e settentrionale è tipico il contrasto tra le vaste pianure aperte e densamente popolate e i bacini fluviali ben coltivati, da un lato, e dall'altro le regioni coperte da boschi di conifere che sono poco o niente popolate. Una gran parte della Norvegia e della Svezia sono occupate da regioni boscose e montagnose non abitate. La maggiore densità di popolazione (50-100 ab. o più di 100 per kmq.) è data dalla provincia di Scania nella Svezia e dai dintorni delle capitali Stoccolma e Oslo. Ma anche la Scandinavia settentrionale ha una popolazione densa nelle pianure fluviali del Norrland svedese, dove fertili depositi postglaciali hanno creato condizioni ottime per un intenso sviluppo dell'agricoltura. Analoghe condizioni geologiche - rocce calcaree o argille marine e sedimenti di acqua dolce - producono la maggiore densità di popolazione nei fertili distretti agricoli della Svezia meridionale e intorno ai grandi laghi Väner, Mälar e Hjälmar nella Svezia centrale, intorno ai fiordi di Oslo, Trondheim e Stavanger in Norvegia. La costa atlantica sud-occidentale della Norvegia è anche relativamente assai popolata. La maggior parte della popolazione della Scandinavia trae i mezzi di sussistenza dalla pesca, dall'agricoltura e dalle industrie connesse. Grandi distretti industriali paragonabili a quelli dell'Europa centrale, non si sono ancora formati, per quanto l'industrializzazione abbia fatto grandi progressi nell'ultimo secolo. Specialmente l'industria del legno nella Svezia e nella Norvegia e l'industria del ferro nella Svezia hanno dato origine a distretti di intensa vita industriale. Le capitali Stoccolma e Oslo sono anche le maggiori città industriali. Oltre ad esse soltanto le città svedesi di Göteborg e Malmö hanno più di 100.000 ab.; Bergen in Norvegia è vicinissima a questa cifra. Altre tre città, Helsingborg e Norrköping in Svezia e Trondheim in Norvegia superano i 50.000 abitanti. Una sessantina di centri superano i 10.000 ab.

V. tavv. CLXXXI e CLXXXIV.

V. anche danimarca; norvegia; svezia.

Bibl.: Poche sono le opere che trattano della Scandinavia nel suo insieme. Si cfr. specialmente: A. G. Högbom, Fennoskandia (Norwegen, Schweden Finnland), (Handb. d. region. Geologie, IV, 3), Heidelberg 1913; G. De Geer, Om Skandinaviens geografiska utveckling efter istiden, Stoccolma 1896; H. W.; son Ahlmann, Karta över den årliga nederbördens fördelning på Skandinaviska halvön, (Statens Met-hydrol. Anstalt, III, pagine 1-81); B. J. Birkenland e N. J. Foyn Klima von Norwesteuropa (Handbuch der Klimatologie, III, 1), Berlino 1932; M. Zimmermann, États scandinaves. Régions polaires boréales (Géographie Universelle, III), Parigi 1933. Si veda poi la bibliografia sotto le voci norvegia; svezia.

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